Anticamente sulla Cattedrale di Santa Maria del Fiore, sul Battistero e sul Campanile di Giotto e su tutte le torri della Firenze medievale nidificavano i corvi, neri, gracchianti, inquietanti… Erano, all’epoca, ben visti dai fiorentini, in quanto sterminatori di topi, che infestavano le strade, le case, tutto.
Oltre a loro, alcuni colombi torraioli, selvatici, dimoravano nelle parti più elevate del cupolone.
I piccioni sono una “invenzione” relativamente moderna: il 12 maggio 1887, per inaugurare la facciata del Duomo, venne organizzato un lancio di colombi viaggiatori.
Il Comitato organizzatore fece liberare ben seicento piccioni, affinchè portassero in tutto il mondo la lieta notizia.
Molti di loro, contrariamente all’atteso, “non si allontanarono dal Duomo e si stabilirono sui fianchi, sulla cupola e sul campanile; si moltiplicarono, presero l’abitudine di scendere in piazza, senza alcun timore dei passanti”.
Il loro numero si accrebbe con gli sbandati delle altre colombaie e col sopraggiungere degli scampati al tiro al volo delle Cascine.
Lo stesso anno, i Servi della Misericordia liberarono molti esemplari di razza stanziale, allo scopo di “popolare di pacifici abitatori il vetusto monumento”, prendendo esempio da ciò che accadeva a Venezia, a Trieste ed in altre piccole e grandi città.
Una cronaca del 20 gennaio 1888, narra: “si annidarono degli innocui colombi che in poco tempo raggiunsero il numero di trecento”.
In tempi recenti, l’amministrazione comunale è stata costretta ad un drastico intervento di contenimento, constatati i danni che l’esponenziale crescita dei piccioni ha arrecato ai monumenti cittadini.
Eran trecento, eran giovani e forti…

Gabriella Bazzani
Eran trecento, eran giovani e forti…

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