Nei pressi di Firenzuola, vicino al passo della Raticosa, si trova il Sasso di San Zanobi; durante la seconda guerra mondiale, una cappella che qui sorgeva, fu demolita e le pietre vennero usate per sistemare la strada provinciale che passava lì vicino.

Su questo masso, esiste una leggenda.

La leggenda che riguarda le origini del Sasso si lega alle origini di due grandi formazioni presenti nella zona: il Sasso della Mantesca o del Diavolo, dai riflessi blu e bianchi e quello detto di San Zanobi con venature verdastre e violacee.

Nel IV secolo, il vescovo Sant’Ambrogio di Milano si incontrò col vescovo di Firenze San Zanobi, vicino a Malomonte, dove quest’ultimo si era recato per la sua opera pastorale. In seguito a questo incontro, san Zanobi sentì raddoppiare le proprie forze ed ottenne nuove conversioni nella zona tra la Diaterna, Caburaccia e l’Idice. il diavolo convocò allora un concilio infernale, per stabilire il modo di porre termine alle conversioni e propose a san Zanobi una scommessa, secondo la quale chi avesse portato dall’Idice fino alla cima della collina il più grosso macigno sarebbe stato il vincitore e avrebbe preso tutte le anime. San Zanobi si affidò a Dio e firmò questo patto.

Il demonio raccolse un macigno e se lo mise sulle spalle con molta fatica e si incamminò; San Zanobi raccolse un macigno molto più grande sollevandolo con leggerezza e tenendolo sul dito mignolo e, superato il diavolo, lo posò nel luogo dove oggi si trova. Il demonio allora, vedendo che aveva perso la scommessa, andò su tutte le furie e gettò il suo macigno che andò in frantumi fra fuoco e fiamme (trattasi del Sasso della Mantesca o Sasso del Diavolo, situato a non molta distanza dal Sasso di San Zanobi, nella vicina Valle del Sillaro).

Fu così che, avendo vinto la gara, il Santo ebbe la possibilità di conquistare le anime degli abitanti del luogo.

Il Sasso si erge nero sul pianoro e spicca e si distingue nel paesaggio circostante anche per il suo colore, tanto che era chiamato Pietramora, e per la caratteristica forma triangolare con cui si mostra di faccia a chi passa lungo la strada per Piancaldoli dal Passo della Raticosa.

Gabriella Bazzani Madonna delle Cerimonie

Il sasso di San Zanobi
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3 pensieri su “Il sasso di San Zanobi

  • 27 Aprile 2024 alle 23:59
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    Oh! Finalmente una storia che conoscevo già, da un anno eh, non da chissà quanto tempo!! Sono contenta perchè invece mi stupite sempre con storie che non conosco.

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  • 27 Aprile 2024 alle 10:00
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    Grazie per questa storia che finalmente ho potuto conoscere nella sua completezza anche se vi si fa riferimento solo alla Raticosa senza nominare Pietramala che è proprio lì sotto (ma Firenzuola) dove sono nato 73 anni fa. Mio nonno (classe 1886) mi raccontava di un certo San Zanobi che aveva portato sulle spalle un grosso masso che solo dopo ho capito quale fosse, perché, facendo i conti, dovevo avere non più di 4 anni. Eh.. altri tempi quando Pietramala era “sull’autostrada” tra Firenze e Bologna ed era un noto e rinomato centro turistico e industriale legato all’ estrazione del gas naturale.
    Mi risultano esistere anche altre storie fantastiche, che per mie carenze non ho approfondito, proprio su Pietramala che sarebbero legate ai misteriosi fuochi sprigionati dalla Pietra detta appunto “mala”. Per non parlare dei macchiaioli che ne hanno immortalato i paesaggi, di Telemaco Signorini e del misterioso mago Chió..
    Grazie di nuovo per il vostro prezioso lavoro.

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    • 28 Aprile 2024 alle 20:18
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      Si diceva, anche, che poteva trattarsi di un meteorite…ci sono salito tante volte, da ragazzetto.

      Rispondi

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