1 parte: prologo
2 parte: Le abitazioni, i mobili e le differenze tra case povere e ricche
3 parte: Abbigliamento
4 parte: L’alimentazione
5 parte: Il tempo
6 parte: Nascita e matrimonio
7 parte: La morte
8 parte: La famiglia e le donne
9 parte: Serve, illegittimi, donne e concubine
10 parte: Firenze la città
11 parte: Le strade e la vita in esse
12 parte: l’Arno i suoi ponti e la statua di Marte

Abbigliamento

I costumi nel medioevo hanno un evoluzione della moda piuttosto lenta, ma facendo attenzione alle iconografie si notano nette differenze nei vari periodi che lo compongono.

Secondo Dante il primo profondo mutamento è a metà del XIII secolo, poco prima della sua nascita Non importante e drastico però come quello di metà XIV secolo quando a Firenze arrivò l’influsso della moda francese. Giovanni Villani conferma le parole di Dante: “Le donne si vestono con “grossi” panni e calzari senza ornamenti, con una gonna stretta, con una cinta e un mantello foderato.”

Molti portavano pelli scoperte senza panno e berrette in testa e gli “usatti” ai piedi. L’uomo indossava una veste con maniche strette che poteva arrivare fino alle caviglie, fermata alla vita con una cinta. La stessa veste maschile negli anni diverrà più corta, all’altezza del ginocchio. Sopra la veste verrà messo una sorta di mantello con risvolti e maniche larghe di lana o seta foderato in pelliccia, in testa cappucci a punta più o meno lunghi. Più era ricco il proprietario più era lungo il becco del cappuccio, questo perché trattandosi di tessuto inutile era usato semplicemente per ostentare il proprio lusso.

Tessuti grezzi per i poveri, morbidi e colorati per i ricchi che differivano a seconda del censo e del mestiere. Sulle gambe calzamaglie spesso suolate e attillate con scarpe o stivali, i poveri invece avevano degli zoccoli in legno.

Tutti avevano un copricapo, solitamente non i servi, gli artisti e le prostitute che si contraddistinguevano per questo.

Sotto le vesti donne e uomini indossavano una camicia espressamente bianca (da qui il nome biancheria) più lunga per le donne. Pare che solo le prostitute usassero delle mutande, gli uomini invece usavano una sorta di boxer che a volta rimanevano visibili perché invece di usare le calzamaglie, venivano usate una sorta di maniche che coprivano solo le gambe e si legavano in vita, lasciando così le mutande in vista (dando l’effetto pannolone).

Dante ci racconta di un particolare abito femminile con un décolleté talmente scollato che… “La donna mostrava i seni al vento!” Non c’erano reggiseni, ma si usavano sistemi per tenerlo eretto e presentarlo rotondo.

Acconciature coperte da veli o fasce, ma anche da cappelli; non rari erano per le donne i vestiti con lo strascico. Le donne usavano anche delle sovrascarpe in legno per non fare sporcare vesti e piedi dal fango, una sorta di zoccolo che donava una particolare andatura, spesso criticata dai ben pensanti.

I capelli erano lavati una volta a settimana (solitamente il sabato che era dedicato alla pulizia e alla cura del corpo). I visi ben truccati, numerose infatti sono le ricette del tempo in voga: creme, trucchi, ritrovati di cosmesi, espedienti di ogni tipo per migliorare la propria bellezza. Non mancano i gioielli, regolati da leggi suntuarie che tentano di porre un freno all’esagerazione dei fiorentini.

Un aneddoto narrato dalle cronache, racconta di un notaio accompagnato da un ufficiale municipale per controllare chi contravviene alla legge, viene per così dire sfrontatamente preso in giro da una sagace risposta di una signora fermata perché particolarmente e riccamente ornata.

Anelli, bracciali, collane, diademi, cinte preziose, pietre incastonate, perle. In alcuni musei possiamo apprezzare ancora oggi questi magnifici gioielli.

Liberamente tratto da “A Firenze ai tempi di Dante di A. Antonetti”

Riccardo Massaro
Viaggio indietro nel tempo nella Firenze di Dante, 3 parte
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