[cml_media_alt id='601']nazione-28-09-2016[/cml_media_alt]
Nazione 28 09 2016

NO, 1000 volte NO.

Ieri mi fermo a prendere un caffè e distrattamente sfoglio la cronaca di Firenze su “La Nazione” e cosa vedo? Un trafiletto dove la Regione Toscana elogia Pietro Calamandrei e lo onora intitolandogli la sala dove si riunisce il Consiglio di Presidenza a Palazzo Panciatichi. Chi è il politico che rende tanto onore a Calamandrei? Eugenio Giani Presidente del Consiglio Regionale.

Chi era Calamandrei è quasi ozioso scriverlo dato che è stato un grande giurista e padre della Costituzione, vi invito a ascoltare il suo “Discorso sulla Costituzione” del 26 gennaio 1955 che vi allego a fondo articolo.

[cml_media_alt id='602']pietro-calamandrei[/cml_media_alt]
Pietro Calamandrei “le mani tra i capelli”

Bhe penso, mi sembra una bella cosa rendere merito a persone che nella Democrazia, nella Sovranità del popolo, nella realizzazione libera dell’uomo ha plasmato tutta la sua vita, poi rifletto e penso, chi gli rende merito? Eugenio Giani.

Eugenio Giani esponente del PD, fervido sostenitore della riforma costituzionale e creatore di un comitato per il SI. Ora ci sarebbe da chiedersi che cosa avrebbe pensato Calamandri di questa riforma, ed è probabile che Giani lo sappia bene. C’è da domandarsi come Giani sia contemporaneamente favorevole al SI e poi onorare Calmandrei. Una contraddizione in termini o fuffa intellettuale dove esalto il buono per propagandare il cattivo!

Vedere un Presidente del Consiglio come Renzi e la sua ministra Boschi vergare una riforma che è diretta conseguenza delle richieste di J.P. Morgan redatte in un documento del 28/05/2013 intitolato ” Aggiustamenti nell’area euro”, da leggere con attenzione a questo il link, può solo stomacare.

A pag. 12 e 13 di questo documento si parla proprio della necessità delle riforme costituzionali nei paesi del sud Europa.

Insomma J.P. Morgan è il nuovo babbo della nuova costituzione (minuscola non a caso).

Cito il documento:

«Quando la crisi è iniziata era diffusa l’idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica. Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei Paesi del Sud, e in particolare le loro Costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea».

e ancora:

«I problemi economici dell’Europa sono dovuti al fatto che i sistemi politici della periferia meridionale sono stati instaurati in seguito alla caduta di dittature, e sono rimasti segnati da quell’esperienza. Le Costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo».

per terminare:

«I sistemi politici e costituzionali del Sud presentano le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti, governi centrali deboli nei confronti delle regioni, tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori, tecniche di costruzione del consenso fondate sul clientelismo, il diritto di protestare se i cambiamenti sono sgraditi. La crisi ha illustrato a quali conseguenze portino queste caratteristiche. I Paesi della periferia hanno ottenuto successi solo parziali nel seguire percorsi di riforme economiche e fiscali, e abbiamo visto esecutivi limitati nella loro azione dalle costituzioni (Portogallo), dalle autorità locali (Spagna), e dalla crescita di partiti populisti (Italia e Grecia)».

Ecco, forse Calamandrei si sta girando nella tomba vedendo come si modifica la “sua” Costituzione per accontentare il banchiere.

Per farvi un’idea vi invito a leggere questi articoli qua sotto e magari comprenderete l’abisso che queste modifiche costituzionali assieme alla nuova (vecchia) legge elettorale ci spalancano davanti.

Sotto vi ricordo di ascoltare Calamandrei.

NO, 1000 volte NO.

La RIFORMA COSTITUZIONALE spiegata in 12 SLIDE (di Giuseppe PALMA)

LA RIFORMA COSTITUZIONALE? SERVE SOLO A TOGLIERCI ULTERIORE DEMOCRAZIA

 

Calamandrei, onorato o vilipeso?

2 pensieri su “Calamandrei, onorato o vilipeso?

  • 6 Ottobre 2016 alle 1:31
    Permalink

    Non sono d’accordo con lei. Non sono una “renziana”, ma mi pare che Renzi in questo caso faccia la cosa giusta, magari possiamo aspettare un pò, perchè la gente abbia le idee più chiare, ma se si vota “si” a questo referendum non si “ammazza” la Costituzione. E’ assolutamente fuori luogo, ed è un eufemismo, che il nostro piccolo Paese abbia una camera dei deputati con 630 persone ed un senato con 315 persone, tutti, deputati e senatori regolarmente pagati con fior di milioni. Tanti lavorano, ma tanti fanno le parole crociate oppure sono assenti, ma siamo matti!! Non si sta governando la Cina, gli Stati Uniti o altri grandi stati, no, solo la piccola Italia. Il numero è sproporzionato alla superficie del nostro Stato.
    Ho ascoltato con commozione il nostro grande giurista Piero Calamandrei, di cui sempre ho sentito parlare, ma non avevo mai avuto l’opportunità di ascoltare la sua viva voce e ringrazio di avermi dato questa occasione. Lui stesso dice però nel discorso che ho seguito con molta attenzione che la Costituzione si può cambiare e, insieme agli altri costituzionalisti, ci ha dato gli strumenti per farlo. La nostra Costituzione è il frutto del periodo “nero” in tutti i sensi dell’Italia e, per proteggerla da altri eventuali “colpi di stato” furono ideati tutti quei meccanismi che avrebbero impedito ad un qualsiasi politico di disfare ciò che con tanta fatica si era raggiunto e, soprattutto di evitare un’altra “orrenda” dittatura. Io penso, pur non essendo “dentro” alla politica, che oggi i tempi siano maturi per un “taglio” con un notevole riparmio economico per tutti. Il denaro risparmiato potrebbe andare a beneficio delle persone svantaggiate, in opere pubbliche, nella sanità, nella scuola, nella ricerca…….
    Come si sarà capito quindi, certo un passo per volta, io sono favorevole anche alla riduzione del numero dei deputati. Si potrà discutere poi sia per la camera che per il senato quale sarà la nuova procedura per fare e per approvare le leggi, questo si, ma sono senz’altro d’accordo nel ridurre il numero dei senatori e dei deputati.
    La lettera della banca, che non è stata tradotta in italiano, non significa che stiamo dando retta ad una banca per fare un passo simile, non ci deve essere nessuna ingerenza negli affari interni di uno stato, tanto più dettati da una banca, ci mancherebbe!!! Sarebbe soltanto l’espressione di un popolo che ha preso coscienza di sè e vuole adesso a quasi settant’anni dalla promulgazione della Costituzione ridurre quelle sovrastrutture che adesso sono troppe, ma che, proprio grazie alla loro presenza ideata dai costituenti di allora ci hanno permesso di diventare quello che siamo: ITALIANI !

    Rispondi
    • 6 Ottobre 2016 alle 9:13
      Permalink

      La sua posizione è quella classica che deriva dall’informazione di qualunque media italiano. Soldi. Il problema non sono o meglio non sarebbero i soldi se fossimo una nazione sovrana, con emissione di moneta sovrana, ma non lo siamo più e con l’introduzione del pareggio di bilancio, Monti 2011, non possiamo più spendere a debito che è esattamente quello che uno stato deve fare per far guadagnare i cittadini. Tornando alla riforma costituzionale i nostri padri fondatori auspicavano si dei cambiamenti ma nel senso che la Costituzione diventasse più sovrana rispetto ai cittadini, non certo il contrario, basta leggere gli atti costituenti per comprenderlo. Smetteremo di eleggerli ma il Senato sarà ancora li e con ruoli altamente vantaggiosi alle oligarchie finanziarie che già dominano in Unione Europea. Ancora, modificare 47 articoli su 139 più che una riforma è una riscrittura con alterazione di parti che sono la diretta espressione dei 12 immodificabili che si calpestano nella loro funzione ordinante.Se poi uniamo la riforma costituzionale alla legge elettorale il rischio palese che un partito politico e un suo leader prenda il controllo di tutte le istituzioni cancellando di fatto i contrappesi necessari ad evitare una dittatura diventa addirittura talmente evidente che ha smosso fior fiore di costituzionalisti che si sono schierati per il no. Infine, come ha detto Crozza “Il Paese è diviso tra chi voterà Sì e chi invece ha capito la riforma costituzionale”.
      Le faccio i migliori auguri, ma soprattutto ai suoi figli e nipoti, che se vince il si passeranno di nuovo in una condizione di assoluta o quasi mancanza di sovranità popolare.

      Rispondi

Rispondi a Lucia Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduttore