Un omaggio a Firenze è certamente un omaggio a Marasco, cantautore menestrello fiorentino.

Riccardo Marasco è nato a Firenze nel 1938 e ha cantato Firenze innumerevoli volte, qua sotto la canzone in video “l’alluvione”, una cantata divertente e irriverente legata all’alluvione di Firenze del 1966. Morto lo scorso anno ha lasciato un vuoto fra le voci fiorentine.

Per ricordare l’alluvione del novembre del 1966 vi consiglio di leggere questo articolo che contiene un video inedito.

Marasco , songwriter and troubadour : The flood

A tribute to Florence is certainly a tribute to Marasco, minstrel singer Florence.

Riccardo Marasco was born in Florence in 1938 and has sung countless times Florence, below the song in the video ” the flood “, a cantata fun and irreverent linked to the flood in Florence in 1966. Died last year has left a gap between Florentine items.

Testo della canzone

Marito: “O Rosa, ma che l’ha chiuso l’acquaio ieri sera? E sento un gran pisciolio d’acqua!”
Moglie: “A Gesilao, vien via, e tu lo sai è la solita storia: l’e’ la sora Algisa di’ ppian di sopra, il su’ marito l’è anna’o ni’bbagno e lei la fa pisciare il figliolo dalla finestra. Su’ mi fiori, a Gesilaaao!
Va a dinni qualche cosa te sennò qui l’e’ buriana!”
Marito: Vabbe’ Rosa… e andro’a vedere, ma… o dio Rooosa… icch’e’ successo… uuuh quanta roba gialla ‘he passa! Ommammina, il sor Checchetti sull’armadio… o’ ndo’e torna di casa… ooh ooh oh rooosa… (se lo porta via l’acqua)

Nuoti sommerso in un mare di cacca
non sai se d’uomo oppure di vacca
non sai capire i’cche t’è successo
ti pare troppa per esser di un cesso.

E mentre cerchi di restare a galla
l’arno trabocca laggiù dalla falla
corre veloce per via Tornabuoni
al Davide lava fremente i coglioni.

Sei trascinato per via Calzaioli
e pensi che ieri dicevi a’figlioli
“sarà ma domani, maremma puttana, l’è pioggia c’ho un callo che segna buriana”.

Tutt’ad un tratto sei nel Battistero
ti par di sognare ma invece l’è vero
quel mondo dorato di santi e gesù
lo tocchi con mano l’è sceso quaggiù.

Ma sei vomitato e gettato in via Roma
ridi tu ridi pensando “alla chioma
che porgerle schiava dovea la Vittoria” (quotation)
ma poi come Pisa lo prese in Meloria.

E via bordeggiando per queste stradine
in quattro e quattr’otto sei già alle Cascine
là dove c’erano tanti finocchi
adesso ci cantano quattro ranocchi.

“Fermati palle via fermati adesso
lascia che l’acqua ti scorra un po’ addosso” (quotation)
attaccati al palo su non fare il pazzo
se non tu c’hai il palo attaccati ai lilli.

Ma la corrente la ti porta via fin su la Piazza
della Signoria là dove Cosimo
monta a cavallo “ai chhe tu ttattacchi…”
ai lilli di’ lallo.

Tutte le statue che son sui’ piazzale
berciano in coro “ma questo è triviale!”
lo dice Ercole e sotto c’ha Caco
che pe’ quell’acqua oramai l’è briaco.

Grida Oloferne con la su’ Giuditta
e la Medusa che l’è la piu’ dritta
perché Perseo co’na sciabolata
sul pelo dell’acqua la testa gli ha arzata!

Mortificato per questa gran lagna
cerchi rifugio alla Loggia di Orcagna
dove il Romano fa becco il Sabino
li soffia la moglie e lo lascia lì chino.

Anche il Marzocco un sa piu’ cosa fare
perché i leoni non sanno nuotare
senza costume sta lì tutto nudo
“speriamo che l’acqua ‘un mi freghi lo scudo!”

Non hai piu’ salvezza, non hai piu’ speranza,
ovunque c’è cacca in frenetica danza
e trascinato dall’onda veloce
giungi stremato in Santa Croce.

Dante di marmo, poeta divino,
mira sdegnato l’immane casino
“o fiorentini m’avete esiliato…
prendete la merda che dio v’ha mandato!”

Marasco, cantautore e menestrello: L’alluvione
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