Il Tabernacolo in questione si trova nell’odierna via Ricasoli, un tempo chiamata via del Cocomero, angolo via dei Pucci.

Il nome con il quale è conosciuto è dato dalla presenza di cinque lampade in ferro battuto applicate nell’ottocento per l’illuminazione stradale.

Il Tabernacolo è composto da due affreschi. Quello più grande è di origine trecentesca, rappresenta: “Madonna in trono col bambino in grembo e santi”, attribuzione incerta fra i pittori Buonamico Buffalmacco e Lippo Benivieri. L’affresco è molto rovinato ed è quasi diventato invisibile. Si pensa sia stato danneggiato dalla rovinosa inondazione avvenuta nel 1333.

L’altro è più piccolo, in buone condizioni, rappresenta: “Madonna col bambino in trono e angeli”, è un’opera cinquecentesca attribuita a Cosimo Rosselli.

L’arco a tutto sesto è stato aggiunto per salvaguardarlo dagli agenti atmosferici e dall’inquinamento. Il Tabernacolo è molto amato dai fiorentini, per preservarlo da eventuali danni durante la seconda guerra mondiale, venne protetto come i monumenti più importanti. Oggi è mantenuto con periodiche pulizie e restauri.

Una targa apposta sulla parte destra, ricorda un restauro fatto in memoria dell’architetto Italo Gamberini dalla sua famiglia nel 1999. Nella casa dove c’è il Tabernacolo vissero i pittori Buonamico Buffalmacco, Giotto di Bondone (vi morì l’otto gennaio 1336), e Filippo Lippi.

Un delitto in questa via vi fu nel settecento. L’omicidio del letterato Tommaso Bonaventuri per mano del Bargello, su ordine del Granduca Gian Gastone. L’accusa contestata al pover’uomo, era di aver rivelato alla corte di Vienna le dissolutezze del Medici.

Il Tabernacolo venne posto oltre che per devozione, per illuminare questa strada frequentata da personaggi poco raccomandabili. Le famiglie, gli artigiani, e i mercanti, dopo il tramonto e dopo l’una di notte, serravano le porte delle case e delle botteghe.

Nel diciannovesimo secolo la strada ospito per diversi anni un ristorante molto famoso, con un nome che era tutto un programma: Gigi il Porco. Altri proprietari furono nel 1882 un tale Lombardi, e in seguito un certo Giovanni Salvadori. Dall’altro lato della strada, proprio di fronte al Tabernacolo, per molti anni c’è stato un negozio, oggi scomparso, di telerie, conosciuto in tutta la città con il nome: “Alle cinque Lampade”.

Alberto Chiarugi
Il tabernacolo delle cinque lampade
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