Già, perché non è uno scherzo… A chi, se non a un fiorentino, poteva venire in mente di fondare un partito simile?

Nel 1951 l’editore fiorentino Corrado Tedeschi fondò un partito politico, chiamato Partito Nettista Italiano, dal nome della rivista settimanale enigmistica “Nuova Enigmistica Tascabile” (NET), che però tutti conoscevano come Partito della Bistecca e tra poco vi rivelerò perché.

Si trattava di un partito di stampo satirico, il precursore dell’anti-politica, se vogliamo con una vena goliardica; questo però non gli impedì di partecipare alle elezioni politiche del 1953.

Il suo simbolo era costituito da una vitella e l’inno ufficiale del partito era fatto da muggiti di mucche.

Era evidente che il partito aveva un intento beffardo, goliardico, surrealista e sbeffeggiava il movimento del “Fronte dell’Uomo Qualunque”, che in campagna elettorale aveva promesso “un pollo in ogni piatto”.

Pur trattandosi di un movimento goliardico, il Partito Nettista prese davvero parte alle elezioni politiche del 7 giugno 1953 per la Camera dei Deputati, con candidati solo nei collegi elettorali di Roma, Firenze e Milano.

I motti del Partito Nettista erano: “W la pacchia!” e “Meglio una bistecca oggi che un impero domani”. Per quanto strano, il Partito Nettista raccolse 4305 voti validi, equivalenti allo 0,02% a livello nazionale.

Ma veniamo ad illustrare il programma ufficiale del Partito Nettista, e capirete come mai venne chiamato il Partito della Bistecca.

Il programma si basava su 12 punti fondamentali:

1. Svaghi, poco lavoro e molto guadagno per tutti. Le macchine devono sostituire l’uomo nella sofferenza del lavoro. La caratteristica della specie umana è l’intelligenza ed è sfruttando questa che deve campare.

2. Assistenza medica e medicine (comprese le specialità) gratuite per tutti.

3. Tre mesi di villeggiatura assicurati ad ogni cittadino.

4. Grammi 450 di bistecca a testa assicurati giornalmente al popolo, frutta dolce e caffè. (È l’ora di finirla con le modifiche!).

5. Massimo incremento a tutti i giochi: arti, letteratura, musica e ballo. La vita è così corta e ne sappiamo così poco della sua consistenza e del suo scopo, che la cosa più seria della vita è il giuoco.

6. Continue tombole e lotterie rallegreranno i cittadini dello stato universale.

7. Compagnie di varietà e pagliacci di Stato saranno sommamente onorati e ricompensati nella Repubblica Universale. È l’ora di finirla coi sacrifici e le missioni da compiere! Cerchiamo di ridere e di stare in buona salute.

8. Abolizione di tutte le tasse.

9. Referendum estesi a tutti: i cittadini decideranno volta per volta delle più importanti questioni locali ed universali al posto degli antiquati e sorpassati Parlamenti. Macchine statistiche, cervelli elettronici, faranno funzionare gli ingranaggi della scientifica repubblica universale. Gli attuali impiegati dello stato verranno tutti in pensione ed in villeggiatura con stipendio doppio.

10. Gli orari scolastici saranno ridotti a 30 ore l’anno. Enigmistica NET, radio, televisione, cinema e spettacoli vari istruiranno il popolo sovrano e Nettista.

11. Saranno tenute nel massimo onore le religioni esistenti e verranno erette nuove chiese con intendimenti artistici e mistici. Sacerdoti di ogni religione riceveranno equi stipendi che li toglieranno dalla indigenza.

12. Abolizione delle prigioni. Quando tutti hanno 450 gr. di carne assicurata, non hanno bisogno di rubare ed ammazzare. Se vi sarà qualche eccezione, lo cureremo negli ospedali. Dobbiamo sollevare l’umanità dalla paura della guerra e della reclusione.

Con un simile programma, il Partito della Bistecca non poteva che raccogliere simpatie.

Certamente queste promesse non erano prese sul serio, ma in un momento in cui ancora il ricordo delle sofferenze del periodo di guerra era vivo e bruciante, poter sorridere sognando un paese del bengodi aveva un potere taumaturgico.

Adesso avrete capito il perché del Partito della Bistecca!

C’è un curioso aneddoto, che venne raccontato da Narciso Parigi, che vi aveva assistito di persona.

A Campi Bisenzio, nella piazza principale, peraltro pressochè deserta, un oratore del Partito della Bistecca stava tenendo un comizio, che era tutto incentrato sui benefici che il popolo avrebbe ottenuto, avendo garantita una bistecca da 450 grammi ogni giorno. Da un tavolino di un bar posto sulla piazza, un avventore si alzò e a passi lentissimi si avvicinò; era da solo, proprio sotto il palco, guardò dritto negli occhi l’oratore, sollevò la mano, puntandogli l’indice contro ed esclamò: “Oh, te! Ma di’bbere, un se ne ragiona?”

L’esperienza politica di Corrado Tedeschi finì lì, con quelle elezioni del 1953, ma del resto la sua era soltanto una provocazione, fatta in perfetto spirito toscanaccio. Continuò la sua carriera di editore e gli italiani non mancarono di riconoscere il suo talento professionale.

Molti anni dopo il Partito della Bistecca, vennero creati altri partiti che promettevano più o meno le stesse cose, bistecca a parte. Chi li creava, non aveva lo stesso talento di Corrado Tedeschi, ma venne preso sul serio…

Questo articolo non ha niente di politico, è solo una curiosità, un fatto divertente accaduto a Firenze che è giusto portare a conoscenza di chi, come me, non ne sapeva assolutamente niente.

Il primo che si azzarda a fare un commento politico, non solo non becca la bistecca, ma gli levo i tre mesi di ferie!!

E’ chiaro…??? 😂

Gabriella Bazzani
Il partito della bistecca

Un pensiero su “Il partito della bistecca

  • 7 Giugno 2021 alle 0:56
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    Brava Gabriella! Davvero!
    Quando ero piccola avevo sentito parlare dai miei genitori di questo “partito della bistecca”, ma credevo fosse, già da piccolina, una burla con cui i miei volevano prendermi in giro. Ho delle volte sentito parlare anche da grande di questo partito, ma non ho mai approfondito la sua esistenza credendo sempre trattarsi di una burla. Oggi lei mi ha “aperto gli occhi”, no, non potevo credere a ciò che leggevo, Grazie!
    Non mi meraviglia però date le promesse che il partito abbia preso dei voti dopo pochi anni la fine della guerra e soprattutto della ricostruzione e della grande miseria che c’era non solo a Firenze, ma in tutta Italia. Quello che mi lascia perplessa è come abbia potuto essere ammesso alle elezioni con il programma che aveva. Oggi infatti i partiti quando si costituiscono devono possedere perlomeno un minimo di serietà. Abolendo tutte le tasse, ne dico una tanto per dire, volevo proprio vedere come sarebbe andato avanti lo Stato! E’ stata una bella goliardata, anche se chi l’ha messa su era un uomo e non un ragazzo! L’articolo per me inedito mi è piaciuto molto e lo terrò da parte per gli increduli come me. Grazie di nuovo Gabriella!

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