Se andiamo a vedere le possibili spiegazioni del perchè il leone è simbolo di Firenze ritroviamo sopratutto spiegazioni dovute ad una scelta legata al bel felino come rappresentate del potere popolare. Allo stesso tempo il nome del nostro Marzocco, o Martocus, è in ricordo dell’antico protettore della città il Dio Marte. Marzocco in quanto la città sembra fondata sotto la protezione del dio Marte. Altra spiegazione è il leone come omaggio al condottiero Guglielmo II° re di Scozia detto, appunto, il Leone. Lo ricordiamo anche noi della Rivista Fiorentina in questo articolo: Marzocco.

Forse si dovrebbe scavare in radici più archetipe di questa simbologia che nella realtà non caratterizza solo Firenze, ma anche moltissime altre città, per esempio Venezia e non la cito a caso.

Quando Firenze fu fondata dai romani, si suppone nel 59 a.C., si crede che non fossero romani qualsiasi, ma soldati di ritorno da gravose missioni a cui si concedeva un luogo proprio di riposo e la possibilità di fondare una nuova città, ma anche di esercitare un controllo sulla già esistente Fiesole, sulle popolazioni rurali presenti, cioè gli etruschi, ed infine su un corso d’acqua che per il commercio dell’epoca aveva notevole importanza.

Un premio per gli anni di servizio all’impero, una nuova città.

Queste legioni erano quelle di Gaio Giulio Cesare e magari erano soldati romani di stanza in Africa, forse in Egitto ed è logico pensare che portassero con se simboli, simbologie, che avevano conosciuto nelle terre dove avevano vissuto. La famosa legio Martia? Potevano essere loro?

Sappiamo anche che Firenze è nata alla confluenza di Arno e Mugnone e di come tutta l’area fosse un acquitrino. Ancora oggi si dice che Firenze è costruita sull’acqua, non proprio come Venezia, ma il principio non cambia.

Leone ed acqua, un’incongruenza apparentemente se si pensa che il Leone è un simbolo di fuoco ed ha poco a che vedere con l’acqua. diverso appare se pensiamo al leone legato all’egitto o meglio ancora al Nilo. Gli egizi usarono proprio le teste del leone sulle chiuse di pietra che regimavano le acque del Nilo quando questo era in piena e quando avveniva la piena del Nilo? Quando in terra d’egitto c’era la costellazione del Leone stagliata in cielo. Attraverso il leone, dalla sua bocca, sgorgavano le acque del Nilo. Ecco che una simbologia come il leone e l’acqua trova una sua spiegazione e come Firenze, città che nasceva sull’acqua abbia scelto, attraverso la cultura simbolica acquisita dai romani, il simbolo del Leone. Esattamente la stessa cosa succedeva anche a Venezia con il suo leone alato di San Marco.

Oppure, ancora, il diluvio universale, quello biblico, è avvenuto sotto la costellazione del Leone.

Simbolo e mito per raccontare un archetipo, che è conosciuto dall’iniziato e sconosciuto al tradizionalista (Giovanni Francesco Carpeoro).

Jacopo Cioni
Jacopo Cioni

Il leone fiorentino è di origine egiziana?
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5 pensieri su “Il leone fiorentino è di origine egiziana?

  • 13 Aprile 2019 alle 15:44
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    Il leone è un animale solare universalmente simbolo della regalità della potenza e della nobiltà, mentre nel suo aspetto negativo incarna l’orgo È la presunzione. È sempre stato associato a grandi eroi e sovrani. E poi è il re degli animali!
    Appare nella mitologia egizia,greca,romana… persino induista ma la cosa più interessante è che spesso è associato alla femminilità, poiché sono quasi sempre delle dee a essere rappresentate con questo aspetto. Si potrebbe pensare che l’assimilazione del leone e della donna accresca la potenza di quest’ultima. Così, in Egitto,Tefnut e Mehit appaiono con i tratti di donne dalla testa di leonessa, mentre Negertum si tiene un piede su un leone accosciato. Ma l’immagine più interessante è quella di Tueris, Dea che protegge i neonati, raffigurata talvolta, quando si trova nel ruolo di Dea guerriera, come un ippopotamo femmina con una testa di leone, sicuramente per rappresentare la madre protettrice che non esiterebbe a uccidere per difendere i piccoli. Sekhmet è la più famosa. La Dea della guerra. Rappresentata in veste di leonessa selvaggia che hanno complottato contro Ra. Il suo furore è tale che gli dei sono obbligati a ubriacarlo per fermarla. E si ferma dopo aver bevuto 7000( vi faccio notare la comparsa del 7, numero sacro) brocche di birra addizionata a succo di melagrana, frutto sacro nella religione pagana , reso sacro poi da quella cristiana che lo assimilò per motivi che tutti sapete. Poi ci sono gli altri popoli e le altre culture e l’argomento diventerebbe vastissimo. Mi fermo al fatto che presso tutte le popolazioni è simbolo di forza,coraggio,bene ecc.
    Io escluderei pertanto il collegamento. Il leone è sempre stato rappresentato e nei tempi antichi non ci sono testimonianze che io ricordi Fra toscani ed egizi. Anche se abbiamo un bellissimo museo Archeologico che contiene una bellissima sezione egizia. Forse c’è stato qualche contatto al tempo dei popoli del mare , i Teres, ma in breve tempo loro… sparirono. Di loro non vi fu più alcuna notizia. Ramages III … non li considerò, a differenza degli Shardana, poi diventati i sardi, che divennero la guardia personale del Faraone. Pochi guerrieri ben addestrati e ben equipaggiati…
    Comunque la storia è molto lunga…
    Fonte: Betti Pili- lettere antiche ramo archeologico

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    • 13 Aprile 2019 alle 16:54
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      Interessante. Lei lo esclude, altri no. E’ possibile avere una certezza? Non credo; quindi ben venga ogni teoria, quella da me esposta, non certo di mia intuizione, la trovo affascinante proprio per il collegamento romani-Egitto-costellazione.
      Jak

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      • 14 Aprile 2019 alle 9:55
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        Non è possibile avere certezze finché non si trovano prove scritte. Io ho riportato ciò che c’ Di scritto. Il leone, ho dimenticato di dire, è anche il simbolo del sole. Forse anche per via della sua criniera. In linea di massima, comunque, presso quasi tutte le civiltà è considerato un animale nobile. A differenza della tigre, per esempio…

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        • 14 Aprile 2019 alle 11:25
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          Vede, l’articolo fatto non ha lo scopo di riportare quello che c’è di scritto, in parte lo abbiamo fatto in altri articoli sull’argomento, ma di ipotizzare un qualcosa di indimostrabile per solo esercizio intellettivo. Lo si può apprezzare o criticare, ma non cambiarne lo scopo. Mi ripeto, non una testimonianza, un’idea che fra l’altro non è nemmeno mia, ma di uno studioso massonico. Questo pezzo non è la recitata lezioncina di storia, ma il divertimento nell’ipotizzare, un modo per apportare nuovi dubbi, vera ricchezza dell’intelletto, a fronte di noiose ripetizioni scolastiche che non si modificano nel tempo sino a che qualcuno non esercita i suoi dubbi.
          Jak

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