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Caterina de’ Medici, la duchessina

Caterina de’ Medici, regina madre

Caterina assunse quindi il titolo di regina di Francia, ma la sua influenza politica non era sorretta da un reale potere. Il ruolo prestigioso gli permetteva di influenzare la Corte in termini ludici ed amministrativi ma niente di più. Questo suo ruolo indusse molti italiani a trasferirsi in Francia, soprattutto una schiera di fiorentini, ed alcuni di essi, grazie a Caterina, assunsero dei ruoli amministrativi alla Corte Reale.

I fratelli Strozzi e cioè Piero, Leone, Roberto e Lorenzo quali cugini di Caterina furono tra i più beneficiati, ma anche l’astrologo Cosimo Ruggieri e l’umanista Gabriel Simeoni, il maggiordomo Luigi Alamanni e sua moglie Maddalena Bonaiuti, Antonio Gondi e la moglie Marie-Catherine de Pierrevive trovarono il loro spazio a Corte; in particolare Catherine de Pierrevive diventò confidente della sovrana.

Enrico II ingaggiò nuovi combattimenti a est del regno e la sua assenza determino la nomina di Caterina a reggente. Questo suo ruolo, soprattutto amministrativo, gli permise di controllare gli approvvigionamenti e i rinforzi da inviare ad Enrico, coadiuvata da Anne de Montmorency. Nell’ambito di questo ruolo il Re la inviò presso il Parlamento di Parigi a chiedere finanziamenti per proseguire gli scontri in Italia dove si raggiunse la pace solo nel 1558 siglandola presso  Cateau-Cambrésis nel 1559. L’accordo non piacque a Caterina in quanto molti possedimenti conquistati in Italia andarono persi.

Nella data del 30 giugno 1559, durante un torneo cavalleresco svoltosi in occasione delle nozze della figlia Elisabetta con Filippo II di Spagna, Enrico II fu ferito alla testa. La ferita procurategli da Gabriel de Montgomery determino che a distanza di 10 giorni di sofferenza Enrico II morì, lasciando Caterina vedova.  Da quel momento Caterina iniziò a vestirsi esclusivamente di nero e modificò il suo emblema rappresentando una lancia spezzata accompagnata dal motto “Da qui le mie lacrime, da qui il mio dolore“.

Francesco II di soli quindici anni subentrò al padre e la nuova Corte prese la residenza al Louvre. Molto velocemente i Guisa, famiglia principesca francese, sfruttarono il matrimonio di Francesco II con Maria Stuarda, (discendente dai Guisa per parte di madre, Maria di Guisa), e data la loro ricchezza centralizzarono il potere su di loro. Caterina de’ Medici non rimase inerme e, infrangendo il rituale periodo di 40 giorni di lutto, si presentò a Corte, ma senza intenzioni bellicose, anzi. Intervenne però nella “distribuzione” dei favori reali.

Ciò che in realtà interessava veramente a Caterina era la salute del figlio, infatti Francesco II soffriva di una malformazione congenita. Nella realtà si ritrovò in mezzo alle dispute tra i Guisa del partito cattolico e i protestanti costringendola ad un doppio gioco. Nonostante tutto i Guisa, dato i suoi contatti con Luigi di Borbone, protestante, la isolarono nel consiglio di Corte tanto da rendere vano il suo parere.

A seguito dell’esecuzione di Anne du Bourg nel dicembre 1559 lo scontro tra cattolici e protestanti determinò rapporti talmente tesi che nel marzo del 1560 la congiura di Amboise fu inevitabile. Si trattò di un colpo di mano dei protestanti per tentare di impadronirsi della persona del re Francesco II in modo da sottrarlo al controllo dei Guisa. Questo fu il primo episodio di quelle che furono le guerre di religione in Francia.

Fine terza parte presto la quarta: Caterina de’ Medici, le redini del potere

Jacopo Cioni
Jacopo Cioni
Caterina de’ Medici, vedovanza
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3 pensieri su “Caterina de’ Medici, vedovanza

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