Prima della costruzione di Palazzo Strozzi la piazza antistante era comunemente chiamata “Piazza delle Cipolle” perché vi si svolgeva il mercato ortofrutticolo e quindi si vendevano cipolle, cocomeri, poponi, ortaggi, verdure e frutta di stagione.

Messer Filippo Strozzi fece costruire il suo splendido palazzo quattrocentesco da Benedetto da Maiano e Giuliano da Sangallo ed anche durante i lavori nella piazza si continuava a vendere cipolle. Un giorno, con sua grande sorpresa, messer Filippo notò tra i venditori di verdure anche Niccolò Grosso, famoso fonditore e battitore di ferro, detto “Il Caparra” perché aveva l’abitudine di non iniziare mai un lavoro senza aver ricevuto prima un congruo anticipo. Se un famoso artista era costretto per vivere a vendere cipolle in piazza, voleva dire che non doveva viaggiare in buone acque, pensò messer Strozzi e si impietosì. Non si è ma saputo se quello stato di bisogno del Caparra fosse reale o se fosse piuttosto un’abile finzione, dato che il palazzo era stato quasi completamente costruito e mancavano soltanto le rifiniture … in ferro!

Filippo Strozzi commissionò a Niccolò Grosso tutti i lavori in ferro battuto, tra cui battenti, porta fiaccole, porta bandiere e quattro grandi lanterne da collocare agli angoli del palazzo … ovviamente anticipando all’artista un acconto sul pagamento finale!
Tuttavia il Caparra non sembrò restare insensibile a quell’episodio, al punto che, nel forgiare le quattro lanterne, si ispirò a quella piazza tanto da fondere delle lunghe “reste” che ricordavano proprio gli steli delle cipolle.
Le quattro lanterne oggi visibili sono soltanto delle copie, mentre una parte dell’originale ancora esistente è stata collocata, dopo molti restauri, all’angolo tra Via Strozzi e Via de’ Pescioni, proprio di fronte all’antica Piazza delle Cipolle.

(da “IL CANTO DEI BISCHERI” di Franco Ciarleglio, Sarnus Editore)

Franco Ciarleglio
Le cipolle del Caparra.

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