I fiorentini al tempo dei romani erano dei grandi lavoratori. Mercanti ma soprattutto bravi artigiani, che lavoravano il ferro, il rame, il cuoio e la lana. Attività che fecero grande la città nel medioevo. La maggior parte dei mercanti stranieri vivevano fuori le mura della città, ed erano perlopiù Greci e Siriaci, o provenivano dai posti più lontani dell’oriente; sia per importare che per esportare merci.

Gli stranieri dunque trovavano ospitalità nei borghi, agglomerati urbani che in seguito, quando la città si  espanderà, verranno annessi all’interno delle nuove mura ma rimarranno conosciuti fino ai nostri giorni sempre con il nome di “borgo”.

Tra questi molto famoso era il borgo dei Greci, un centro commerciale nel vero senso della parola, da una piccola porta pedonale delle mura detta pusterla, che si apriva in quella che oggi è Piazza di San Firenze, si poteva percorrere una via molto frequentata dove si vendeva di tutto, in particolare profumi, unguenti e medicinali. In seguito i fiorentini divennero molto esperti in questo settore, grazie a questi progenitori dell’Arte degli Speziali.

Sempre su questa strada vi erano i medici greci, molti di loro preparati anche ad effettuare delicate operazioni chirurgiche. Spesso questi professionisti erano direttamente alle dipendenze dell’impero, veri e propri impiegati statali. In via Calimala si trova ancora una lapide dedicata ad uno di questi bravi medici. Sempre in questa zona inoltre è venuto alla luce grazie a degli scavi archeologici, un tempio dedicato ad Iside, divinità molto venerata dai mercanti orientali.

La sincretizzazione religiosa era normale all’epoca, fece in maniera che queste divinità si fondessero e confondessero tra loro. Quelle orientali con quelle greche diedero origine a culti simili: Ishtar, Demetra, Militta, Afrodite, spesso erano venerate insieme. Queste credenze verranno poi ereditate dalla religione cristiana. Non a caso alcuni dei loro poteri e competenze, vennero poi affibbiati alla Madonna e ai Santi. Questo passaggio all’epoca romana fu indolore, i romani erano molto tolleranti per ciò che concerneva l’aspetto religioso, l’importante era che non si compissero sacrifici umani e che tutti i sacrifici eseguiti, venissero anche dedicati all’imperatore.

In realtà si trattava di un riconoscimento formale, che serviva a sottolineare come la figura più importante e centrale fosse quella dell’imperatore, detentore sia del potere temporale, che di quello spirituale. Non a caso il termine “Pontifex Maximus”, era un appellativo che veniva dato agli imperatori e che tradotto significa “costruttore di ponti”. Questo titolo diede origine ad un antico modo di dire: “Quando tu vedi un ponte, fagli più onore che tu non fai ad un conte…” forse proprio a sottolineare l’importanza dei ponti e delle strade, fondamentali per gli spostamenti ed i commerci e con una sottile allusione alla strada come “via giusta” da seguire. Tutt’oggi la parola pontefice indica il nostro papa, inoltre molte pratiche o abitudini sono migrate dal paganesimo al cristianesimo; come per esempio l’abbigliamento o l’uso della lingua latina per le liturgie. Se si pensa a tutte le affinità che legano il cristianesimo al culto mitraico.

In realtà i cristiani erano tollerati dai romani, venivano perseguiti solo quando rifiutavano il sacrificio verso l’imperatore, dunque il riconoscimento di questa figura e questo poteva essere un pericoloso precedente, che poteva portare a sovvertire indebolire con il tempo quest’ ordine precostituito.

Firenze come Roma, grazie alla grande frequentazione di lavoratori era piena di cauponae, una sorta di alberghi o locande dove si poteva alloggiare e consumare pasti.

Avevano degli spazi appositi anche per ospitare ed accudire gli animali e per stoccare le merci di proprietà degli ospiti. Vi erano anche numerose tabernae o bar, sia per consumare pasti freddi, che per bere vino, e delle popinae, ovvero dei ristoranti in cui era possibile mangiare pasti caldi.

All’interno di questi locali, il servizio era offerto da cameriere, che solitamente erano delle schiave molto giovani e belle e che a richiesta fornivano anche un altro tipo di “servizio”, ovviamente a pagamento. Il cliente si recava in sua compagnia in quelle che erano delle stanze appartate chiamate cubicoli. Le stesse sia a Firenze che a Roma diventeranno nel medioevo le “stufe” luoghi per l’igiene personale come le antiche terme, ma spesso utilizzati per incontri con le prostitute. Dei bordelli mascherati insomma.

Riccardo Massaro
Firenze ai tempi dell’antica Roma

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