Non si tratta di un fiorentino, ma di un’adottato padovano che alla corte dei Medici ha dato il meglio di se.

Stiamo parlando di Bartolomeo Cristofori nato a Padova nel 1655. Molto giovane incomincia a lavorare presso una bottega di un cembalaro ed in breve tempo acquisisce e sviluppa le capacità costruttive realizzando ottimi strumenti. Questa sua abilità lo rese noto, e nel 1688 il principe Ferdinando de ’Medici, grande mecenate, umanista e ottimo clavicembalista, figlio dell’allora granduca di Toscana Cosimo III, passo per il padovano e conosciuto il giovane Bartolomeo lo volle alla corte di Firenze.

Giunto a Firenze trova alloggio prima al canto degli Alberti, nel popolo di San Remigio, e poi in un secondo periodo al popolo di San Jacopo tra Fossi. Frequenta svariate officine medicee, quasi tutte site nei pressi degli Uffizi.

Nel 1690 entra di fatto al servizio de’ Medici, come cembalaro di corte, ma prosegue nella progettazione e costruzione di strumenti musicali all’epoca venduti in botteghe presso Pitti e presso Pratolino. Nel corso del tempo si sono trovate ricevute di vendita di svariati strumenti, spinette, cembali in legno di cipresso, organi e addirittura un contrabbasso che ancora oggi è conservato nella Galleria dell’Accademia di Firenze.

Il principe Ferdinando notò la propensione di Cristoferi a progettare svariati tipi di strumenti e lo incoraggiò a studiare la possibilità di creare un nuovo strumento partendo dalla base meccanica del clavicembalo.

Il Cristofori modificò la meccanica del clavicembalo trasformandolo da uno strumento a corde pizzicate ad uno strumento con corde percosse. Fu Mannucci a definire il nuovo strumento ”un Arpicimbalo che fa il piano e il forte” cioè il primo pianoforte.

Pianoforte Cristofori del 1720 presso il Metropolitan Museum di N.Y.

Dopo il primo prototipo ne furono realizzati altri, almeno tre, tanto che Scipione Maffei, passato da Firenze nel 1709, scrisse sul Giornale dei letterati d’Italia, nel 1711, un articolo dove non solo descriveva il nuovo strumento, ma riportò anche un disegno della meccanica. Questo articolo testimoniò la nuova natura dell’invenzione che oggi chiamiamo pianoforte.

Giovanni Maria Casini famoso clavicembalista fiorentino scrisse del nuovo strumento: ”render su gli strumenti il parlar del cuore, ora con delicato tocco d’angelo, ora con violenta irruzione di passioni”.

Il nuovo strumento, nel corso degli anni, fu sempre più affinato dal Cristofori che continuò la sua attività alla corte De’ Medici anche dopo la morte del suo mecenate Ferdinando.

Oggi svariati Arpicimbali che fanno il piano e il forte sono conservati nei musei di tutto il mondo. Lo strumento realizzato nel 1720 si trova al Metropolitan Museum di N.Y., quello realizzato nel 1722 è conservato nel Museo degli strumenti musicali di Roma, l’evoluzione del 1726 esposto assieme a quello del 1720 nell’EXPO di Parigi del 1878, si trova a Lipsia.

Il 27 gennaio 1732 (1731 per il calendario fiorentino dell’epoca) Bartolomeo Cristofori morì a Firenze e fu onorato presso la chiesa di S. Iacopo tra’ Fossi (abbattuta nel 1847).

Jacopo Cioni Gran Cerusico
Il pianoforte inventato a Firenze
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