(NdR) Per Cittadini di ex città fortificate fuoriporta significa abbandonare la città per una escursione nei dintorni della città stessa. Un significato adatto a questa categoria di articoli che parlano di qualcosa che esula da Firenze. Un’altra città o un’altro argomento, qualcosa che non ha niente a che vedere con Firenze ma che ha stimolato l’editore o gli autori nel narrarlo.

Se un tempo si scontravano Francesco I e Carlo V per il dominio europeo e la conquista dell’Italia oggi possiamo respirare quei momenti non sui libri di storia ma nella realtà quotidiana. Se torniamo indietro di 500 anni viviamo un parallelismo con la storia contemporanea, basterà sostituire qualche nome, qualche paese, ma la ripetizione si scoprirà coincidente.

I libri di storia hanno il grande difetto di riportare gli eventi che hanno caratterizzato il passato in maniera piatta e lineare esaltando le battaglie e le conquiste, i giochi politici e i sotterfugi di corte ma scordano che, sia l’estensione temporale dei fatti narrati sia l’azione che avevano sul territorio, portavano a delle ripercussioni davvero gravi sulla gente che viveva a quel tempo. I libri di storia non parlano della gente, dei Cittadini, ma solo dei re e degli eserciti, dei cambi di equilibrio dei poteri e della nuova configurazione dei territori. Pochi o meglio nulli gli accenni alla sofferenza della famiglie dei calzolai fiorentini o del signor nullità morto di fame all’angolo della Basilica di San Pietro.

Carlo V grazie a forze e possedimenti che derivavano dalla sua famiglia paterna e materna aveva tutte le caratteristiche per ambire a creare un impero universale. A lui si contrapponevano Federico di Sassonia, Enrico VIII d’Inghilterra e Francesco I di Francia i quali avanzavano la propria candidatura al trono imperiale. Carlo V ebbe la meglio grazie a potenti banchieri tedeschi che speravano in un ritorno economico che la Germania avrebbe potuto sfruttare per prima. Lo stesso Erasmo accolse con favore l’incoronazione di Carlo V nel 1519, sperando che lo stesso potesse riportare pace e unità nel mondo cristiano. Nella realtà delle cose questo sogno rimase illusione in quanto alcune condizioni si opponevano al consolidamento dell’impero. Uno dei principali motivi erano le enormi differenze fra gli stati, sia in termini di lingua, cultura e interessi economici, ma non secondarie erano la riforma luterana che dilaniava la Germania, i turchi che premevano sul confine orientale e infine la Francia di Francesco I che non accettava Carlo V. Il desiderio di Carlo V di riprendersi la Lombardia non favoriva certo i rapporti con Federico I. Lo scontro su territorio Italico durò 23 anni, anni in cui il territorio fu sconvolto da battaglie e morte, crisi e povertà (questo non è scritto sui libri di storia… ma sai… che importa). Francesco I perdente firmò l’umiliante pace di Madrid che però sconfessò subito dopo alleandosi con gli stati italiani e con Papa Clemente VII. Carlo V sentendosi tradito dal Papa partì all’attacco di Roma con 18.000 mercenari tedeschi che costrinsero il Papa Clemente VII a rifugiarsi nelle mura di Castello San’Angelo. Approfittando di questo a Firenze furono banditi i Medici e fu proclamata la Repubblica. Carlo V ebbe di nuovo la meglio, si riconciliò con il Papa che addirittura lo incoronò a Bologna nel 1530 in cambio del ritorno dei Medici a Firenze, cosa che non avvenne facilmente, Firenze resistette per oltre 10 mesi all’esercito assediante di Carlo V.

Cambiamo qualche nome, solo per puro divertimento.

Carlo V facciamolo diventare un generico Bilderberg, i banchieri tedeschi vogliamo chiamarli BCE, l’impero universale lo vogliamo chiamare nuovo ordine mondiale, Francesco I lo vogliamo chiamare complottista, Clemente VII possiamo dargli il ruolo di Papa Francesco, i Turchi chiamiamoli Islamici, i 18.000 mercenari tedeschi vogliamo chiamarli eurogendfor. Dov’è la differenza fra ieri e oggi? Che oggi i campi di battaglia sono la finanza e la guerra climatica, che i morti sono imprenditori che si uccidono, che la povertà si misura diversamente; ma alla fin fine cosa è cambiato da allora?

Cosa sarà scritto domani sui libri di storia del periodo buio che stiamo oggi vivendo? Non meravigliamoci se saranno riportati a grandi linee gli scontri delle famiglie nobili di oggi, scontri non più sui campi di battaglia, ma nelle aule parlamentari, nei tribunali, nelle city affaristiche e nelle banche d’affari. Verranno riportati i trattati firmati quali Maastricht e Lisbona, o ancora Ceta e TTIP, i nomi di questi grandi regnanti quali Rockfeller o Rothschild, dei loro generali quali Draghi o Van Rompuy, delle grandi conquiste economiche e industriali, di come le speculazioni e le scalate hanno spostato immensi capitali, di come la moneta unica europea ha permesso questi grandi cambiamenti, di come la politica ha cancellato leggi e modificato Costituzioni. Sembrerà ancora una volta di leggere le gesta di Carlo V e Francesco I che si scontrano per la conquista del mondo, dell’Europa, dell’Italia.

Lo scontro tra Francesco I e Carlo V durò 30 anni e non una parola si legge oggi su cosa subirono gli schiavi di allora, la gente comune. Fra 500 anni questa nostra vita di oggi sarà ugualmente un episodio storico e niente si leggerà sulle sofferenze della gente comune, del Cittadino.

C’è solo una unica grande differenza fra il tempo di Carlo V e oggi, si chiama Sovranità Popolare, cioè il concetto che il popolo è Sovrano e i Carlo V di oggi hanno in delega questa Sovranità. Sembra invece che i Carlo V di oggi gestiscano questa Sovranità, ancora una volta, come fosse la loro, la cedano, la sopprimano, la calpestano. Anche i Cittadini sono gli stessi di allora? Si, forse si, perché se permettono che il Carlo V di turno giochi sulla loro pelle la Lombardia/Italia di oggi non sanno apprezzare il valore della Sovranità, della Democrazia e quindi, in ultima analisi, della Libertà.

Jacopo Cioni

 

Tornando indietro di 500 anni.
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