Per tutti coloro che sono appassionati e studiano la vicenda Mostro di Firenze, un piccolo racconto d’immaginazione senza che poi ci sia tutta questa fantasia.

Questa è la storia di uomo che nasce con una piccola insignificante tara mentale. Niente di preoccupante in realtà, si tratta soprattutto di un ego piuttosto sproporzionato, un’assoluta indifferenza alla vita degli altri e un pizzico d’intelligenza che non guasta mai. La sommatoria delle tre caratteristiche e le combinazioni a cui la vita sottopone ognuno di noi lo renderanno quello che la società definisce una persona cattiva.

Quest’uomo nasce negli Stati Uniti ed ad certo punto della sua vita, attratto dal mistero e dall’innata capacità di creare enigmi si imbatte nell’organizzazione americana che per eccellenza è enigma e mistero, la BIA (orsù un poco d’immaginazione). La BIA evidentemente riconosce in quest’uomo un personaggio adatto alle sue fila, ma lo giudica un diamante grezzo che va plasmato. Ne fa quindi un suo membro ma contemporaneamente lo introduce nell’esercito regolare dove può essere addestrato per divenire l’uomo giusto per la BIA stessa.

Questo è infatti ciò che succede, l’esercito lo istruisce in vari campi, scientifici ed investigativi, gli insegna ad uccidere, lo impiega in più missioni in giro per il mondo, lo rende una perfetta macchina capace di muoversi sul territorio senza lasciare traccia e compiendo le missioni con lucidità e perfetti risultati.

Ciò che non era prevedibile è che all’interno della BIA stessa ci fosse un nucleo di persone che sguazzano nell’esoterismo e in credenze magiche rituali. Un gruppo che plasma il nostro amico e gli apre orizzonti mentali che erano, come abbiamo detto, già insiti in lui.

E’ come se scattasse una molla, il suo egocentrismo unito a delle credenze che lo autoalimentano gli fanno credere di essere un prescelto, una persona sopra il volgo popolare e con conoscenze tali per cui agendo in ben determinati modi lo prepareranno per una felice vita eterna nell’aldilà.

Ed ecco che tutto si concretizza, la sua capacità acquisita come agente militare e la sua devianza mentale lo rendono un serial killer unico. Lui sa che se uccide non solo potrà nutrire il suo ego terreno, ma potrà prepararsi ad una vita non terrena perfetta. Cosi comincia ad uccidere. Uccide e sfida le autorità a prenderlo. Nutre l’ego e costruisce il suo progetto paradisiaco.

Conscio delle sue capacità sfida con enigmi e provocazioni chi cerca di fermarlo, ma lo fa solo quel tanto che lo gratifica e non perde di vista il suo obbiettivo principale, prepararsi al dopo. Sono quindi tante le persone uccise, con tecniche e modus diversi, ma solo una parte se ne attribuisce nella sua progressione, solo quelli necessari al suo personale divertimento nella sfida con le autorità. In fondo nel lavoro si deve avere delle gratificazioni, ma mai queste devono impedirti di raggiungere lo scopo finale.

Si attribuisce anche un nome, un nome che ha a che vedere con l’astrologia.

E’ bravo, comunica cripticamente non solo lo scopo, non solo i suoi pallini mentali, ma anche il suo nome. Lo comunica nei gesti e negli enigmi che compone.

Il nostro uomo è felice, tutto va come lui vuole che vada, se non che, ad un certo punto, qualcuno capisce è lo individua. No, non sono coloro che lo cercano assiduamente, ma i suoi stessi compagni della BIA. Loro, che hanno capacità e mentalità simili alla sua, comprendono che il loro uomo sta agendo al difuori degli ordini di scuderia. A differenza di un’istituzionalmente controllata la BIA è fatta di persone che sfruttano le occasioni a loro vantaggio e quindi invece che fermarlo gli fanno una proposta che non può rifiutare.

Dovrà trasferirsi altrove, su un campo in qui la BIA stessa necessita di un uomo come lui e dove gli sarà consentito continuare la sua missione personale a patto che porti avanti anche la missione della BIA stessa, il tutto lasciando nel paese di origine il mito dell’imprendibile e del genio.

Come non accettare una simile proposta quando l’alternativa sarebbe stata una palla in fronte? La BIA non avrebbe certo consegnato la pecora del suo gregge al mondo dimostrando cosi di non avere pecore nel gregge ma lupi in un branco.

Ed ecco che il nostro amico viene proiettato in un altro paese, l’Italia, Firenze, con un lavoro di tutto riposo che gli permette spostamenti e conoscenze adeguate. Un paese dove si deve cambiare la struttura sociale e politica attraverso una complessa strategia che permetta di destabilizzare il paese stesso per farlo virare attraverso la paura. Troppo socialista l’Italia. Ed il nostro uomo è un agente perfetto per partecipare a questa azione, ed ovviamente lo fa creando le condizioni e addirittura agendo in prima persona nelle missioni necessarie. Si perché ricordiamo che più uccide più la sua vita dopo la morte sarà migliore.

Questo però non basta a nutrire il suo ego, ovviamente, e quindi agisce anche ad altro livello, quello personale. Questa volta però in silenzio. Non può ovviamente adottare la stessa sua tecnica pregressa, non è stupido, sa che sarebbe individuato, deve creare un nuovo personaggio.

Per creare questo nuovo personaggio deve inventarsi un modo per scioccare la gente, e lo trova, diventa un mostro. Si, perchè un mostro finisce su tutti i giornali. Tutto è perfetto, agisce per la BIA, agisce per se stesso. Anzi, il suo nuovo personaggio diventa di aiuto anche nell’azione della BIA sul territorio, quindi non solo tollerato, ma accettato come ulteriore mezzo di destabilizzazione.

Gli anni di permanenza sul territorio gli permettono non solo di costruire una rete di contatti, diretti o indiretti, con le istituzioni del posto, istituzioni locali già coartate dalla casa madre, ma anche con personaggi più o meno marginali da usare, consci o meno, come sistema di distrazione di chi invece lo cerca come mostro.

Niente di più facile per una persona addestrata come lui entrare a conoscenza del sottobosco locale, fatto di perversioni più o meno lecite e di perversioni assolutamente non lecite. Ecco che una schiera di persone si ritrovano ad essere ricattabili. Alcuni nelle istituzioni, altri nella società bene locale, altri ancora riconosciuti come “fratelli” nella sua stessa mostruosità.

Diventa molto facile usare le altrui debolezze, quelle sessuali, quelle esoteriche, quelle illegali. Tutto questo gli permette di creare un piccolo entourage di persone che possono agire facilitandogli il compito ed alla fine, quando dovrà smettere in quel luogo, come ha dovuto smettere in precedenza, avere più livelli di schermo che lo separano dalla vicenda; schermi anche sacrificabili sapendo che ha nelle istituzioni locali una protezione superiore. Qualcuna di queste persone le introduce anche all’atto pratico.

Per lui una vita meravigliosa sino a che, come in tutte le favole, qualcosa si guasta e taluni all’interno dell’entourage dimostrano di essere diventati un rischio per lui stesso e per la missione ufficiale ed ufficiosa. Qualcuno è davvero spaventato dal clamore mediatico. Ne sacrifica uno per dare un esempio e funziona perché nessuno parla o parlerà in futuro, ma qualcuno ancora si dimostra pericoloso.

Decide quindi di finire la sua missione personale in quel luogo, ma decide di farlo secondo il suo stile e nutrendo il suo ego con un altro boccone prelibato. Rende noto a chi lo cerca chi è; spedisce una lettera che sa indecifrabile, ma che rimarrà nel tempo come una firma indelebile. Sacrifica chi è un pericolo e lascia a chi di dovere la protezione di cui necessita, protezione concia o inconscia che sia.

Si trasferisce in altra sede ed ovviamente ricomincia. Nuovi obbiettivi, nuovi modus operandi, nuove soddisfazioni.

Ecco, questa è la storia di un uomo malvagio, ma istruito, furbo, intelligente, con una piccola tara mentale ben programmata da altri che ne hanno fatto una perfetta macchina di morte.

Chi è quest’uomo? Ve lo hanno già detto. Chi sono quelli che lo hanno “costruito”? Ve lo hanno già detto. Chi sono gli uomini che lo hanno, volontariamente o involontariamente aiutato? Ve lo hanno già detto. Chi sono gli uomini che lo hanno protetto come necessità imponeva? Ve lo hanno già detto.

Le informazioni esistono, basta avere la pazienza e la voglia di cercarle sempre che non sia tutta fantasia…

Jacopo Cioni
Jacopo Cioni
La tara mentale dei due mondi: San Francisco – Firenze
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