Ogni volta che mi trovo a passare da Via de’ Pecori, non posso evitare di immaginare come fosse lo stesso luogo prima della distruzione dell’Arco, prima delle spregiudicate operazioni edilizie effettuate nel centro. Confesso, non mi è mai piaciuta e non mi piacerà mai l’attuale sistemazione di quel tratto stradale, e sono sempre stata affascinata dalle immagini d’epoca che testimoniano il “com’era”.

Negli anni Sessanta dell’Ottocento a Firenze si cominciano ad aprire i primi locali che servono birra e, in quello che era il giardino del Palazzo Orlandini del Beccuto, Paolo Cornelio avvia la sua “Brasserie Cornelio”. Il locale era adibito anche a caffè, buffet e rivendita di gelati; oltre a questo, ogni giorno era possibile consultare la stampa europea ed un paio di volte a settimana assistere a concerti musicali.

Essendo stato aperto in un giardino, inizialmente vennero costruiti tre chioschi con struttura in legno e vetro; il giardino era adornato con fiori, una statua in argilla di una figura femminile e da una fonte. Con il tempo si aggiunsero altre costruzioni, costituite da una veranda, dalla parte di Via dei Naccaioli, con struttura sempre in legno e chiusa da vetrate con dettagli neogotici, che si affacciava sul giardino e che dava su un’altra sala, destinata al biliardo e al gioco delle carte. La veranda terminava in una grande sala, che comunicava con una saletta più piccola. Accanto alla cucina c’era una stanza di piccole dimensioni che, tramite una scala, conduceva al palco destinato all’orchestra.

Il locale era molto frequentato, come si evince da un quadro di Riccardo Nobili, dove appaiono soldati, damigelle ed eleganti coppiette allegramente e comodamente seduti attorno a dei tavolini di ferro con piano in marmo, chi intento leggere il giornale, chi ad intrattenere amabili conversazioni e tutti con la finalità di godersi bevande e la piacevolezza del luogo.

La Birreria Cornelio fu il primo locale di Firenze a dotarsi di impianto di luce elettrica.

Nel 1865 il consiglio municipale fissò un orario di chiusura per pensioni, alberghi, caffè e rivendite di birra; questo orario era stabilito alle ore 24:00, tra settembre e marzo, e alle ore 1:00 da aprile ad agosto, soprattutto per un discorso di sicurezza pubblica. Fino a quel momento, la Birreria Cornelio aveva fissato il suo orario di chiusura alle ore 3:00 (le ore piccole venivano fatte anche all’epoca!).

La Birreria Cornelio era frequentata da Giosuè Carducci, prima di trasferirsi definitivamente a Bologna per l’insegnamento universitario; qui incontrava la brigata dei suoi “amici pedanti”, Ottavio Targioni Tozzetti, Giuseppe Chiarini, Enrico Nencioni e Giuseppe Torquato Gargani.

La Birreria Cornelio era pubblicizzata anche su “La Nazione”:

BIRRARIA CORNELIO

con Caffè, Buffet e Gelati

Questa BIRRARIA di recente aperta nel Giardino del Signor Conte Orlandini, situato in via dei Boni, a pochi passi dalla Piazza del Duomo e della Via Cerretani, offre ai concorrenti tutte le comodità di uno stabilimento di questo genere, unico in Firenze.

Essa è ridotta sul gusto del Gran Caffè d’Italia, all’Acquasola in Genova.

Sfarzosa illuminazione di più di 150 fiamme, fontana, statue, fiori naturali ed artificiali, riverberi e scherzi fatti col gas, concorrono a rendere questo giardino un luogo veramente delizioso.

Tutti i giovedì e le domeniche, dalle ore 8 e mezzo alle 11 lo Stabilimento è rallegrato da scelto corpo di musica. 

Oltre a tutte le qualità di Birra Nazionale ed Estera, trovasi un grande assortimento di Vini e Liquori, ed havvi una cucina sempre provvista per colazioni e digiunè, e mediante preavviso si darà anche qualunque pranzo.

 Paolo Cornelio aveva aperto, nel 1865, anche un altro locale, al Canto dei Nelli n. 8, la “Birreria di Chiavenna”, che rimase attivo fino al 1872.

La Birreria Cornelio invece continuò la propria attività fino al 1° novembre 1894, quando venne distrutta da un devastante incendio che venne ritenuto di origine dolosa e del quale venne accusato il proprietario, Paolo Cornelio, che venne rinchiuso alle MurateL’allarme dell’incendio venne dato da un fiaccheraio che si trovava a passare di lì e che corse subito alla Caserma dei Pompieri ad avvisare di quanto stava accadendo, ma era ormai troppo tardi. Nell’incendio vi fu una vittima, un cane bulldog di proprietà dello stesso Cornelio. Venne in seguito dichiarato il non luogo a procedere ed il Cornelio venne rimesso in libertà.

Dopo circa tre anni da questi accadimenti, Paolo Cornelio si tolse la vita.

Al posto della Birreria Cornelio venne in seguito costruito un basso edificio adibito a “latrine pubbliche e private, bagni ed altri locali per comodo del pubblico”. Attualmente, in quell’isolato si trova un Self-Service. Ecco, questa è tutta la storia della Birreria Cornelio (forse la più dettagliata pubblicata finora), della quale ci restano pochissime immagini.

Gabriella Bazzani
Birreria Cornelio
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