Il Demone del Gioco, Stampa antica riprodotta su rivista ottocentesca, Collezione Gherardo Ortalli.

La “riffa” in origine era una lotteria privata che aveva per premio un oggetto di valore. Il suo nome derivava dallo spagnolo “rifa” che vuol dire appunto lotteria, ma con il passare del tempo, nella Toscana rinascimentale il termine riffa ha preso il significato di contesa, lotta, violenza e prepotenza.
A Firenze esiste tutt’ora Via del Ponte alle Riffe, nella zona delle Cure, dove nell’antichità i funaioli mettevano a stendere sull’argine del Mugnone le trecce di canapa che servivano per creare spaghi, corde e funi. La zona era famosa per essere particolarmente “calda”: si passava cioè con estrema facilità dalla battuta, allo scherzo, al litigio per poi arrivare alla rissa, ovvero alla “riffa”.
La “raffa” deriva invece direttamente dal verbo “arraffare”, cioè afferrare, strappare con violenza, rubare con destrezza.
Quindi “di riffa o di raffa” vuol dire a tutti i costi, per forza o per amore, con le buone o con le cattive.
(da “ADAGI MA NON TROPPO” di Franco Ciarleglio, Sarnus Editore)

Franco Ciarleglio
O di riffa o di raffa.
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