Le donne fiorentine sono bellissime. Hanno sempre rappresentato la tipica bellezza italiana. Ma sono anche ricordate per il loro carattere forte, sia nel difendere il loro uomo, la famiglia, sia nel comandare e governare.

La pudica Gualdrada rifiutò di farsi baciare dall’Imperatore Ottone, sfidandone le ire, ma per il suo coraggio nel difendere il suo onore, ebbe la fortuna di entrare nelle grazie del Conte Guido Guerra dei conti Guidi, che ammirandone il coraggio oltre la bellezza la fece sua sposa.

Beatrice Portinari entrò come una tempesta nel cuore del giovane Dante Alighieri, facendolo innamorare seppur platonicamente, da diventare per tutta la sua vita e quella del poeta la donna amata e angelicata, anche dopo che lei aveva sposato un altro, alla sua morte, ne rimase tanto colpito. Era sempre innamorato quando le dedicò alcuni versi nel Canto del Paradiso della Divina Commedia.

Gemma Donati sposò Durante Alighieri, quando questi dopo la morte di Beatrice ebbe un tracollo che lo fece soffrire molto. I genitori del poeta lo fecero sposare sia per salvarlo dalla depressione sia per entrare a far parte della famiglia dei Donati, di cui Corso era il capo e uno dei maggiori rappresentanti della fazione dei Guelfi Neri. Lo sposalizio venne effettuato, da malgrado la coppia avesse figli non fu un matrimonio d’amore. La donna subì le scappatelle continue di lui, e di vedersi anteporre sempre la figura di Beatrice, ma stoicamente allevò i figli e attese sempre il marito.

Contessina de Bardi Fu moglie di Cosimo de Medici. Oltre ad allevare i figli e badare alla casa, si adoperò per liberare il marito quando i suoi avversari gli Albizzi, lo fecero arrestare e rinchiuderlo nell’alberghetto in attesa di ammazzarlo. Non si perse d’animo, riuscì a comprare i carcerieri e ad avere un colloquio con Cosimo. Seguendo le sue istruzioni, corruppe le persone fedeli al marito, riuscendo a fargli tramutare la pena di morte in esilio

Ginevra degli Almieri era innamorata del bel Rondinelli e da lui riamata. Avrebbe voluto sposarlo, ma il padre la diede in moglie al vecchio nobile Agolanti. La giovane non accettò il matrimonio combinato, non amò il marito e si lascò andare fino a morire. Fu sepolta nel sacello di famiglia, ma si riebbe dallo stato di morte apparente uscì fuori e andò alla casa del marito. Ma questi credendola un fantasma la cacciò. Disperata si recò alla casa paterna, ma venne cacciata. Solo il giovane Rondinelli la ospitò nella sua casa e in seguito ne fece la sua consorte.

Maria Luisa de Medici, moglie prima e vedova poi dell’Elettore Palatino, rientrata in Firenze resse per un breve periodo di tempo il governo della città in attesa di sapere chi sarebbe subentrato come Granduca al fratello Giangastone. Nel breve periodo in cui amministrò Firenze si fece prendere a ben volere dalla popolazione. Quando venne informata dall’arrivo del nuovo Granduca Francesco Stefano di Lorena, preparò il “Patto di Famiglia” in cui venne esplicitamente proibito ai Lorena di portare via opere d’arte facenti parte delle collezioni medicee.

La seconda Guerra Mondiale, aveva portato via da Firenze tutti gli uomini validi per combattere contro gli inglesi. Le donne avevano sostituito i loro mariti nelle fabbriche e lavoravano per produrre tutto l’occorrente ai soldati. Le sigaraie in maggioranza nella Manifattura Tabacchi, producevano prodotti da fumo, sia per la popolazione che per i soldati. La gran parte del lavoro veniva fatto dalle loro sapienti mani, lavorando a cottimo guadagnando poco, mangiando il minimo indispensabile per poter produrre. Subendo tante volte le angherie dei Capi reparto e le minacce dei fascisti.

Anche tollerando tutto questo non si lamentavano, lavoravano a testa bassa per portare a casa il poco per sopravvivere. Durante i bombardamenti al suono della sirena sciamavano fuori dalla fabbrica e andavano a nascondersi fra gli alberi del Parco delle Cascine. Quando sfuggivano ai bombardamenti, prima di uscire, si riempivano le vesti di sigarette, venivano nascoste nelle spaccature degli alberi per i partigiani.

Quando i tedeschi incalzati dagli alleati, si prepararono ad uscire dalla città, vollero entrare nella manifattura per portare via il maggior numero di scatole di sigari e sigarette, sabotare e distruggere i macchinari per la produzione. Le sigaraie a sprezzo del pericolo e con la consapevolezza di essere uccise si rifiutarono di consegnare i tabacchi, e per intimorire i tedeschi telefonarono in portineria per chiudere il portone e non farli uscire. I soldati tedeschi si trovarono a fronteggiare il coraggio di queste operaie che si stringevano intorno a loro. Riuscirono ad uscire dai reparti, ma trovarono la portineria con il portone sprangato. Presi dal panico e volendo uscire al più presto, spararono dei colpi in aria per provocare il panico, ma ottennero solamente l’apertura del portone, ne uscirono in fretta e furia senza portare via niente.

Anche tutto il personale uscì lasciando vuota la manifattura per paura di ritorsioni, ma i tedeschi in fuga si limitarono a minare tutto l’edificio prima di andarsene. Quando arrivarono gli americani, sequestrarono tutta la fabbrica, facendone un posto di ritrovo per i reduci dai combattimenti. Prima di entrare procedettero allo sminamento, furono guidati da un Capo Tecnico, che aveva visto dove erano state messe le cariche esplosive.

Alberto Chiarugi
Donne di carattere a Firenze

Un pensiero su “Donne di carattere a Firenze

  • 23 Maggio 2022 alle 1:00
    Permalink

    Molto interessante, non conoscevo per niente questa storia della manifattura tabacchi che anni fa ho anche visitato con guida. Grazie per avermela fatta conoscere.

    Rispondi

Rispondi a Lucia Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduttore