La grande rivoluzione delle Arti Minori e del popolo minuto

Le Arti e i mestieri.

Gli Ordinamenti di Giustizia, provvedimenti legislativi che avrebbero estromesso dal potere politico i magnati e il popolo grasso e le Arti Maggiori, vennero emessi nell’autunno del 1292. Nel decennio precedente la politica cittadina era in mano a queste fazioni. Fra i magnati si annoveravano cittadini di origini nobili inurbati nella città. Mentre il popolo grasso era composto da mercanti o imprenditori appartenenti alle Arti Maggiori, in contrapposizione al popolo minuto formato dai lavoratori delle Arti Minori o dalla piccola borghesia, e il popolo magro consistente nel proletariato, da braccianti e operai salariati.

Comunque, non tutti i nobili, figuravano negli elenchi dei casati magnatizi, fatti nel momento, in cui si acuì il contrasto fra popolani e magnati. Quando nell’autunno del 1292, sotto la spinta innovatrice di Giano della Bella di Tedaldo di Accorri famiglia magnatizia, appartenenti al ceppo degli Scolari, si scontrò fisicamente con Berto Frescobaldi, il più facinoroso fra i magnati, durante un consiglio tenuto in San Pier Scheraggio. Questo scontro dette la prova definitiva sulla posizione di Giano, schieratosi apertamente per il popolo magro, Riuscì a farsi eleggere Priore ai primi di dicembre di quell’anno, nella Signoria entrata in carica il 15 dello stesso mese, dando la spinta ai giuristi a stilare gli Ordinamenti. L’organo collegiale era formato da persone di diversa estrazione sociale, ma senza esperienza giuridica. Venne pertanto formata una commissione di giuristi: Messer Alberto di Donato Ristori, Messer Ubertino degli Strozzi e Messer Baldo di Aguglione, con l’incarico di preparare al più presto la nuova legge anti-magnatizia.

Dopo 7 giorni di lavoro vide la luce. Nei giorni 17 e 18 gennaio 1293, venne presentata ai vari Consigli e nelle Consulte il 10 gennaio 1293 (seguendo tutta la trafila prevista dagli statuti) approvata a larga maggioranza divenendo legge formale del Comune. Viene concessa ai Priori seduti la balia (potere eccezionale al difuori degli Statuti). La volontà del legislatore vuole assicurare la conservazione dei nuovi provvedimenti inseriti nella legge. È deciso la non abolizione, non dovessero essere mitigate le norme e per conservarle sono inseriti nello Statuto comunale. Per distinguerli dagli altri Ordinamenti, viene aggiunto un attributo, a garantirne la validità perpetua, chiamandoli definitivamente: “Ordinamenti di Giustizia” I magnati tolti per sempre dalle leve di comando della città cercarono di rivolgere la situazione a loro favore, ma gli andò male e per marcare la loro contrarietà per essere stati messi fuori dai poteri li chiamarono “Ordinamenti di Nequizia”.

In altre città d’Italia vengono emanati altri ordinamenti per difendere il popolo minuto dai soprusi dei magnati. A Bologna, vennero chiamati: Ordinamenti Sacrati o Sacratissimi, per indicarne la immutabilità. I nuovi “ordinamenti di Giustizia”, approvati nel periodo autunnale del 1292, furono approvati e entrati in vigore nell’inverno primavera del 1293, sotto spinta dei moti di piazza organizzati dalle Arti Minori e il popolo magro, e non dalle Magistrature del Comune, e dagli stessi Organi politici che si erano prestati a sostenere l’oligarchia dei Magnati, le Arti Maggiori e il popolo grasso. Ora quello che interessava al popolo ora al potere, era l’ingresso di persone di diversa estrazione sociale, e che non avessero avuto contatti con chi era stato al potere fino a quel momento.

Alberto Chiarugi
Ordinamenti di giustizia
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3 pensieri su “Ordinamenti di giustizia

  • 20 Marzo 2023 alle 0:49
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    Articolo molto interessante. Grazie di averlo scritto!

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  • 16 Marzo 2023 alle 10:47
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    Torno a dire quello che ho detto più avanti come commento a fatti storici della nostra città: infinita ammirazione per chi si dedica a mettere in luce antiche cronache che aiutano a capire il carattere degli abitanti e le loro reazioni.

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