C’è qualcuno nel mondo che non conosce il David di Michelangelo?

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David

Il David rappresenta l’eroe biblico nell’atto di affrontare Golia. E’ una scultura in marmo realizzata da Michelangelo fra il 1501 e il 1504 ed è conservata presso la Galleria dell’Accademia a Firenze. Esistono delle copie sempre a Firenze esposte al Piazzale Michelangelo e in piazza della Signoria.

La sua storia comincia molto prima che Michelangelo iniziasse ad estrarlo dal gelo marmoreo. Il blocco di marmo che i fiorentini chiamavano “il gigante” è stato in una rimessa per 40 anni dopo che più artisti del 300 si erano cimentati e arresi.

Ci aveva provato Agostino di Duccio che iniziò ad abbozzarlo e poi anche Antonio Rossellino. Entrambi rinunciarono sia per le dimensioni, un colosso alto e stretto, sia per le scarse qualità del marmo stesso sia in termici strutturali che di sgrossatura molto rozza.

Michelangelo si incontrò con “il gigante” da bambino durante i suoi giochi, lo scoprì abbandonato in capannone e probabilmente sin dall’ora la sua mente vide chi si nascondeva nel marmo. Sicuro è che gli sarebbe piaciuto cimentarsi fin da subito, ma non osò mai chiederlo anche negli anni successivi già da artista affermato.

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Pietro Soderini

Si racconta che il Soderini volesse affidare “il gigante” a Leonardo da Vinci. Sappiamo che fra Leonardo e Michelangelo non scorreva buon sangue e l’idea che non fosse lui ma Leonardo a scalpellare quel marmo forse gli diede il coraggio di presentarsi al cospetto del Soderini per convincerlo ad affidargli il compito. Soderini alla luce dei precedenti scultori rinunciatari decise di accontentarlo e lo affidò ad un 25enne Michelangelo, forse certo del suo fallimento o anche per vedere come un giovane e rinomato artista avrebbe affrontato questa immane prova.

Un’impresa titanica lavorare su un marmo per lo più sgrossato da altri. Si narra addirittura che uno dei due artisti nel tentativo di lavorare “il gigante”, aveva provocato un buco largo un braccio nella parte inferiore del marmo. Uno dei rischi, non l’unico, era che l’opera finita non potesse reggersi sulle gambe, un problema che pareva insormontabile. Michelangelo genialmente rimediò con perizia immaginando una gamba leggermente divaricata. Il genio in questo risiedeva, nel vedere l’opera già terminata all’interno del marmo.

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David in piazza Signoria foto di Marzio Somigli

Una delle copie, quella in piazza della Signoria è posizionata nello spazio che doveva ospitare l’originale, una posizione che fu decisa da una apposita commissione composta da personaggi illustri dell’epoca, ne facevano parte fra gli altri importanti artisti quali  Sandro Botticelli, Filippino Lippi, Leonardo da Vinci, Pietro Perugino, Lorenzo di Credi, Antonio e Giuliano da Sangallo, Simone del Pollaiolo, Andrea della Robbia, Cosimo Rosselli, Davide Ghirlandaio, Francesco Granacci, Piero di Cosimo, Andrea Sansovino.

In verità, al momento che Soderini affidò il lavoro a Michelangelo, questa statua doveva far parte di 12 statue che avrebbero abbellito la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, ma poi, a lavoro quasi ultimato e vista la potenza suggestiva della statua, la politica subentrò per trovare una collocazione che la rendesse monito per i nemici di Firenze.

Oggi come oggi il David è considerato il simbolo di Firenze nel mondo, un capolavoro scultoreo che incarna i dettami della bellezza maschile ed è emblema del rinascimento.

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Naso del David

Un divertente aneddoto riguardante il David è questo, per evitare sguardi indiscreti che disturbavano il lavoro di Michelangelo, questi fece innalzare delle tavole di legno lungo il perimetro dello spazio di lavoro in modo che nessuno potesse vedere l’opera in corso. Ovvio che questo teneva lontano le persone comuni, ma un giorno il gonfaloniere di Firenze Pietro Soderini si presentò a controllare come procedeva la fatica di Michelangelo. La statua era quasi terminata e il Soderini, forse impressionato da tanta perfezione, volle criticare in qualche termine. Il gonfaloniere disse a Michelangelo che il naso del David era troppo grosso e non aggraziato, era il caso di diminuirne le dimensioni. Michelangelo si infastidì e sarebbe stato pronto a controbattere ma scelse di burlare il criticone e prima di salire sulla scala per la correzione raccolse polvere e detriti da terra. Giunto in vetta si mise a scalpellare il naso fintamente lasciando cadere dalla mano polvere e detriti e operando una immaginaria modifica. Si volse quindi verso il basso e guardando il Soderini chiese se cosi era meglio. Il Soderini compiaciuto disse: “adesso si che è perfetto”. Probabilmente allontanandosi tronfio gridò al Michelangelo: “ringraziami per l’aiuto che ti ho dato”.

Ancora un aneddoto che racconta la genialità Michelangiolesca. Se osservate la testa e le mani del David noterete che sono leggermente sproporzionate. Nella realtà Michelangelo sapeva che la statua sarebbe stata osservata dal basso (come dicevamo andava esposta in alto sul perimetro della cattedrale) e per compensare la visione dal basso verso all’alto aveva falsato le proporzioni per renderla aggraziata alla vista. All’atto pratico poi la posizione non fu cosi elevata ed un occhio attento nota il disequilibrio.

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Cinci del David

Infine la parte divertente, il pisello del David. La battuta sulle proporzioni degli attributi del David sono soventi, “c’è l’ha piccolo” e giù a sghignazzare. Nella realtà le dimensioni furono scelte secondo i dettami classici dell’arte greca che attribuivano all’eleganza più che alla dimensione il pregio artistico.

Vorrei ricordare che in termini anatomici e funzionali il riposo non corrisponde all’azione e se magari se qualche bella donzella fiorentina riuscirà a stuzzicare il bel David potremmo valutare se sull’attenti non si poi cosi disdicevole.

In questo articolo ” Un sorriso sul David e il lillo piccolo “un cartone animato divertente in merito.

Jacopo Cioni

 

David simbolo di bellezza maschile e di aneddoti divertenti
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