La leggenda vuole che il Giglio Fiorentino, simbolo araldico della città di Firenze, abbia origine dalle vaste distese di iris, o giaggioli, che nascevano spontanei nelle campagne e lungo le sponde dell’Arno. Il termine giaggiolo altro non era che una storpiatura del fiorentino “ghiacciolo” in quanto l’iris fiorentino appariva bianco con delle venature azzurre che ricordava il colore del ghiaccio.
Intorno all’anno mille, o poco dopo, questo simbolo venne eletto come immagine della città: un giglio bianco in campo rosso. Ma il giglio fiorentino si distingueva e si differenziava da quello generico. In araldica infatti ancora oggi esistono due tipi di giglio: quello “normale” usato nella quasi totalità di stemmi, scudi, vessilli e bandiere, mentre il “giglio bottonato” fiorentino” ha gli “stami” che lo differenziano e lo contraddistinguono da tutti gli altri.

Il giglio inoltre si adattò perfettamente anche al nome della città: Fiorenza, ovvero la “città del fiore”, anche se gli studiosi sono concordi nello stabilire che ci sia anche un’attinenza con la Dea Flora, divinità propiziatoria, simbolo della Primavera e della fioritura delle messi e con il Pretore romano Fiorino, fondatore della città.

Solo Firenze ha il privilegio di esibire il “giglio bottonato” e solo Firenze ha la facoltà di concederne l’uso, ne sono esempi tra l’altro le città di Firenzuola, Scandicci (l’antica Casellina e Torri), Castelfiorentino e Colle di Val d’Elsa, insignite sui propri stemmi del giglio fiorentino per meriti militari e commerciali.

Nel 1251 i Ghibellini, che avevano governato fino a quel momento la città, furono esiliati e si portarono via il gonfalone rosso con il giglio bianco. Allora i Guelfi, anche per evidenziare la conquista del Comune, vollero distinguersi dai loro avversari e invertirono i colori dello stemma: da quel momento Firenze ebbe le insegne bianche con il giglio rosso.

Dante Alighieri Divina Commedia Canto XVI del Paradiso versetto 153 :

Con queste genti vid'io glorïoso
e giusto il popol suo, tanto che 'l giglio
non era ad asta mai posto a ritroso,         
  né per divisïon fatto vermiglio
Franco Ciarleglio
Il Giglio Fiorentino.

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