Perché via dei Sabatelli? Perché i Sabatelli sono una numerosa famiglia di pittori.
Il capostipite è Luigi Sabatelli che nacque a Firenze nel 1772 e qui studiò all’Accademia. Fu anche a Roma dove completò la sua formazione. Trasferitosi a Milano nel 1808 insegnò all’Accademia di Brera, con brevi interruzioni, fino alla sua morte che avvenne nel 1850.
In Lombardia eseguì decorazioni mitologiche, storiche e allegoriche per chiese e palazzi milanesi. Purtroppo le opere nelle chiese lombarde sono andate per la maggior parte perdute.
Durante i soggiorni in Toscana affrescò a Palazzo Pitti la sala dell’Iliade. Lavorò con il figlio Francesco nella Cappella Ricasoli dedicata a S. Antonio, in Santa Croce. Altre sue opere si trovano in San Firenze (affreschi nella cupola), alla Specola, a Fiesole e nel Duomo di Arezzo.
Fu anche un abile incisore e le stampe della sua Via Crucis si possono ancora oggi trovare nelle parrocchiali toscane.
Luigi Sabatelli ebbe dieci figli, e quattro di loro (Francesco, Giuseppe, Gaetano, Luigi junior) furono pittori famosi e di buon livello.
Francesco nacque a Firenze nel 1803. Studiò con il padre dimostrando da subito una grande perizia. Si narra che già a nove anni un suo disegno avesse riscosso un enorme successo sia negli ambienti artistici milanesi che in quelli fiorentini. Il marchese Pier Roberto Capponi lo premiò con quindici zecchini. Durante gli spostamenti da Milano a Firenze al seguito del padre ebbe l’attenzione e la protezione del granduca Leopoldo II che pare abbia sovvenzionato un suo viaggio a Roma e in seguito a Venezia con l’incarico di fare una copia di un quadro di Tiziano.
In Palazzo Pitti, dove già stava operando il padre Luigi, affrescò una lunetta nella sala dei “Novissimi” dal titolo: Ettore mette in fuga i Greci. In seguito (1825) collaborò col padre in Santa Croce nella Cappella Ricasoli ed ebbe anche l’incarico di affrescare una lunetta.
Di Francesco possiamo ammirare nella Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti una bellissima tela. l’Aiace d’Oileo dipinta nel 1827, che gli valse la nomina a professore dell’Accademia di Firenze. Doveva poi lavorare ancora nella Cappella Ricasoli su una grande tela posta al di sotto del suo affresco (la lunetta) e aveva già preparato il cartone, ma non portò mai a termine questa opera perché si ammalò di tubercolosi e morì giovanissimo nel 1829. Il fratello Giuseppe traspose poi sulla tela questa opera intitolata “ S. Antonio che resuscita un morto”. Nel Chiostro di Santa Croce si trova il monumento funerario di Francesco.
Anche Giuseppe nacque a Firenze nel 1813 e studiò col padre. Subito dimostrò di avere grande talento ed ebbe la protezione del granduca Leopoldo. Quindi lavorò nella Cappella Ricasoli e dipinse “il miracolo della mula” partendo da un disegno del padre. Come abbiamo già detto mise su tela l’idea del fratello Francesco. Nel 1839 sia l’Accademia di Brera che l’Accademia fiorentina gli riconobbero il titolo di professore.
Nel 1841 lavorò insieme al padre e al fratello Luigi Maria jr. alla decorazione della Tribuna di Galileo alla Specola e sempre insieme al fratello eseguì le allegorie di: Natura, Esperienza, Verità e Perseveranza. Lavorò ancora col padre e con i fratelli Luigi e Gaetano nel complesso di San Firenze.
L’ultimo suo lavoro “Farinata degli Uberti alla battaglia del Serchio” lo fece conoscere fuori dall’Italia. Perfino dalla Russia arrivò una importante commissione ma Giuseppe non la portò a termine perché anche lui morì precocemente di tisi nel 1843. Nel chiostro di Santa Croce si trova il suo monumento funebre, opera di Ulisse Cambi.
Gaetano Sabatelli nacque a Firenze nel 1820 ed è morto a Milano nel 1893. Come abbiamo visto ha lavorato col padre e con i fratelli Giuseppe e Luigi Maria nel complesso di San Firenze e verosimilmente insieme a Luigi jr completò le allegorie di Carità, Fortezza, Prudenza e Fortezza impostate dal fratello Giuseppe.
Gaetano si è dedicato molto ai ritratti e a quadri di carattere religioso. L’opera sua più famosa, Cimabue che osserva Giotto fanciullo (1847). Questa tela è stata esposta per un breve periodo nella Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti.
Il disegno sulle scatole dei pastelli Giotto è ispirato a questa opera del Sabatelli. Chi non lo ricorda?
Come abbiamo visto le opere dei “Sabatelli” sono in molti bellissimi luoghi di Firenze e con un po’ di intraprendenza possiamo vederle da vicino.