Sembra che, appena ventenne, Michelangelo realizzò la statua di un Cupido dormiente, che venne sotterrata per anticarla ed essere rivenduta a Roma come reperto archeologico (probabilmente a insaputa dell’artista). Il cardinale Raffaele Riario la acquistò per una notevole somma di denaro, credendola un originale greco-romano e, quando giunsero alle sue orecchie voci che ne smentivano l’autenticità, si arrabbiò molto. Egli mandò a Firenze Jacopo Galli, per avere conferma della truffa e Michelangelo gli confermò di averla realizzata lui stesso. Alcuni sostengono che l’idea di antichizzare la scultura di Michelangelo fosse stata di Lorenzo di Pierfrancesco, bis-cugino di Lorenzo il Magnifico, che aveva preso lo scultore sotto la sua protezione; fu infatti lui a commissionargli il famoso Cupido della vicenda e come la statua sia finita poi nelle mani del Riario, è un vero mistero.

Molti sostengono che il Buonarroti fosse ignaro della faccenda, ma vi sono anche correnti di pensiero che nutrono seri dubbi sulla sua innocenza.

Anche durante l’apprendistato di Michelangelo da Domenico Ghirlandaio, si racconta che il maestro diede al giovane discepolo, il compito di esercitarsi in pittura eseguendo una copia di un suo dipinto. Questi lo fece così bene che decise di sostituirlo all’originale fatto di mano dal Ghirlandaio e potete crederci, riuscì ad ingannarlo.

Non è dato sapere se si trattò di una semplice “ragazzata” o se pure Michelangelo, con questo scherzo intendesse mostrare a tutti di non avere maestri da cui imparare, che l’abilità  di cui era dotato era solo farina del suo sacco e non di un apprendimento.

Vasari nelle sue “Vite”, ci dice che Michelangelo si faceva prestare dai signori collezionisti i disegni dei “vecchi maestri” e dopo averli copiati perfettamente, riconsegnava ai proprietari i suoi falsi al posto degli originali. Se per le sculture egli aveva trovato il semplice metodo di porle sotto terra, per invecchiare la carta usava la tecnica di tenere i fogli sul fumo di legna verde.

Michelangelo sembra fosse dotato di una memoria fotografica tridimensionale. Gli bastava guardare una sola volta una statua per riuscire a riprodurla, esattamente uguale, anche ad anni di distanza.

E’ difficile immaginare Lorenzo di Pierfrancesco conoscitore delle tecniche di invecchiamento di opere artistiche e soprattutto intento a piazzare un falso sul mercato romano.

E’ molto più probabile invece che abbia appoggiato le idee del suo protetto intenzionato a pubblicizzare la sua abilità artistica. Se così fu, lo stratagemma funzionò.

Mostrarsi in grado di scolpire statue come quelle greche-romane, rese presto famoso Michelangelo e lo stesso Raffaele Riario, volle poi conoscere di persona l’artista che poi chiamò a Roma.
Per soddisfazione personale o per promuoversi come abile scultore, il fatto è che il Buonarroti fu un vero e proprio falsario.

Gabriella Bazzani
 
Michelangelo Buonarroti un falsario.

6 pensieri su “Michelangelo Buonarroti un falsario.

  • 6 Maggio 2018 alle 1:26
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    Salve,
    senza citare il Vasari nè altri e prima di aver letto questo articolo della brava Gabriella Bazzani anch’io sapevo che Michelangelo in gioventù aveva fatto diciamo degli “scherzi” come scultore, come pittore no, non l’ho mai sentito dire. Non userei il termine falsario perchè in definitiva Michelangelo era così bravo che non se lo merita.
    Per il Dott. Jacopo Cioni invece vorrei dire che un articolo al giorno è un pò troppo, io non ce la faccio a starvi dietro nel senso che appena finisco di leggere l’invio della rivista me ne arriva subito un’altra, per piacere, fate più piano! Sa infatti bene che seguo con attenzione tutti gli articoli della rivista che mi piace davvero.
    Inoltre essendo questa una rivista per appassionati occorrerebbe da una parte e dall’altra più moderazione, spero che chi ha fatto l’appunto, scriva alla rivista e ci “illumini” sull’articolo in questione, non fosse altro per la soddisfazione di Gabriella Bazzani che non mi pare scriva a caso……

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    • 6 Maggio 2018 alle 22:11
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      Salve
      Ovvio che il termine falsario è riferito all’episodio, non una mancanza di rispetto, ma una constatazione. Grazie per i complimenti alla rivista, sempre graditi. Un articolo al giorno è la base standard che ci siamo dati per avere una continuità, comunque se si iscrive alla newsletter il sabato riceverà una mail con tutti gli articoli della settimana e se ne ha saltato uno può recuperarlo il sabato e la domenica.
      L’invito ad una rettifica è stato fatto, ma sia io che Gabriella abbiamo avuto la sensazione che si cercasse solo un poco di pubblicità.
      Saluti
      Jak

      Rispondi
  • 1 Maggio 2018 alle 15:06
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    Ho letto il vostro articolo che mi è stato segnalato e ho notato una moltitudie di erroracci storici e non solo. Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici non ha nulla a che fare con il cupido dormiente e il suo sotterramento per renderlo antico…mai sentito parlare di Baldassarre del Milanese? Il cupido non mi fu commissionato da nessuno…La storiella poi della copia fatta di un lavoro dei fratelli Ghirlandaio non ha alcuna attinenza con la realtà così come le copie mie spacciate per autentiche. Ma quando mai? Ma da che fotni avete attinto per scrivere questo articolo? No, così per sapere…citate il Vasari senza averlo letto: un peccato mortale. Vi potrei ribattere punto per punto tutto ciò che avete scritto ma ho di meglio da fare. Buona giornata e mi raccomando: la prissima volta prendere riferimenti da qualcosa di più attendibile

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    • 2 Maggio 2018 alle 9:40
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      Prendiamo atto del suo disaccordo, magari Lei ha informazioni migliori delle nostre o semplicemente fonti diverse, dubito che in taluni argomenti possa esistere la verità vera se non perfettamente documentata. Vorrei comunque farle notare che si può argomentare anche con più moderazione e senza salire in cattedra. Comunque, la nostra rivista cerca di fornire articoli che non si vantano certo di autori universitari e cattedratici di sorta, siamo tutti volontari ed appassionati e scriviamo “Gratis et amore Dei”, siamo però disponibili al confronto per migliorarci tutti. Ci sentiamo quindi di offrirle la possibilità di replica con un suo articolo firmato in calce dove espone le sue argomentazioni.
      Jacopo

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      • 2 Maggio 2018 alle 11:05
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        Mi lascia perplesso il fatto ce venga citato un po’ a caso il Vasari…in nessuna delle due edizioni è riporata una cosa del genere. Scrivere tratuitamente non significa poter scrivere qualsiasi cosa diffondendo informazioni falsate. Ci sono verità storiche e leggende arbitrarie.
        Liberi di fare come credete: il web è pieno di fake news

        Rispondi
        • 2 Maggio 2018 alle 16:43
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          Salve
          Nonostante la nostra gentilezza e l’invito ad essere collaborativa, dato che si suppone sia una donna che ci risponde anche se fa finta di essere Michelangelo, (e già questo ci lascia perplessi) lei preferisce rimanere in campo aggressivo e insistere sulla sua altissima condizione di esperta del settore. Esperta commerciale perchè oltre che vendere i suoi libri ci vende su anche le magliette. La gratuità non è segno di cialtroneria, ma solo di passione nell’argomento Firenze, passione che non può rubare necessariamente il tempo al vero lavoro o alla famiglia oltre un certo limite. La Rivista Fiorentina pubblica un articolo al giorno ed è un impegno già gravoso e non posso che ringraziare chi collabora a questo risultato. Siamo letti da una media di 1500 persone al giorno e questo ci soddisfa e ci rende onorati rispetto a chi ci legge. Siamo anche orgogliosi che talune volte ci vengono a correggere, segno che siamo seguiti ed anche con attenzione. Da questo, cioè segnalare una incongruità e tacciarci di fake news ci corre come mangiare e stare a guardare. Quindi ribadisco, dato che ha rifiutato il nostro invito alla collaborazione e al dialogo costruttivo si ritiri in disparte e smetta di leggerci. Noi non possiamo dire altrimenti dato che non l’abbiamo mai letta e forse non lo faremo nemmeno in futuro.
          La saluto e spero di non risentirla se non dopo che sarà scesa dal suo piedistallo, arrivederci signora Antonietta.

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