Il Castello di Sammezzano, splendida dimora in stile moresco nei dintorni di Firenze, oltre ad avere il fascino particolare dell’esotico, ci inquieta ed incuriosisce con storie di maledizioni, fantasmi e tesori nascosti.

Il Marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, proprietario del Castello, in tarda età venne colpito da una misteriosa malattia, una specie di paralisi progressiva, che lo condusse a morte pochi anni dopo il termine dei lavori. Le sue spoglie vennero custodite, provvisoriamente, in una cripta sotto al Castello e a guardia di queste furono posti due leoni in pietra.

Quando il Marchese morì, i due leoni non erano ancora finiti; per questo, l’artigiano che le stava realizzando decise di dare loro non l’espressione seria e maestosa come era uso fare, ma un’aria triste e malinconica. Vennero chiamati i due leoni piangenti, perché aspettavano il ritorno del padrone.

Molti medici intervennero al capezzale del Marchese, oltre a questi anche una fattucchiera la quale, appunto, predisse che chiunque avesse profanato le statue dei leoni sarebbe stato condannato a soffrire e a morire della stessa malattia del marchese Ferdinando.

Nel 2005, quando il Castello di Sammezzano era già in totale stato di abbandono, uno di questi leoni venne rubato. I due ladri, colpiti da paralisi progressiva, in fin di vita hanno confessato di essere stati loro a sradicare il leone piangente all’ingresso del castello. Nel frattempo avevano già venduto la statua ad un antiquario umbro, che a sua volta l’aveva ceduta ad una ricca collezionista lombarda. Sia l’antiquario che la collezionista sono stati colpiti da paralisi progressiva e sono deceduti. Tuttavia, del leone trafugato non si è trovata traccia. Purtroppo, nel corso del 2016, è stato trafugato anche il secondo leone piangente.

C’è una leggenda che narra che il Castello di Sammezzano sia animato da una “strana presenza”. Molte delle persone che lavoravano presso Sammezzano nel ventennio in cui fu usato come albergo, raccontano che durante la notte si udivano, di tanto in tanto, rumori strani, talvolta molto sinistri. Anche gli ospiti che pernottavano a Sammezzano, nei piani superiori, sentivano sbattere le porte durante la notte. Tuttavia, questo fantasma, che in molti identificano con il Marchese Panciatichi, non si è mai dimostrato ostile verso i presenti. Ecco perché il portiere di notte lo ribattezzò scherzosamente: “Il Fantasma Tiberio“.

La tradizione vuole che nel Castello di Sammezzano sia stato nascosto un arcano tesoro che aspetta ancora di essere trovato. L’ipotesi deriva dal fatto che sopra le due entrate opposte del corridoio bianco, inizialmente chiamato Galleria dei Vasi, sono rispettivamente incise le parole “Nodum” e “Solve”, ovvero “sciogli il nodo”: un invito a risolvere il nodo, il segreto, l’enigma celato tra i suoi stucchi. Enigma che, secondo molti, è un misterioso e preziosissimo tesoro materialmente e volutamente celato all’interno del Castello.

In ultimo, esiste un’altra maledizione sul Castello di Sammezzano. Tale maledizione vuole che chiunque cerchi di speculare e arricchirsi alle spalle di Sammezzano, cada in rovina. E così è stato, in effetti, fino ad oggi. Infatti pare che essa abbia colpito tutti i proprietari che si sono succeduti dopo la morte del marchese, in quanto questi ultimi erano interessati principalmente a utilizzare Sammezzano per trarvi profitto a proprio beneficio esclusivo.

Gabriella Bazzani

Maledizioni, fantasmi e tesori nascosti al Castello di Sammezzano

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