Secondo questo detto tipicamente scaramantico nei giorni di martedì e di venerdì non ci si dovrebbe sposare e neanche intraprendere un viaggio, ma il proverbio continua: “né si da principio all’arte”, quindi non si dovrebbe nemmeno iniziare una pur minima attività lavorativa.
Il motivo di queste inibizioni è presto spiegato: nella cultura dell’antica Roma i giorni della settimana erano dedicati alle Divinità. Infatti il martedì era stato consacrato a Marte, dio della guerra, mentre il venerdì a Venere, dea dell’amore ma anche della femminilità lussuriosa e ingannatrice.
Per questi motivi i nostri padri latini, spinti da un’irrefrenabile superstizione e dalla voglia di dominare e esorcizzare il fato, associarono i due giorni “negativi” della settimana all’avvio delle principali attività della vita comune: il matrimonio, i viaggi, il lavoro.
Oggi il proverbio “né di Venere né di Marte non si sposa e non si parte né si da principio all’arte” rimane un retaggio dei tempi passati, ma ciò non impedisce ad alcuni di noi di continuare a osservarlo scrupolosamente.
(da “Adagi con brio” di Franco Ciarleglio, Sarnus Editore)

Né di Venere né di Marte non si sposa e non si parte…

Un pensiero su “Né di Venere né di Marte non si sposa e non si parte…

  • 20 Febbraio 2021 alle 17:36
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    Si adesso non è più tanto osservato: Né di Venere o di Marte ecc, ecc. nel significato antico, ma i matrimoni celebrati i Martedi o di Venerdi penso sono rarissimi.
    grazia m. barbieri

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