Oggi girare per le strade del centro, ad un fiorentino doc, crea quasi disagio. I negozi si assomigliano tutti e tutti assomigliano a ipertecnologici bazar pieni di luci e specchi. Insegne che contrastano con le pietre dei palazzi, interni che non si capisce come sono stati approvati dalle Belle Arti. Ci sono più gelaterie e ristoranti nelle vie di Firenze che in tutte le altre città toscane messe assieme.

Trovare nelle stradine del centro antiche botteghe è ormai sogno, la storicità e tradizione sono piegate al commercio multinazionale. Si può tranquillamente dire che il Comune ha svenduto Firenze invece di preservarla nell’aspetto rinascimentale e nella tradizione fiorentinaccia. Voglio affermare che non si deve progredire? Assolutamente no, ma progredire nel rispetto dell’immagine di Firenze. I turisti non vengono a trovarci per i negozi, vengono per la storia e l’arte, almeno dovrebbero.

Ogni tanto però ci si imbatte ancora in qualcosa che conserva un sapore antico, sia nell’aspetto che nella vendita. E’ il caso del Bizzarri in via Condotta al 32 rosso. Una vecchia bottega nata nel 1842 con sede in piazza Signoria e trasferita in via Condotta dopo l’alluvione del 1966.

La storia di questa bottega è semplice ed incredibilmente è ancora in attività preservando il sistema dell’origine. Incredibile soprattutto considerando che tutte le altre botteghe fiorentine sono crollate sotto il martello della modernità a tutti i costi.

L’apertura fu ad opera del Dottor Alessandro Bizzardi nel 1842 in piazza Signoria, un negozio che si occupava di prodotti farmaceutici, quando ancora il concetto galenico esisteva, di profumeria, di prodotti erboristici; uno speziale. Un’attività protratta fino ai primi del 900 quando il negozio viene rilevato da una nuova gestione. Una nuova gestione che ha però compreso il valore della preservazione e ha mantenuto gli arredi e le caratteristiche della bottega di un tempo, ed anche il nome, anche dopo il trasferimento in via Condotta.

Ancora oggi il Bizzarri è li e varcarne la soglia significa tornare indietro nel tempo sia visivamente sia in termini olfattivi. Sui suoi scaffali di legno (originali) viene conservata in vasi di vetro la sapienza dell’antico lavoro dello speziale, si ritrovano le erbe e le sostanze chimiche, gli oli e le vernici, le tinte e le essenze.

Una Firenze antica e dimenticata dai più, non più vivibile per cecità e ideologia sbagliata ma che in questo antico negozio è ancora preservata, spero per lungo tempo.

Jacopo Cioni

 

Botteghe di un tempo: Bizzarri
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Un pensiero su “Botteghe di un tempo: Bizzarri

  • 6 Febbraio 2021 alle 0:54
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    La stessa cosa e’ stata fatta al centro storico
    di Bologna. Uno dei cambiamenti piu’
    volgari e’ stato fatto a Piazza Santo Stefano.

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