Dopo la cacciata di Piero de’ Medici detto il Fatuo avvenuta nel 1494 per la calata in Italia di Carlo VIII re di Francia, la Repubblica Fiorentina venne retta dal Savonarola e terminò con la sua morte nel 1498.

La Repubblica liberata dalla figura ingombrante del frate si diede un altro assetto con l’elezione di Pier Soderini alla massima carica di Gonfaloniere, uomo di tendenze filo medicee, ma non appartenente alla schiera dei più accaniti seguaci della famiglia. Carica che nel 1502, gli fu conferita a vita.

Questo sistema politico andò avanti fin quando nel 1512 i Medici rientrarono a Firenze con il cardinale Giovanni figlio del Magnifico e futuro Papa Leone X, appoggiato dal Papa Giulio II e dalla Lega Santa, mettendo fine al gonfalonierato del Soderini.

Una terza Repubblica ebbe inizio il 16 maggio 1527, in seguito al deteriorarsi dei rapporti fra l’Imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V e il Papa Medici Clemente VII. Quel giorno fu cacciato il Cardinale Passerini che governava in nome dei giovani Ippolito e Alessandro de’ Medici, ispirandosi al Savonarola e reintroducendo la carica di Gonfaloniere.

Intanto l’Imperatore era arrivato a Roma, cingendola d’assedio e costringendo il Papa a rinchiudersi in Castel Sant’Angelo per difendersi dall’invasore. Malgrado una strenua difesa, la città eterna dovette capitolare con il conseguente sacco dei soldati imperiali.

Il Papa e l’Imperatore si riappacificarono e Clemente forte della ritrovata armonia, chiese al suo alleato di abbattere la Repubblica Fiorentina e di riportare la sua famiglia al potere. L’assedio delle truppe imperiali a Firenze iniziò il 14.10.1529. Ci furono molti morti fra le due parti, la città si difese strenuamente fin quando fu chiaro che non avrebbe potuto resistere per molto tempo all’assedio. In questo dramma si inserì un episodio ricordato nel tempo, dimostrando il disprezzo verso l’avversario più forte dei fiorentini.

Da tempo immemorabile in occasioni particolari e ricorrenze i nobili della città giocavano al Calcio in Livrea, e per non interrompere l’usanza di giocare in tempo di Carnevale fu deciso di disputare una partita nella piazza di Santa Croce facendosi beffe del nemico che li guardava dal Giramonte. Il 17 febbraio 1530 i soldati scesero dalle mura lasciarono le postazioni e le armi, ed in corteo al suono delle chiarine e tamburi si recarono nella piazza per giocarsi la partita e la conquista di una bianca vitella.

Le due squadre divise in due colori bianco e verde, si schierarono agli ordini del Maestro di Campo, e per far vedere al nemico che non avevano paura sistemarono i Musici sul tetto della chiesa che suonarono per tutta la partita. Le truppe imperiali sbigottite a quella vista fecero sparare un colpo di cannone in direzione della piazza, ma la palla sorvolò il campo perdendosi lontano, fra gli schiamazzi dei Musici e del pubblico.

La sfida fra le due squadre andò avanti fino al tramonto, poi tutti insieme si riunirono intorno ad un fuoco per arrostire e mangiare la vitella. Purtroppo questo atto di coraggio, non mutò le sorti della Repubblica Fiorentina, che capitolò 12.08.1530, la resa fu firmata presso la chiesa di Santa Maria a Montici fu evitato il sacco della città ad opera dei Lanzichenecchi e l’accettazione per il ritorno al potere della famiglia Medici.

Quattro secoli dopo, per festeggiare il quarto centenario dell’eroica resistenza della città di Firenze, nell’anno 1930 nel mese di maggio fu riesumato l’antico gioco del Calcio Storico Fiorentino, con una partita disputata dalle squadre dei Bianchi di Santo Spirito e dei Verdi di San Giovanni in piazza della Signoria. Da allora ogni anno tranne qualche interruzione dovuta alla seconda guerra mondiale o altre cause, viene disputato il Torneo Di San Giovanni nel mese di Giugno.

Da alcuni anni le Vecchie Glorie del Calcio Storico Fiorentino tramite l’Associazione 50 minuti, il 17 febbraio, disputano una partita a ranghi misti in ricordo dell’antica partita, nella piazza Santa Croce con l’intervento del Corteo della Repubblica Fiorentina. Prima dell’inizio della partita nella chiesa viene celebrata una messa in ricordo dei caduti dell’assedio, e i calcianti di oggi vengono associati ai giocatori di allora.

Alberto Chiarugi

Alli 17 Febbraio 1530, calcianti sotto assedio!
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