Ponza, ponza e tu farai come con la campanella dello Strozzi!“. Similitudine che mette in evidenza come spesso, cercando l’impossibile, si finisce per fare una magra figura. Possiamo però vederla anche sotto un altro aspetto: c’è sempre qualcuno che riesce, con le parole o con le azioni,  a gabbare un gran numero di creduloni.

L’espressione nasce  da una storiella popolare che racconta di un tizio deciso a strappare, con la sola forza delle mani, uno degli anelli metallici infissi nelle mura di Palazzo Strozzi. Dopo ore di sforzi sovraumani e di incitamenti da parte di una folla sempre più numerosa, il tizio cominciò ad urlare: “Eccola, eccola!! Tutti pensarono che l’anello stesse cedendo, e avendo sentito  uno strano rumore, simile a quello di qualcosa che si rompe, urlarono di gioia. Ma furono ben presto delusi, il tizio, per l’enorme sforzo, dopo aver lanciato un grosso peto, se l’era fatta nei pantaloni.

Così finì miseramente un’impresa degna di entrare a far parte del Guinnes dei primati.

Carlo Cecioni
Ponza, ponza e tu farai come con la campanella dello Strozzi!
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