Una importante famiglia fiorentina

Gli Alemanni o Alamanni, erano una tribù germanica formata unendosi con altri abitanti dell’alto Reno; Catti, Noristi, Ermunduri, Iutungi, e Sennoni. Le prime notizie sono riportate dallo storico latino Cassio Dione.

Nell’anno 213 d.c. vennero sconfitti dall’Imperatore romano Caracalla. Si inizia a trovare tracce di questa famiglia in Firenze dall’anno 1336. Esercitarono la mercatura, anche se prima di stabilirsi in città furono castellani, non si sa di quale feudo e quale Re gli aveva elevati al rango nobiliare. Le loro case si trovavano in Oltrarno alla Costa dei Magnoli. La accertata origine germanica la dà Ugolino Verino poeta e umanista, la inserisce in un poema da lui scritto nel 1478, fra le glorie di Firenze.

Giovanni Villani ci racconta che il nome degli Alamanni, è annoverato fra le famiglie più in vista fra i mercanti. Il personaggio più importante in quegli anni è un certo Salvestro. Con lui la famiglia fa un salto di qualità. La Compagnia diventa importante, apre anche filiali in Europa, commercia lana e altri prodotti. Aprono un banco di cambio, iniziano una redditizia attività di banchieri, manovrano ingenti somme di denaro, e fanno affari con le grandi Compagnie. Prestano grosse somme di denaro a Re e Papi, fanno parte dello spettacolo che, in quegli anni, da di se Firenze.

Quando dal Mugello arrivarono i Medici, non legarono con loro, si schierarono con i Soderini e altre famiglie disprezzandoli e considerandoli dei “campagnoli. Al tempo di Cosimo il Vecchio e in seguito con Lorenzo ci fu una tregua fra le due famiglie. Gli Alamanni hanno capito che i Medici al potere fanno come vogliono non curandosi delle altre famiglie, e si adeguano. Cosimo gli manifesta la stima verso di loro, ma nello stesso tempo li tiene lontani dalle Magistrature. In compenso ricevono cariche da Gonfaloniere, o da ambasciatore. Piero Alamanni fu Podestà a Pistoia, San Gimignano, Capitano del Popolo a Pisa. Con il Magnifico è ambasciatore a Milano presso Francesco Sforza, per il suo lavoro riceve il titolo di senatore.

Da Gian Galeazzo Maria ottiene il titolo di cavaliere, e di fregiarsi sullo stemma di una colomba bianca irraggiata d‘oro. Dopo la morte del Magnifico torna a Milano per sorvegliare Lodovico il “Moro” e per capire quello che vuol fare. Non un amico ma un subdolo individuo che trama contro Firenze, poi deve sorvegliare il Re francese, che si sta preparando a scendere in Italia. Dopo il fallimento di Piero il “Fatuo”, esiliato da Firenze per il suo vile comportamento durante la campagna in Italia del Re francese Carlo VIII, dal Gonfaloniere Pier Soderini riceve incarichi per il governo fiorentino, per la sua neutralità nei confronti dei Medici.

Piero Alamanni si sposò quattro volte, ebbe molti figli ed una vita lunghissima morì ad ottantacinque anni. Un suo figlio Ludovico, ebbe incarichi dalla Signoria e dal Papa Medici Leone X. A differenza del padre ebbe una vita breve. Un altro figlio Boccaccino, divenne ecclesiastico e fu dimenticato. Luigi Alamanni il poeta, fu un acerrimo nemico dei Medici, dovette fuggire in Francia alla corte di Francesco primo. Divenuto in seguito un cortigiano del Re, ebbe da lui importanti incarichi in Francia e in Italia. Gli verrà conferito il titolo di Monsignore Alamanni “Maestro di Casa” della Regina Caterina, ed esentato dal seguire il Re nei suoi spostamenti in tutto il regno. La famiglia si estinse nel diciannovesimo secolo.

Alberto Chiarugi
Famiglia Alemanni
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Un pensiero su “Famiglia Alemanni

  • 28 Maggio 2022 alle 15:14
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    Un mio carissimo amico si chiama Alamanni, evidentemente non si è estinta…

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