Un altro grande santo fiorentino era Zanobi. Apparteneva alla famiglia De’ Girolami, una famiglia di origine molto antica. La famiglia De’ Girolami possedeva una delle case torri più prestigiose della città, situata vicino al primo e unico ponte cittadino.

Nel IV secolo si fece conoscere come fervente religioso, impegnato a convertire i fiorentini che però erano poco propensi a cristianizzarsi. Secondo la leggenda più che con la sua oratoria riuscì nel suo intento grazie ai suoi prestigiosi miracoli. Tre di questi furono addirittura dipinti dal Botticelli agli inizi del 1500. L’opera è oggi conservata alla National Gallery di Londra.

Tra i miracoli compiuti: l’esorcismo di due giovani posseduti, la resurrezione di un figlio di una pellegrina e la restituzione della vista ad un pagano che aveva promesso di convertirsi se avesse ricevuto questa grazia.

Suo grande amico era un vescovo proveniente da Milano di nome Ambrogio, i due furono molto legati. Il prelato aveva vissuto per lungo tempo a Firenze, tant’è che c’è una chiesa a lui dedicata. Ambrogio, il santo patrono di Milano e Zanobi collaborarono insieme per convertire i cittadini. Ambrogio era sostenuto dalla disponibilità economica di una ricca ebrea. In seguito la donna gli aveva chiesto una grazia per suo figlio. Esaudita, si impegnò a costruire a sue spese una chiesa intitolata a San Lorenzo. Chiesa che fu poi consacrata proprio da Ambrogio. E’ proprio qui che avvenne l’incontro con tra i due. In seguito Ambrogio presentò Zanobi come uomo di fiducia a papa Damaso, che diede al giovane, vedendolo motivato e capace, vari importanti incarichi da lui portati felicemente a termine.

Divenuto vescovo Zanobi elesse a sede vescovile una struttura fuori le mura, proprio a San Lorenzo dove rimase fino alla sua morte.

In Piazza San Giovanni vicino all’antichissimo Battistero dedicato a Giovanni Battista, c’è una colonna detta di San Zanobi. La colonna ha posta sulla sommità una croce; fu qui eretta a ricordo di un miracolo del santo. Mentre la sua salma veniva traslata dalla chiesa di San Lorenzo a quella di Santa Reparata, il 26 gennaio del 429, un albero, un olmo, una volta bellissimo e gigantesco che in passato con le sue fronde aveva accolto nelle giornate calde i passanti proteggendoli dal sole, ma ormai secco da tempo, al passaggio del feretro riprese immediatamente vita. Divenne di nuovo verde, rigoglioso e recuperò la maestosità di un tempo. L’olmo visse ancora molti anni dopo questo episodio e quando si seccò di nuovo a causa della sopraggiunta vecchiaia, venne tagliato e distribuito al popolo di Firenze come reliquia. Uno di questi pezzi è conservato nel museo dell’Opera del Duomo. Su di esso, Maestro del Bigallo, dipinse proprio San Zanobi, rappresentandolo in alcune scene della sua vita.

Riccardo Massaro
San Zanobi a Firenze

6 pensieri su “San Zanobi a Firenze

  • 31 Marzo 2022 alle 12:12
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    …leggo:… che non è quello di “insegnare”, ma di far conoscere in maniera ludica….

    questo mi piace moltissimo !!!! Grazie ,bellissima la Storia di San Zanobi.
    Complimenti .

    Grazia Maria Barbieri

    Rispondi
  • 29 Marzo 2022 alle 20:47
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    Egregio Sig. Massaro,
    grazie per la Storia di S. Zanobi, a cui lei oggi ha aggiunto altre conoscenze.
    Desideravo suggerirle un libro che mi ha molto colpito e che potrebbe essere argomento di molti brani da parte sua e di altri sulla rivista. Si chiama “Un Fiorentino sul trono dei Savoia”. Non è uno scherzo, purtroppo è vero.

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  • 28 Marzo 2022 alle 12:48
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    Conoscevo la storia. Comunque ci sono dei dettagli in più e qualcosa tralasciato: i dipinti di Ridolfo del Ghirlandaio con i miracoli del santo.
    Grazie

    Rispondi
    • 30 Marzo 2022 alle 7:40
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      Ne parli tranquillamente lei! Sinceramente non ricordo se tra le mie ricerche l’ho tralasciato perché era un argomento troppo lungo da aggiungere, o avevo trovato troppo poco 😊😉

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      • 30 Marzo 2022 alle 22:26
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        Non ne posso parlare io perchè il Dott. Jacopo Cioni non ne sarebbe contento. Ognuno è fatto a suo modo per carità, ma non voglio essere assolutamente di nuovo offesa. Le dico per facilitare la sua ricerca che l’editore è un certo Otello Pagliai e il titolo del libro è quello che sopra le ho scritto. Lo può trovare anche on line. Personalmente ho letto tutto il libro avuto tramite la biblioteca e sono rimasta molto male, non avrei mai creduto ad una cosa del genere, ma ci sono troppe foto e riferimenti bibliografici per non capire che è tutto vero. Io sono una lettrice di libri, ma lei non importa che lo legga tutto, si risparmia così molti aspetti di Vittorio Emanuele II ed anche e soprattutto di Carlo Alberto abbastanza rivoltanti, basta che legga on line l’essenziale, se lo vuole fare naturalmente! Il mio voleva essere solo un suggerimento perchè ultimamente ci sono pochi articoli sulla rivista. A proposito sul frontespizio della rivista appare che ci sono 6 articoli da leggere, questo tempo fa, da un pò di tempo sono solo 2 articoli ed io suggerirei di non scriverne il numero, perchè questo in base alla fortuna, la volontà ed anche il caso possono variare. Auguri!
        Lucia

        Rispondi
        • 31 Marzo 2022 alle 11:21
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          Signora Lucia, ci fa piacere che lei ci segua con tanta attenzione ed io non ho problemi a lasciarla parlare sino a che il suo parlare non diventa motivo di imbarazzo o offesa per i nostri articolisti. Lei forse non ha capito lo spirito di questa rivista, che non è quello di “insegnare”, ma di far conoscere, in maniera ludica, Firenze alle persone che ci leggono. Un articolo è un articolo e ha una dimensione contenuta all’argomento trattato. Quando questo diventa “completo” sull’argomento non è più un articolo, ma un saggio. Ora, ogni articolista che scrive per noi lo fa per suo diletto e per piacere del lettore, non percepisce una lira se non la gratitudine dell’editore e del lettore. Quindi il suo voler mettere in evidenza l’incompletezza di un argomento trattato in un articolo è sinceramente inopportuno. Gli articoli che un tempo erano 5 a settimana sono diventati 2 perchè non sempre ricevo sufficiente materiale per essere pubblicato e non posso nemmeno “costringere” i collaboratori a fornire nuovi articoli dato che non li pago per poter pretendere. E’ più chiaro adesso?

          Rispondi

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