L’articolo che segue riguarda una particolare forma di spettacolo, Il Viaggio Teatrale, che ho conosciuto solo di recente grazie alla amicizia che si è creata in modo del tutto casuale, all’inizio, a seguito di un appuntamento con Fabio Baronti e Sabrina Tinalli. Un piacevole incontro finalizzato ad avere la mia disponibilità, in qualità di erede delle “opere” di mio padre, ad inserire “Il Grillo Canterino” nella programmazione annuale della Compagnia delle Seggiole. Un rapporto che iniziato circa sei anni fa, sta ancora durando nel tempo.

Questo articolo è la continuazione del percorso che ho ipotizzato di fare utilizzando il titolo Metti una sera a cena, preso in prestito da un film degli anni 60, come premessa agli articoli che mi porteranno a raccontare sia il passato che il presente. Lo utilizzerò anche in altre situazioni perché credo che la convivialità possa rappresentare aspetti di amichevoli disquisizioni tranquillamente seduti ad una tavola con amici reali o virtuali, disquisizioni che oltre al cibo, potranno spaziare in altri settori di “varia umanità” come teatro, pittura, fotografia, ecc.

(IN SUA MOVENZA E’ FERMO – Teatro della Pergola)

Metti una sera a cena a raccontare la Compagnia delle Seggiole

Una pizzata purtroppo ancora virtuale con due amici, Fabio e Sabrina in rappresentanza della fiorentinissima e conosciuta Compagnia delle Seggiole per ascoltare la loro storia e la particolare forma di rappresentazione, Il Viaggio Teatrale , una modalità scenica che hanno affinato nel tempo fino a farne diventare il loro cavallo di battaglia. … “ La nostra Compagnia nasce nel maggio del 1999 in un modo che credo possa essere comune a molte altre compagnie teatrali non solo fiorentine. Come Fabio Baronti, un giovanissimo diciassettenne comunque innamorato di teatro senza avere il coraggio di presentarmi sul palcoscenico, mi proposi come suggeritore del teatro parrocchiale vicino casa. Un giorno uno degli attori si ammalò ed il regista mi chiese di sostituirlo. Il mio percorso teatrale è praticamente iniziato in seguito a quella circostanza. Certo, il semplice divertimento diventò qualcosa di più importante, un sogno, un possibile obbiettivo da perseguire. Al termine della Scuola di teatro che ebbi modo ed opportunità di frequentare nel 1983, entrai a far parte della Compagnia del Teatro Stabile dell’Oriuolo fino alla chiusura del teatro, dieci anni dopo. Fu, non posso negarlo, la mia vera formazione. Certo, avendo un lavoro al di fuori di questo mondo del tutto particolare, avendo la possibilità di scegliere, decisi di proseguire in questa attività “divertendomi” con altre formazione toscane, fino a quando, nel 1999, con un gruppo di amici decisi di “mettere su” una Compagnia. Nasce la Compagnia delle Seggiole, con il nome seggiola che a Firenze identifica la comune sedia. Seggiola, seggiole intendono sostanziare la fiorentinità del gruppo ed anche il desiderio di rafforzare l’amore per il teatro di parola a cui noi abbiamo fatto riferimento nel gettare le basi della nostra Compagnia. Il teatro deve essere parola ed anche lo spettacolo che rappresentiamo deve essere improntata sulla parola e chiaramente sulla capacità espressiva di colui che recita, servendosi eventualmente solo di qualche sedia (seggiola!!). Questa formula anche con scenografie fittizie, essenziali, meglio se naturali, deve proporre uno spettacolo, che sia “leggibile” dal maggior numero di spettatori possibile. La nostra visibilità sul territorio con gli spettatori che sono divenuti amici che ogni anno continuano ad aumentare la faccio, anzi la facciamo iniziare a partire dal 2003 con 20 repliche nel mese di luglio della Mandragola messa in scena nel cortile del Bargello, un tempo sede del tribunale frequentato dal Machiavelli, nelle cui carceri fu anche rinchiuso accusato di tradimento verso i Medici”…

Sabrina ricorda poi la prima “creazione” della Compagnia delle Seggiole, le cene con delitto, cene-spettacolo dove i commensali sono chiamati “ad ascoltare” la storia e i suoi intrighi. Mentre in altre città le cene con delitto erano già in repertorio, noi scegliemmo la lettura dei “Radiogialli” di Ellery Queen, confidando nella magia della parola ed offrendo le suggestioni dei rumori, opera di Vanni Cassori che aveva scoperto i tanti trucchi del mestiere. La riscoperta del fascino sonoro della radio risultò essere molto gradita ai clienti dei vari locali dove, a partire dal 2005, ci esibimmo.

Nella pausa tra un boccone ed un sorso di birra, chiesi senza mezzi termini se la forma di spettacolo che mi aveva affascinato, Il Viaggio Teatrale, potesse essere considerata una forma di spettacolo praticamente sconosciuta? Mi aspettavo quel SI di risposta considerato che in linea generale non avevo trovato, personalmente, risposte documentabili nelle varie realtà teatrali territoriali e nazionali, su una forma di questo loro spettacolo così ben definita, caratterizzata ed interpretata. Con evidenti limitazioni e differenziazioni, l’unico riferimento più vicino poteva essere il Bruscello solo per il contatto degli spettatori che guidati o meglio accompagnati da un attore, compiono un itinerario con apparizioni, incontri, in vari luoghi del paese.

… “Il Viaggio Teatrale è una forma di spettacolo che, almeno sulla carta, può essere considerato semplice e facilmente attuabile in una città come Firenze. Infatti il viaggio, generalmente, è un itinerario in una location che sia stata sede di un avvenimento particolare, curioso, storico, da raccontare, insomma, interpretato dai vari personaggi che di quell’avvenimento sono stati comunque coinvolti. Una definizione che può essere considerata semplicistica, valorizzata dalle parole, dalla bravura degli attori ed anche dai costumi che idealizzano, per chi li sa apprezzare, il periodo di quello stesso avvenimento.

Entrare in un museo per chi non ha una minima base culturale può dare sostanza al pensiero che possa essere noioso quasi una perdita di tempo Forse potremmo superare questo nostro ostacolo se in quello stesso museo, come in una casa privata entrassimo come ospiti accolti dal padrone di casa pronto e disponibile a farcela conoscere? E se insieme a quei luoghi a noi sconosciuti conoscessimo anche i personaggi che in quella casa hanno vissuto la loro vita felice oppure tragica? Ed i loro costumi e la loro storia potrebbe appassionarci al punto da farci dimenticare quei problemi di origine culturale di cui intimamente ci vergogniamo? La storia, la loro storia, ce la raccontano loro, non siamo tenuti a conoscerla. Ecco gli abitanti della casa che raccontano le loro vicende, le loro abitudini, le usanze del tempo in cui hanno vissuto, ci portano a scoprire le loro stanze, i loro segreti, quelli dei loro antenati. Siamo diventati amici, gli ascoltiamo così come nella realtà facciamo con i nostri amici reali”…

Mentre Fabio e Sabrina continuano a raccontare mi rendo conto che le loro parole riassumono la mia stessa sensazione di quando, su loro invito ho partecipato ad uno dei loro viaggi per poi, nel tempo, nelle varie occasioni, partecipare a tutti gli altri. Il primo, lo ricordo, è il loro fiore all’occhiello, riproposto anno dopo anno, da oltre 15 anni, la visita all’interno del Teatro della Pergola, infatti, che consente agli spettatori di addentrarsi nei luoghi più segreti e fascinosi dell’antico teatro fiorentino alla scoperta di storie e personaggi famosi. Certo Firenze, da questo punto di vista è un’inesauribile forziere di tesori con i suoi luoghi e spazi da scoprire come la sede della Misericordia di Firenze in piazza del Duomo, l’Istituto degli Innocenti, il Corridoio Vasariano, la Biblioteca Nazionale, Villa della Petraia, il Complesso Monumentale di Santa Croce, la Biblioteca delle Oblate, l’Abbazia di Badia a Settimo, Villa Medicea di Poggio a Caiano, l’Istituto Geografico Militare, la Scuola di Guerra Aerea delle Cascine, ecc. Il teatro che la Compagnia propone può valorizzare, evidenziare, imprimere nella memoria eventi, luoghi e persone. E’ una forma di teatro che è stata accolta, recepita e seguita da un pubblico che segue fedelmente le loro proposte, un pubblico che rappresenta una loro platea ideale, un teatro sempre “esaurito”, il sogno di tutti coloro che ci lavorano e che lo vivono. Ci alziamo, la nostra pizzeria sta per chiudere. Ci salutiamo. Grazie Fabio, grazie Sabrina.

Il teatro è vita. Il cinema è arte. La televisione è un mobile. (Anonimo)

Alessandro Nelli
Metti una sera a cena a raccontare la Compagnia delle Seggiole

Un pensiero su “Metti una sera a cena a raccontare la Compagnia delle Seggiole

  • 3 Giugno 2021 alle 0:34
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    Buongiorno, potrei scrivere molto, ma riassumo in tre parole il mio pensiero: grazie, grazie, grazie!
    Sarà un piacere condividere questa testimonianza, che ci lusinga e che ci onora, con tutte le “Seggiole” della Compagnia.

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