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La sala della Locanda del Moro al termine dei bagordi.

Una volta nelle locande si mangiava molto spartanamente. Il cibo era spesso limitato nella scelta ma si trattava di ciò che il mercato offriva per la stagione, per la mattinata passata al mercato. Oggi si riesce ad ottenere tutto il prodotto che vogliamo, anche dall’estero, ma spesso si tratta di materia prima di scarso valore o prechè raccolta impropriamente o perchè mal conservata o peggio ancora perchè trattata con sostanze più o meno tossiche che la rendano appetibile alla vista ma non certo al gusto ed olfatto.

Trovare un ristorante che ancora limita i suoi piatti rispetto alla disponibilità stagionale e alla scelta del prodotto valido è diventato sempre più raro, in primis esiste il business e tutto il resto, compreso l’amore per la cucina, passa dietro.

Oggi le locande e le trattorie sono molto spesso finti ristoranti che dietro un nome antico “acchiappano” clienti che cercano la cucina di un tempo e poi rimangono delusi dal cibo e dal prezzo. Trovare locande e trattorie è impresa davvero ardua, ma talvolta ci si riesce.

La Locanda del Moro a Montelupo sembra rispondere ancora alla caratteristica della locanda di un tempo. Certo esiste un menù e puoi scegliere, ma lasciare mano libera al cuoco Massimiliano è spesso più conveniente dato che sa esattamente che cosa ha scelto e come lo ha trattato. L’altro giorno mi sono recato a cena alla Locanda del Moro con 9 amici e amiche, e conscio di questo per esserci già stato, gli ho lasciato mano libera.

Un aneddoto. Ho scritto che ci ero già stato, una serata con tre amici per una cena di bollito. Terminata la bella cena io e uno degli amici ci siamo arrabattati per pagare, entrambi con 50 euro quindi uno dei due doveva fare il resto all’altro. Insomma per farla breve e trovata la quadra ho rinfilato i soldi in tasca e sono andato via senza pagare. In pratica ho fatto “il rigatino”, quindi dovevo tornare per onorare!

Appena arrivati non abbiamo aspettato un secondo ad imbracciare le forchette in quanto gli antipasti freddi erano già sul tavolo. Cuori di carciofi con grana, palline di ricotta ai pistacchi su formaggio, finocchi lessi e conditi, poi sono arrivati i carciofi fritti belli caldi. Tempo al tempo e sono arrivati tre secondi, un coniglio in umido, un peposo e poi delle bistecche tenere e saporite. Un assaggino di formaggi che devo dire sono più che ottimi ed i dolci, vassoi con tutti i tipi di dolci disponibili da spezzettarsi e dividersi da buoni amici per assaggiarli tutti. Il tutto annaffiato da un chianti poco tanninico e sincero, un vino ottimo che non mi ha fatto per niente acidità notturna (parlo con chi ha qualche annetto e sa che se il vino è poco buono la notte poi si sconta). Acqua, caffè e liquori.

Tutto questo servito da una signora di nome Cristiana che accompagna i piatti con un bellissimo sorriso e molta simpatia. Una spesa a testa di 25 euro, fissa, proprio come si usava una volta nelle locande. Un posto in cui tornare per passare una bella serata all’insegna del buon cibo.

Una mappa per farvelo trovare.

[cml_media_alt id='32']Jacopo Cioni[/cml_media_alt]
Jacopo Cioni
Una locanda come erano le locande.

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