Ginevra de’ Benci nacque nell’estate del 1457 nella villa Il Poggio (oggi chiamata Belvedere), sopra il paese di Grassina nel territorio ripolese. I suoi genitori vi si trasferivano a passare la stagione calda. Era figlia di Giovanni di Amerigo di Giovanni Benci. La Bencina come era affettuosamente chiamata, aveva un fratello di nome Giovanni, destinato in futuro a diventare direttore del banco de’ Medici a Ginevra. Durante l’inverno vivevano nel loro palazzo in Firenze, di fronte alle case dei Peruzzi. E lì nel palazzo fiorentino Ginevra intratteneva gli ospiti che andavano a trovarla, con la sua erudizione e la conoscenza della musica. Persino il Magnifico colpito dalla sua bellezza, le dedicò versi trattanti le sue virtù.

Amerigo era contabile del banco dei Medici, insieme a lui lavorava come Notaio Ser Piero da Vinci padre di Leonardo. I genitori erano amici oltre che colleghi di lavoro. Ser Piero, frequentando il palazzo Benci, porta con sé Leonardo, che diventa amico dei giovani Benci suoi coetanei. All’età di 17 anni Ginevra, suo padre era morto poco tempo prima, si sposa con il facoltoso Luigi Niccolini di 25 anni più vecchio, come risulta dal contratto matrimoniale redatto dal Notaio Ser Simone Grazzini da Staggia. Non fu un matrimonio d’amore ma combinato dal padre e dal Niccolini. Ginevra amava e era riamata da un giovane rimasto sconosciuto, non facendo niente per nasconderlo.

Impronta digitale Leonardo da Vinci

Nella frequentazione di palazzo Benci, Leonardo la dipinse nella “Dama dei Ginepri” ritratta forse al tempo delle nozze con il Niccolini, o negli anni 1478/1480, al tempo della sua lunga malattia. Nel ritratto Ginevra è raffigurata giovane e bella, anche se ha il volto triste. Il pittore dietro la testa dipinge una corona di ginepro, pianta molto diffusa alla villa il Poggio. Nello sfondo raffigurò Firenze come lo vedeva quando andava alla villa. Il quadro non ordinato da nessun committente e mai ritirato, rimase nel palazzo Benci, fino all’estinzione della famiglia avvenuta nel 1630. Il quadro oggi è conservato alla National Gallery di Washington. Leonardo continuò ad andare a trovare la Bencina nel suo palazzo, benché fosse sposata. Per evitare chiacchiere sulla frequentazione dei due dovette intervenire il Magnifico, che inviò Leonardo a Milano alla corte di Lodovico il Moro.

Il pittore rientrò a Firenze nel 1503 dopo la cacciata dei Medici, iniziò a dipingere il quadro con il ritratto di Lisa Gherardini del Giocondo, chiamato dal Vasari “La Gioconda“. Sembra non commissionato da nessuno, benché il Vasari affermasse fosse stato richiesto dal Giocondo. Dopo attenti studi fatti da storici dell’arte, sembra (anche se non c’è la certezza) sia il ritratto della Bencina nella sua maturità. Nel quadro è rappresentata nella stessa posa della “Dama dei Ginepri”. Il paesaggio dipinto rappresenta un sentiero che scende alla Cascianella dalla villa Tavernuzza, fra i paesi di Antella e Grassina, nuova residenza estiva dei Benci. Leonardo portò il quadro in Francia, lo tenne presso di sé fino alla sua morte avvenuta nel 1519, quando lo regalò al re francese Francesco I.

Ginevra morì nel 1521 alla villa Tavernuzza , all’età di 64 anni assistita dal Pievano dell’Antella Amerigo Benci appartenete alla sua famiglia.

Alberto Chiarugi
Ginevra De’ Benci, La Gioconda?
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