In Santo Spirito, nel giorno della Passione, era esposto alla venerazione dei fedeli un “grossone”. Si trattava di una moneta d’argento, di uso comune, con impressa su una faccia l’immagine di Cristo e di Maria.
Di “grossoni” in circolazione ve ne erano molti, ma quello di Santo Spirito aveva una storia del tutto particolare. Si narrava che fosse appartenuto ad un giocatore incallito, il quale ad Empoli, nel 1392, a seguito dell’ennesima partita, aveva perso ogni avere.
Travolto dalla rabbia, quando vide anche quell’ultimo dischetto d’argento scivolare nelle tasche dell’avversario, imprecando come un ossesso, lo pugnalò e dalla moneta uscì un fiotto di sangue. A partire da quel momento i frati, prima di iniziare una predica contro la bestemmia, mostravano dal pulpito ai credenti il “grossone” miracoloso, considerato una reliquia.

questa poi non la conoscevo…interessante e curiosa