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Il diavolo del Giambologna

Un diavolo nel centro di Firenze? Un fiorentinaccio doc direbbe: “uno!? E son molti di più” riferendosi a tutte le persone che di cattiva azione fanno la giornata. Il diavolo a cui ci riferiamo è però ben visibile, in bronzeo cipiglio, beffardo nello sguardo, scostumato nella posa. Si trova in Via Vecchietti all’angolo con Via degli Strozzi esattamente sull’angolo di Palazzo Vecchietti, qualche metro sotto lo stemma della casata, allungando la mano lo si può toccare.

Nel 1578 in fronte a Palazzo Vecchietti c’era una piazzetta e una Chiesa, San Donato dei Vecchietti, demolita all’epoca del risanamento del Mercato Vecchio, circa 1888. E’ necessario citare questa piazzetta ormai scomparsa perchè è legata alla realizzazione di quel diavoletto. Andiamo con ordine.

Nel 1578, appunto, Bernardo Vecchietti decise di ristrutturare il suo palazzo e per farlo chiamò Giambologna. Con l’occasione il Giambologna fu ospitato proprio dal Vecchietti ed evidentemente nacque un ottimo rapporto tanto che lo stesso Bernardo introdusse il Giambologna alla corte dei Medici aprendo di fatto una finestra verso un mecenate di grandissima importanza. La sua ascesa fu lenta data la competizione artistica del momento. Il Giambologna fu sempre grato al Vecchietti per questa possibilità e volle ripagarlo creando due bronzetti portabandiera da esporre sugli angoli di Palazzo Vecchietti. Uno dei due è poi andato perso. Il bronzetto che adesso vedete nella pubblica via è ovviamente una copia, l’originale dopo una esposizione alla Terrazza di Saturno in Palazzo Vecchio è oggi conservato presso il Museo Bardini.

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Affresco di Rossello di Jacopo Franchi

L’ispirazione per la creazione di questi bronzetti venne da un’episodio della vita di San Pietro Martire. Si racconta che nel 1245 nella piazzetta sopra descritta il domenicano Pietro Rosini (poi Santo e Martire) stava tenendo una predica ai Fiorentini sulle crociate. Il diavolo volle spaventare le genti e sotto forma di un cavallo nero imbizzarrito si lanciò nella folla. Giunto davanti al domenicano questi vergò in aria il segno della croce. Il cavallo si fermo, sbuffò ed indietreggiò, per poi dirigersi verso Via Vecchietti dove scomparse in una nuvola di zolfo. L’episodio viene rappresentato anche da  Rossello di Jacopo Franchi sulla parete esterna della loggetta del Bigallo.

Il Giambologna con questo bronzetto volle proteggere il palazzo di Bernardo Vecchietti con un’opera che ricordasse l’allontanamento del diavolo.

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Jacopo Cioni
Il diavolo del Giambologna

2 pensieri su “Il diavolo del Giambologna

  • 3 Novembre 2018 alle 22:06
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    Grazie, grazie, grazie. Per acculturarmi. Sono curiosa, quindi cerco sempre notizie, ma spesso non so nemmeno dove trovarle. Ancora grazie

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