“… a circa mille passi dalla Porta (alla Croce), sulla sinistra mano, la Villa del Marchese Bourbon del Monte (Villa Arrivabene) e presso di esso un ponticello sull’Affrico, passato il quale avvi poco lungi un tabernacolo detto la Madonna grande, forse perché è un’immagine di Maria di colossale dimensione, dipinto d’antica maniera”.

Questa è la descrizione che nel 1842 Federico Fantozzi faceva del Madonnone.

A quei tempi, uscendo dalla città si doveva attraversare il ponte sull’Affrico, che era un torrente di tutto rispetto, e poi, arrivati davanti ad un viottolo che conduceva alla Badia di San Salvi, si vedeva questo grande tabernacolo, coperto da una tettoia a mensoloni e in basso da un muretto chiuso. Sulla via per Arezzo, era l’unica costruzione che si incontrava. Il tabernacolo al suo interno era totalmente affrescato, con la Madonna in Maestà circondata da angioli e santi.

Essendo di dimensioni veramente importanti, veniva chiamato il Madonnone, ed era un esemplare unico, in nessun altro luogo se ne poteva trovare uno di dimensioni simili.

Era stato dipinto ai primi del Quattrocento da Lorenzo di Bicci o da suo figlio, per i monaci di San Salvi.

Dopo la seconda guerra mondiale fu demolito il muretto che lo rendeva così particolare e l’affresco venne staccato, perché si stava rapidamente deteriorando, ed è stato sostituito da una copia.
L’originale è conservato nella chiesa di San Michele a San Salvi, mentre le sinopie, anch’esse staccate, si trovano oggi nella chiesa di Sant’Antonino a Bellariva.

Gabriella Bazzani
Il Madonnone

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