Santa Reparata era una bimba di stirpe nobile nata in Palestina e più precisamente a Cesarea. E’ divenuta santa perchè è stata torturata all’età di 12/15 anni, torture che l’hanno portata sino al martirio. In quel periodo storico la persecuzione dei cristiani da parte dell’imperatore romano Decio era in piena attività. Si ragiona del periodo tra il 249 e il 251 d.C., un periodo durante la quale trovarono la morte, tra gli altri, il Papa Fabiano, San Cipriano, Sant’Agata, Poliuto, il medico Origine e il fiorentino San Miniato

Si racconta che essendosi rifiutata di pregare gli dei fu denunciata e portata davanti al giudice. Questi cercò di persuaderla a rinunciare alla fede cristiana rifacendosi anche alla sua nobile discendenza, ma non ottenendo risultato la minacciò di tortura e le illustrò i procedimenti per spaventarla e farla capitolare. Reparata, impassibile, e pervasa nel suo cuore dell’amore per Gesù, rifiutò il tradimento.

Le torture furono quindi il passaggio successivo alle minacce. Come per il caso del nostro San Miniato i torturatori rimasero basiti quando nonostante versassero del piombo fuso sulla sua testa la giovani affermo di sentire non del bruciore ma refrigerio.  Fu gettata in una fornace ma le sue preghiere a Dio determinarono un’affievolirsi delle fiamme. Non restava che il taglio della testa che portò si alla morte la santa, ma ad una morte dove lo stupore degli astanti fu immenso dato che essa mostrò la sua anima, fattasi colomba, librarsi in cielo.

Andrea Pisano, Santa Reparata, Firenze, Museo dell’Opera del Duomo.

Ed è a questo punto che la Santa diventa una presenza in molti luoghi, sia per il fatto che le sue spoglie girano sia in Italia che in Francia prima di trovare una definitiva sepoltura, sia perchè compare in più luoghi. La stessa sepoltura non è certa dato che la si suppone sia in Palestina, sia presso la chiesa di Sainte Reparate a Nizza, sia presso il monte Argentaro, sia presso Teano, luogo ritenuto più certo della presenza delle spoglie.

Il culto della martire palestinese si propagò in molte parti d’Italia compreso a Firenze dove si festeggia l’otto ottobre, in ricordo della liberazione dall’assedio di Radegast a cui la Santa partecipò librandosi sopra la città di Firenze in sua difesa. L’otto ottobre non corrisponde però al giorno della liberazione dall’assedio ma il giorno del martirio della santa. Il governo fiorentino in ringraziamento alla santa decise di istituire un evento pubblico che coinvolgesse la città ed istituì un palio podistico con partenza dalla Fonte di San Gaggio, nell’area di Porta Romana e termine alla chiesa di San Tommaso presso Piazza della Repubblica. Nel 1353 la corsa podistica fu sostituita da una più spettacolare corsa di cavalli berberi, la cosi detta corsa alla lunga o corsa dei Barberi.

Santa Reparata divenne a tutti gli effetti la santa protettrice della città di Firenze, tanto che si racconta nelle cronache del Villani di una truffa partenopea ai danni di Firenze. In pratica nel 1352 l’incoronazione del Re Luigi e della Regina Giovanna di Napoli una delegazione fiorentina provò a chiedere una reliquia della santa, una parte del corpo. Fu deciso di vendere a Firenze un braccio che fu accolto a Firenze con grande gioia e festa. Nel preparare il reliquario in metalli preziosi per essere poi alloggiato in duomo si accorsero che il braccio era di legno e gesso.

Immaginatevi la delusione dei fiorentini che adorando la santa, patrona della città, gli avevano dedicato la cattedrale che oggi possiamo apprezzare, in parte, scendendo i gradini di Santa Maria del Fiore.

Una chiesa immensa per l’epoca anche se minimale rispetto al Duomo odierno. La storia della chiesa di Santa Reparata è davvero interessante e chi sa, magari ne faremo un articolo in futuro.

Jacopo Cioni
Jacopo Cioni
Santa Reparata patrona di Firenze.
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