Sono sempre stato curioso sull’origine del nome delle vie, la toponomastica. Perché queste sono situate proprio in quella parte della città, o perché abbiano nomi così strani e singolari. È il caso di via Dante da Maiano, sita in una zona periferica di Roma, in cui mi reco spesso per motivi di lavoro.

Sull’ enciclopedia che avevo, veniva riportato semplicemente: “Poeta di scuola Siculo Toscana…”

Un po’ pochino, ma con il tempo sono arrivate altre informazioni. Ne hanno parlato anche in un programma televisivo che parlava del Sommo poeta.

Probabilmente nacque prima della metà del XIII secolo ed era ovviamente originario di Maiano, un borgo vicino Firenze, per il resto si sa ben poco. Ci ha lasciato un canzoniere di cui sono stati editi i libri VII e XI  detti della  “Giuntina”. Si tratta di rime antiche della poesia Toscana che vennero pubblicati da Giunti di Firenze nel 1527.

Nell’ Ottocento si è pensato ad una falsificazione umanistica e che dunque questo poeta non fosse esistito. Ma uno studioso, tale Borgognoni, dimostrò, nonostante l’opposizione di alcuni suoi colleghi, dell’esistenza di questo autore; grazie ad un documento custodito nell’archivio di Stato di Firenze, di “Ser Matteo Biliotto da Fiesole” risalente al 1300, da cui risulta che nel 1301 a Firenze vi fosse un certo Dante, detto da Magalante, figlio di ser Ugone da Magliano ed abitante a San Benedetto. Dante fu richiesto in “mundualdum” ovvero come tutore da Lapa, una sua cognata vedova di Vanni Chello Davizzi.

Rimane comunque il dubbio che possa trattarsi dello stesso Dante, anche se la richiesta di tutorato, coinciderebbe con l’età matura del nostro Dante per il suddetto ruolo. L’età di Dante da Maiano è molto vicina a quella del Sommo poeta, con il quale avrebbe anche scambiato dei sonetti in tenzone. Dunque un Dante da Maiano era realmente vissuto a Firenze, proprio quando si sviluppava lo stesso stile del canzoniere ritrovato e a lui attribuito.

Un altro studioso il Debenedetti, accettò senza ombra di dubbio che alcuni sonetti ritrovati in lingua provenzale fossero da attribuire a Dante, sono gli stessi conservati nella biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze e che risalirebbero allo stesso periodo di Dante da Maiano. Nonostante tutto, la data di nascita e quella di morte di questo poeta rimangono sconosciute.

Dante sarebbe un poeta della scuola Toscana tardo duecentesca, apparterebbe a un gruppo di rimatori toscani compresi tra il 1260 e il 1280, alcuni sono noti: Monte Andrea, Guido Orlandi, Compiuta Donzella, Rustico di Filippo. Allo stile provenzale aggiungono quello del nascente stilnovo.

Le rime conosciute di Dante sarebbero: quarantotto sonetti, di cui nove in tenzone, cinque ballate e due canzoni; più altre rime di cui non si è sicuri se attribuire o meno a lui. Dante da Maiano è per così dire diventato famoso, perché sei dei suoi sonetti sono in tenzone con quelli di Dante Alighieri. La tenzone è una sorta di sfida, molto diffusa nel XIII secolo. Sì tratta di una disputa in versi, che siano essi sonetti o canzoni. Si “scontravano” due poeti, uno cominciava e proponeva la “questione”, l’altro rispondeva anche lui a suon di rime che si rifacevano al tema proposto, solitamente del campo amoroso. Un esempio contemporaneo sulla falsariga di queste tenzoni, sono quelle sfide in rima che improvvisano i rapper americani.

Risulta che quattro di queste tenzoni, siano avvenute tra i due Dante e siano documentate. Una venne cominciata da Dante Alighieri (che così cominciava: “A ciascun alma presa a gentil core”, frase che ritroveremo come apertura nella “Vita nova”) Mentre le altre tre vennero cominciate da Dante da Maiano.

Da come Dante da Maiano si rivolge a Dante Alighieri, molto probabilmente i due non si conoscevano, anzi risulta che il Maiano avesse anche un atteggiamento di superiorità nei confronti dell’Alighieri. Nella sfida lo redarguisce aspramente e in parte lo canzona, con atteggiamento polemico e aggressivo, accusando l’Alighieri di capire poco, infatti gli risponde:

“Di ciò che stato sei dimandatore, guardando, ti rispondo brevemente, amico meo di poco conoscente, mostrandoti del ver lo suo sentore. Al tuo mistier così son parlatore: se san ti truovi e fermo de la mente, che lavi la tua coglia largamente, a ciò che stinga e passi lo vapore. lo qual ti fa favoleggiar loquendo; e se gravato sei d’infertà rea, sol c’hai farneticato, sappie, intendo. Così riscritto el meo parer ti rendo; né cangio mai d’esta sentenza mea, fin che tua acqua al medico no stendo.”

Insomma all’inizio Dante da Maiano non aveva una grande simpatia per il nuovo arrivato Dante Alighieri, ma sembra che successivamente i rapporti tra i due siano migliorati.

Le rime di Dante si possono trovare nell’edizione critica di Rosanna Bettarini in un’edizione del 1969 edita a Firenze intitolata “Rime”.

Dante da Maiano
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Un pensiero su “Dante da Maiano

  • 24 Settembre 2022 alle 17:09
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    Queste dispute in rima sono arrivate fina noi.Io ricordo alcuni soggetti alle Cure che cantavano in rime.
    Uno disse al figlio del proprietario del Bar”LO Svizzero” in via Faentina che era molto grasso:SE TI SI ROMPE I’BUHO DELLA CIGNA T’EMPI DI MERDA L’ARNO INFINO A SIGNA!

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