Capitano di Ventura al servizio di Firenze

Le Compagnie di Ventura (bande di mercenari al soldo del loro comandante), iniziarono la loro attività, dopo la fine della seconda Crociata, quando i soldati rientrarono alle loro case. Trovarono una situazione molto diversa da quando erano partiti, avendo perduto case, beni, e famiglia, vagavano per i regni europei in cerca di un Signore per mettere al suo servizio il loro braccio.

Al comando di questi sbandati, erano coloro che gli avevano guidati nelle battaglie in Terrasanta contro gli arabi oppressori. Erano i secondogeniti dei Signori di vari regni. Non avendo alcun diritto nella successione al trono per la legge “Salica” spettante al primogenito, potevano dedicarsi al mestiere delle armi, o iniziare la carriera ecclesiastica.

La figura del Capitano di Ventura , iniziò a farsi conoscere in Europa tra il XV e il XVI secolo, sopratutto in Italia dove fece la sua fortuna. Era conosciuta in Inghilterra dall’anno 1159, queste bande furono assoldate da Enrico II Plantageneto, per la conquista del regno d’Inghilterra.

Queste Compagnie venivano reclutate solitamente all’estero, cercavano durante il combattimento di risparmiare la vita dei loro uomini e delle cavalcature, con minime perdite o con il cambiamento di campo passando al servizio di chi li pagava meglio. All’inizio i Capitani reclutarono per le loro Compagnie “Servi della Gleba” contadini legati alla servitù della terra di un possedimento, poi disperati rimasti senza niente a seguito di guerre, carestie o crisi economiche.

Nell’Italia dei comuni, con lo sviluppo dell’artigianato, dei commerci, delle arti, delle lettere, e dell’industria, avevano allontanato la borghesia dallo spirito guerresco, indirizzandoli sempre più ai loro ben remunerati affari.

Tra i più celebri Capitani italiani, si ricordano: Bonifacio Lupi, Alberico da Barbiano, Muzio Attendolo Sforza, Angelo Tartaglia, Bartolomeo Colleoni, Bartolomeo D’Alviano, Erasmo da Narni detto il “Gattamelata”, Francesco Bussoni detto il “Carmagnola” Braccio da Montone, Micheletto Attendolo conte di Cotignola. Ma un Capitano inglese John Hawkwood, il cui nome in latino era “Johannes Acutus” italianizzato in lingua volgare “Giovanni Acuto”, nato in Inghilterra a Sible Hendingham nella Contea dell’Essex forse nell’anno 1320, li superò per intelligenza, fama e capacità militare.

Della sua nascita non si hanno notizie certe. Una leggenda racconta che era il secondogenito di un conciatore di pelli, altre ce lo presentano come figlio di un sarto, infine di un soldato il quale prima di dedicarsi al mestiere delle armi fosse un sarto o un conciapelli. La realtà ce lo presenta come figlio di Sir Gilbert Hawkwood, gentiluomo di “notevole ricchezza” con possedimenti a Sible Hendingham e a Finchingfield. Ad un certo punto della sua gioventù John, lasciò la casa paterna per trasferirsi a Londra da un sarto come apprendista.

La sua carriera militare iniziò quando prese parte agli ordini di Edoardo III alla “guerra dei Cent’anni” combattuta in Francia come arciere lungo (LongBow arco alto quanto il tiratore). Partecipò alle battaglie di Crècy e Poitiers. Dopo quest’ultimo scontro, si unì alla “Withe Company” (Compagnia Bianca) guidata dal comandante tedesco Albert Sterz. Ne divenne Capitano nell’anno 1363. Nonostante l’Acuto fosse Cavaliere, non ci sono notizie sulla sua investitura. Alcune voci dicono che fosse stato fatto Cavaliere dal comandante delle truppe inglesi il “Principe nero” (Edoardo Woodstock) chiamato così dal colore scuro della sua armatura, ma non ci sono conferme. Quando giunse in Italia combatte per numerose fazioni. Mettendosi al servizio di chi lo pagava meglio.

Con la firma del trattato di Brétigny nel maggio del 1360 della durata di nove anni tra Edoardo III re di Inghilterra e Giovanni II detto il “Buono” re di Francia, che consentiva una tregua nella guerra dei “Cent’Anni”, chiamata “Guerra Edoardiana”. Nacquero molte Compagnie. La più famosa era la Great Company, in seguito prese il nome Withe Company o English Company conosciuta come Compagnia degli Inglesi, si formò nella Francia Orientale. John Hawkwood ne iniziò la frequentazione fino a quando ne divenne il Comandante soppiantando Albert Sterz che lasciò il comando per fondarne un altra.

Durante la sua attività, si fece pagare profumatamente. In 30 anni guadagnò da un minimo di 6.000 ad un massimo di 80.000 fiorini d’oro all’anno, divenendo in breve tempo ricchissimo. Sempre pronto a cambiare schieramento, per chi lo pagava meglio.

La carriera della Compagnia si sviluppò inizialmente in Francia, spostandosi nella Champagne per poi passare in Borgogna fino a giungere vicino ad Avignone, dove si trovava Innocenzo VI. Durante la permanenza vicino alla sede papale, sequestrò Pont Saint Esprit per alcuni mesi bloccando di fatto la raccolta in detta dal Papa, delle tasse per pagare il riscatto per la liberazione di re Giovanni. Questa impresa irritò molto il Pontefice; prima gli chiese di lasciare la città, poi non avendo ricevuto risposta, scomunicò la Compagnia.

Nel marzo dell’anno 1361, la Compagnia fece pace con Innocenzo VI, raggiungendo un accordo per superare i Pirenei ed andando a combatter per lui in Spagna. Lo Sterz ricevuta la promessa di una cospicua somma di denaro garantita, divise le sue truppe, inviando una parte nella penisola Iberica e l’altra parte attraverso le Alpi in Italia. John Hawkwood si unì a questa assumendone il comando.

Valicato le montagne e entrato in Piemonte, venne ingaggiato dal Marchese di Monferrato; Giovanni Paleologo per combattere contro Amedeo VI di Savoia detto “il Conte Verde” (quando partecipava ai tornei era solito sfoggiare abiti e bardature di colore verde), senza attendere l’autorizzazione del Santo Padre. Giunto a Lanzo Torinese sorprese e battè il Savoia facendolo prigioniero. Il Conte per liberarsi e riacquistare le città cadute in mano al nemico, dovette pagare una cospicua cifra di riscatto.

Alberto Chiarugi

John Hawkwood, Capitano di Ventura, prima parte

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