Molti registi ed attori di oltreoceano si sono lasciati sedurre dal fascino incontrastato della nostra splendida città: facendo un rapido excursus, si può iniziare proprio dal 1949 con “Il principe delle volpi”, un film a sfondo storico diretto da Henry King, con Tyrone Power; un cupo dramma che cerca di ricostruire l’Italia di Cesare Borgia, con profusione di costumi e sontuosità varie, e in cui avventura e amore si susseguono in varie città tra cui Firenze, terra di scontri feroci durante il 500.

Nel 1950 ancora un film americano “September affair”, tradotto con “Accadde in settembre” con Joseph Cotten, in cui piazza Duomo e piazza della Repubblica fanno da scenario ad un amore contrastato e appassionato.

Dobbiamo ricordare “Darling”, capolavoro di Schlesinger, con Julie Christie, un film del ‘66, in cui la villa medicea di Poggio a Caiano, con la scenografica doppia scalinata viene filmata nel trailer ufficiale.  

Il grande cinema ritorna nel 1976 con “Obsession” di Brian de Palma, “Complesso di colpa” in italiano, dove la chiesa di San Miniato al Monte riveste un ruolo cruciale in una storia ricca di mistero e di sinistre premonizioni. Firenze appare in una veste insolita, misteriosa, chiusa nei vicoli del centro, in un clima invernale, freddo e grigio, lontani i colori e la solita iconografia rinascimentale.

Ancora sulle colline di Firenze si svolge una scena con Al Pacino e Marthe Keller, in “Un attimo una vita” del 1977. Una nobile villa è il luogo in cui bellezza armoniosa e proporzioni perfette tra casa rinascimentale e storia d’amore s’intersecano.

Il film da tutti citato, forse il più bello, è “Camera con Vista” di James Ivory, il più iconico regista che ci sia, tratto dal romanzo di E.M. Forster ‘A Room with a view’, ed è del 1985.

La celebre scena dalla finestra è stata ricreata in studio, mentre quella realmente esistita si trovava nella Pensione Simi ed era sul Lungarno delle Grazie, dove lo scrittore britannico aveva soggiornato per un periodo di tempo. Si ricrea nel film l’atmosfera cosmopolita con ospiti stranieri che sceglievano la città come meta del gran tour. In piazza Signoria è ambientata una delle scene chiave del film, in cui avviene una rissa finita con un omicidio, coltelli e sangue esplodono con violenza selvaggia, quasi un controcanto all’armonia della Loggia dei Lanzi dove la protagonista si rifugia, impressionata ma anche pensierosa che nell’animo umano ci siano passioni tanto estreme e pericolose che l’educazione british reprimeva e condannava.

Ancora un romanzo, questo scritto da Henri James, dà origine al capolavoro di Jane Campion “Ritratto di Signora”, del 1996 con una giovane Nicole Kidman e un sempre inquietante John Malkovich. La città si riappropria della sua percezione rinascimentale, infatti è in un Convento quattrocentesco sopra il colle del Forte di Belvedere che vive la figlia adolescente del terribile Mr. Osmond. Una scena si svolge in un chiostro conventuale, in cui si può rintracciare il “giardino delle delizie e della meditazione” caro all’architettura fiorentina. Ma si può rivelare anche un labirinto in cui la giovane Isabel Archer si trova avvolta come in una ragnatela.

Negli ultimi anni Firenze è stata location di film di enorme successo, Hannibal, del 2001, in cui le vicende di Hannibal Lecter sono trasposte a Firenze e in cui Palazzo Vecchio si trasforma in un patibolo, con una terribile uccisione di un discendente dei nobili Pazzi, che come il suo antenato congiurato antimediceo, viene appeso e squarciato.

Ultimo in termini di tempo, “Inferno”, del 2016 film tratto dal romanzo di Dan Brown,  in cui trovano spazio tutti i più classici luoghi fiorentini da Boboli al salone dei Cinquecento, dove la fantasia dello scrittore americano ha imbastito una sparatoria niente male.

Ma parliamo anche dei prodotti di “casa nostra”: un ricchissimo elenco di film, in gran parte famosissimi, girati tra le nostre mura.

Cominciamo, senza dubbio, parlando della trilogia di Amici Miei. Un successo senza tempo, che incarna lo spirito fiorentino, il piacere della burla, la battuta salace, le zingarate. Credo non esista persona che non conosca la supercazzola prematurata…

Una menzione particolare va al grande e sfortunato Francesco Nuti, che con i suoi film surreali ha saputo allietarci tante serate… basti pensare a “Madonna che silenzio c’è stasera”, piuttosto che a “Caruso Paskowsky di padre polacco”, tanto per citarne un paio.

E non possiamo certo scordarci di “Metello”, di  “Le ragazze di Sanfrediano” o di “Cronache di poveri amanti”, tratti dai libri del grande Vasco Pratolini, spaccati di una Firenze semplice che ormai purtroppo è perduta… “Le sorelle Materassi”, dall’omonimo libro di Palazzeschi è un altro evergreen.

E poi abbiamo ancora Roberto Benigni, con “Berlinguer ti voglio bene”, il compianto Massimo Troisi con “Ricomincio da tre”, la sequenza infinita di film di Leonardo Pieraccioni, a partire da “I laureati” in una continua escalation di film e risate.

Se vogliamo essere malinconici, facendo un passo indietro, troviamo “Incompreso”, che credo abbia fatto piangere intere generazioni.

Non ci manca neppure il film tratto da – purtroppo – episodi realmente accaduti: parliamo della serie sul Mostro di Firenze.

Questa è solo una breve e non esaustiva carrellata di titoli, ma tanti e tanti di più ne potremmo citare, e non me ne vogliano autori ed attori che non ho menzionato.

Firenze, con il suo fascino, con i suoi suggestivi scorci, con la sua aria sorniona, con la sua allegria preponderante, si è conquistata un ruolo d’onore nel mondo della celluloide: e non possiede neppure uno studio cinematografico!

Gabriella Bazzani
CIAK SI GIRA: Il cinema a Firenze.
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