Chi è Francesco Dell’Antella?

Caravaggio si è rifugiato a Malta dopo aver ucciso in duello a Roma il suo rivale Ranuccio Tomassoni. Qui è al sicuro dalle vendette dei familiari e dalla condanna a morte che pende su di lui per l’omicidio. Ma non è solo questo lo scopo che lo spinge ad arrivare così lontano dall’Italia. Desidera da tempo avere un riconoscimento sociale più alto di quello che gli ha dato la vita finora. Grazie all’aiuto della famiglia Colonna e alle sue capacità di pittore, spera di essere ammesso in questo Ordine tanto ambito ma riservato alla nobiltà.

A Malta Caravaggio eseguirà la “Decollazione di San Giovanni Battista” un dono per i Cavalieri di Malta che lo hanno accolto. In realtà si tratta di un pagamento del “passaggio”, come era chiamato il modo per essere ammessi nell’ Ordine di San Giovanni.

Questo quadro è unico nel suo genere. È infatti l’unico su cui Caravaggio appone la sua firma preceduta da una “f”, che sta per fra (fra Michelangelo Merisi). La scritta è ricavata dal sangue di San Giovanni rappresentato nel quadro mentre viene decapitato. Forse con questa testimonianza intende confessare il suo peccato mortale pubblicamente, o forse solo davanti a Dio e ai cavalieri… simbolicamente il suo peccato viene lavato con il sangue versato dal patrono.

È il 14 luglio del 1608 quando Caravaggio prende i voti, è passato esattamente un anno e due giorni dal suo arrivo a Malta. Era infatti previsto che per essere nominati cavalieri, la cerimonia avvenisse almeno dopo un anno dall’arrivo sull’isola. Solo dopo questo periodo di transizione, di prova e di espiazione si poteva essere accolti dalla confraternita.

Il Gran maestro Alof de Wignacourt nella bolla di ammissione, si spinge a definire Caravaggio il nuovo Apelle di Coo (un celebre pittore dell’antica Grecia). Sulla bolla viene aggiunto (forse per prevenire qualche critica, visto che l’artista non era un nobile), che un uomo può essere elevato non solo in ragione della sua nobile nascita, ma anche perché padrone delle arti e delle scienze. “Il magnifico Michael Angelo, nato a Borgo di Carraca in Lombardia (in volgare Caravaggio), ardente di zelo ha comunicato il suo fervente desiderio di indossare l’abito con le nostre insegne. L’Ordine può solo glorificarsi di questo discepolo adottivo, un esimio pittore che con orgoglio accettiamo. Per grazia di Dio Onnipotente e per autorizzazione papale viene nominato “Cavaliere di Obbedienza”.

Ma dietro questa bella lettera forbita di retorica non c’è la penna del Gran maestro, bensì del suo erudito segretario Francesco Dell’Antella, lo stesso che aveva contribuito con le sue pressioni ed insistenze ad ottenere il cavalierato per il pittore dal papa.

Dell’Antella era un colto fiorentino, fiero della sua raffinatezza e della sua vasta cultura classica. Aveva una grande passione per l’arte e lui stesso era un disegnatore dilettante di talento, tanto che tra le illustrazioni della storia dell’Ordine di San Giovanni dell’amico Giacomo Bosio, c’è un suo disegno di Dell’Valletta, impressionante per l’accuratezza dei dettagli. In seguito dell’Antella sarebbe diventato membro dell’Accademia del Disegno di Firenze, la prima Accademia d’Arte Italiana fondata da Giorgio Vasari nel XVI secolo.

Caratterialmente Francesco non era molto diverso da Caravaggio, anche lui era orgoglioso e turbolento ed incline all’uso della forza, per non dire violenza. Aveva ucciso in uno scontro con la spada addirittura il nipote dello stesso Wignacourt. Ma il Gran maestro lo aveva perdonato, sapeva che dell’Antella aveva reagito solo dopo essere stato provocato dal nipote, dunque si era dovuto difendere.

Anche per Francesco dell’Antella Caravaggio dipinse un quadro. Era un ringraziamento per l’impegno e l’aiuto profusi per perorare la sua causa. L’opera è conosciuta come “l’Amorino dormiente”. Caravaggio si ispirò nell’ eseguirlo alla sua precedente opera “Omnia vincit amor” dipinta per Vincenzo Giustiniani nel 1602, solo eseguendoli con tinte più fosche ed oscure.

C’è un aneddoto legato a questo quadro. Il Cupido addormentato di Caravaggio veniva associato a quello di Michelangelo Buonarroti a cui sicuramente in precedenza il pittore si era ispirato. Da giovane Michelangelo Buonarroti aveva scolpito un amorino dormiente stupendo; così fortemente ispirato all’arte classica, tanto che poteva passare per un’opera antica autentica. La storia è raccontata proprio da Giorgio Vasari. Pierfrancesco de’Medici giudicando l’opera come una perfetta esecuzione in stile classico, consigliò a Michelangelo di seppellirlo sotto terra. Poi, una volta dissotterrato mandarlo a Roma spacciandolo come un pezzo antico. Così, spiegava all’artista, sicuramente lo avrebbe venduto ad un prezzo molto alto. Un perfetto esempio di falsificazione dell’epoca.

Così se Michelangelo Buonarroti rivaleggiava con i capolavori dell’antichità, Caravaggio con questo quadro si metteva in competizione con lui.

Francesco dell’Antella mostrò il quadro ad un pronipote di Michelangelo, tale Francesco Buonarroti, anche egli cavaliere di Malta, che lo spedì a Firenze ad un più celebre membro della famiglia Buonarroti, il poeta drammaturgo Michelangelo il Giovane, fratello di Francesco. L’uomo colse l’omaggio misto a rivalità tributato al cupido marmoreo dell’avo apprezzandolo moltissimo.

Il 24 aprile del 1610 dell’Antella scrisse al drammaturgo e poeta che ora, dopo il suo lusinghiero commento, stimava molto di più il suo cupido. D’altronde come biasimarlo? Veniva lodato addirittura da un Buonarroti!

Il Cupido in questione venne riprodotto anche sulla facciata del Palazzo dell’ Antella di Piazza Santa Croce a Firenze, nello stesso luogo dove il quadro veniva conservato dalla famiglia. Oggi è invece esposto nella Galleria Palatina a Firenze.

Anche Alof De Wignacourt è stato ritratto da Caravaggio. Dei due dipinti eseguiti però, solo uno è sopravvissuto. Quello conservato al Museo del Louvre a Parigi. Anche se danneggiata, la tela ispirata alla ritrattistica di Tiziano non ha comunque perso il suo fascino.

Invece dell’uniforme monastica, il Gran maestro è immortalato mentre indossa una bellissima armatura della metà del XVI secolo. Più che altro adatta rievocare il passato eroismo dimostrato dall’uomo durante il Grande assedio di Malta del 1565; quando i Cavalieri di Malta si opposero strenuamente ai turchi impedendogli di conquistare l’isola.

Riccardo Massaro
Francesco Dell’Antella e Caravaggio

3 pensieri su “Francesco Dell’Antella e Caravaggio

  • 7 Ottobre 2025 alle 13:53
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    Grazie anche da parte mia che non conoscevo affatto questa storia, nonostante mi piaccia molto questo pittore ed abbia letto qualcosa su di lui.
    Anzi la invito a scrivere ancora su Caravaggio se è fornito di cose edte o inedite, perchè penso ne valga la pena.
    Auguri!

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  • 4 Ottobre 2025 alle 17:06
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    Riccardo Massaro,
    Complimenti per il bell’articolo su Caravaggio. Conoscevo solo in parte la storia di questo episodio. Ora ne so molto di più. Grazie e saluti.
    Gian Piero Graziani

    Rispondi
    • 6 Ottobre 2025 alle 17:05
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      Grazie! Sono contento che sia piaciuto!

      Rispondi

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