Cammino per le strade di Firenze, all’alba, e mi capita di imbattermi in una delle macabre processioni che portano il condannato al patibolo. Il prigioniero era detenuto al Bargello, o forse al carcere delle Stinche, non so… però ho sentito dire che al posto delle Stinche verrà costruito un teatro, ma se ne sentono dire tante… mi pare impossibile!

La Compagnia de’ Battuti Neri ha già preso in consegna il condannato da ieri sera, per confortarlo e prepararlo al suo ultimo viaggio; gli raccontano che il Paradiso lo accoglierà con gloria e nella disperazione di questi momenti quel povero disgraziato si affida a questo pensiero, per sentire meno grave il peso del destino crudele che lo attende.
Vedere i Battuti Neri non è proprio incoraggiante, tutti vestiti di nero e con un cappuccio anch’esso nero a coprire la faccia, per celare l’identità di chi vi si nasconde sotto. Lo chiamano la “buffa”, un macabro gioco di parole.
Il condannato mi sfila davanti, preceduto dal cappellano e dalle guardie in alta uniforme, mentre ai suoi fianchi ci sono proprio due Neri. Si fermano un attimo davanti alla Badia, per ricevere la benedizione di un frate affacciato ad una finestra, poi girano in via Ghibellina e proseguono fino al Canto delle Stinche, dove c’è un tabernacolo davanti al quale recitano una preghiera. Si riprende il cammino, si svolta verso piazza Santa Croce e si imbocca via de’ Malcontenti, tale proprio a causa di queste angosciose processioni; davanti a Santa Maria Vergine della Croce al Tempio ci si ferma di nuovo, per un’altra preghiera e lo stesso poco più avanti, davanti al tabernacolo della Chiesa di San Giuseppe.
La tensione è ormai altissima, la meta si sta avvicinando sempre più.
Adesso si va in direzione di Borgo la Croce, con passo sempre più greve, con lamenti sempre più disperati: stiamo andando a raggiungere il boia. Ci aspetta proprio lì, in fondo alla via, sulla sinistra, dove si trova la sua casa, che è contrassegnata da uno stemma con un gallo ed una croce.
Qualcuno tra coloro che seguono la processione mi dice che il gallo sta a simboleggiare l’alba, il momento della giornata in cui vengono eseguite le condanne, mentre la croce simboleggia la misericordia divina.
Il boia prende in consegna il condannato, e con lui percorre le poche centinaia di metri che lo separano dalla morte.
Vicino Porta alla Croce, sul Pratello, già in lontananza posso scorgere il patibolo.
Tra pochi istanti il condannato salirà quelle poche scale e verrà giustiziato.
Dio abbia gloria della sua anima.

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Gabriella Bazzani
Una macabra processione
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Un pensiero su “Una macabra processione

  • 25 Settembre 2021 alle 22:09
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    Una “Macabra processione” . Impossibile sfuggire alla tensione provocata dalla lettura di questo percorso doloroso . L’ angoscia del condannato e i suoi passi disperati suscitano intensa commozione. Grazia Barbieri

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