Secondo l’antica definizione tipicamente toscana la “granata” è un mazzo di rami secchi resistenti e flessibili per pulire o spazzare in terra, così chiamata perché formata in prevalenza da saggina o ginepro ma sempre con le loro coccole o “grani”.
Per i latini infatti con il termine “scopae” si indicavano i ramoscelli di quelle particolari piante che davano fasci di rami lunghi e sottili che, una volta fissati e legati intorno a un bastone che serviva da manico, erano utilizzati per pulire in terra.
In Toscana da sempre la scopa viene comunemente chiamata “la granata”.
(da “Adagi con brio” di Franco Ciarleglio, Sarnus Editore)
