Eleonora Boretti è una guida fiorentina che non solo “guida” per lavoro, ma anche per passione. In questo momento, in cui abbiamo forzatamente abbandonato la nostra bella città, si è dedicata a fare alcuni video per far si che gli appassionati possano comunque guardarla, addirittura in prospettiva temporale.

Oggi ha preparato un video appositamente per la Rivista Fiorentina FlorenceCity ed è il secondo di una triade. Il primo è questo: Firenze com’era…160 anni fa, il secondo lo potete vedere qua sotto e il terzo, improntato su… (eeehhh dovete indovinare!) è in preparazione.

In questo secondo video Eleonora vi porta in delle piazze a fronte di alcune chiese, ma instaura un gioco con il lettore/spettatore, cioè vi lascia indovinare di quale piazza o chiesa stiamo parlando. Una interazione divertente che permetterà una partecipazione al video e non una mera osservazione.

E adesso, fuoco alle polveri e godetevi il video di Firenze… e grazie Eleonora!

Eleonora Boretti
Firenze com’era, la riconoscete?
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4 pensieri su “Firenze com’era, la riconoscete?

  • 27 Aprile 2020 alle 0:43
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    Ciao,
    questa piazza la sto vedendo solo adesso ed è P.zza S.M. Novella. La si riconosce dai 2 obelischi, con sotto 4 tartarughe ciascuno tuttora esistenti nella piazza nonostante il recente rifacimento. Di questa piazza so che all’inizio vi veniva giocata la partita del calcio in costume, ma siccome poi i 2 obelischi davano noia ai calcianti fu scelta un’altra sede per disputare le partite di calcio in costume. Personalmente ho veduto le partite sia in Piazza della Signoria che in Piazza S. Croce.

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  • 8 Aprile 2020 alle 17:52
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    Ciao,
    un errore fonetico può capitare a tutti e quindi poi di scrittura, non mi sembra poi un grandissimo errore, anche perchè come hai fatto rilevare i nomi e specialmente i cognomi nell’antichità erano molto aleatori, uno per tutti Dante Alighieri. Ora noi lo conosciamo così, ma prima di arrivare al nome Dante Aliglieri ce n’è voluta!
    Per quanto invece riguarda il nome dell’ultimo luogo nella foto che hai fatto vedere di cui non hai voluto rivelare il nome si tratta di quella che ora è Piazza della Repubblica. Certo, veramente irriconoscibile, però lo rivela un particolare, ovvero la colonna dell’abbondanza che tuttora si trova più o meno al centro della piazza. Inoltre tutte le case che si vedano all’intorno non esisono più, sono state distrutte a causa di “Firenze Capitale”. Lì infatti sorgeva il quartire ebraico ovvero un vero e proprio ghetto che stonava con Firenze reputata da me città libera e “oltre” questi schemi. Quindi anche se so di cozzare con le le idee di Jacopo Cioni dico che bene fece l’Architetto Poggi a buttare giù quel quartiere malsano dove doveva risiedere per forza chi era di orgine ebraica.
    Oggi che ci mancano le passeggiate e non potersi muovere come vogliamo possiamo capire meglio come doveva essere la vita di quei poveretti. Non gli mancava l’aria???
    Quella piazza doveva essere intitolata a Vittorio Emanuele II, quindi caduta la monarchia alla Repubblica, Piazza della Repubblica Evviva!!
    Lucia

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  • 4 Aprile 2020 alle 21:40
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    si chiama Gualdrada e le è stata intitolata una strada dove abito. Se poi uno prima di presentarsi al pubblico, si documenta un po’, forse è meglio!

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    • 4 Aprile 2020 alle 23:00
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      Carissima Patrizia, in alcuni testi si trova come Gualdraga, però sì è vero, più spesso, in effetti sopratutto su internet si trova il nome Gualdrada.
      Si tratta in realtà di un fenomeno fonetico che coinvolge molti nomi che cambiano nel corso dei secoli. Ora non vorrei tediar nessuno con un paragrafo interamente dedito alla filologia.

      Nell’evoluzione di una lingua viva ci sono spesso fenomeni di palatalizzazioni o sonorizzazione che prevedono diciamo, in due parole, il cambiamento di consonanti dure gutturali (come la g) o dentali (come la d).

      Per non parlare poi che si parla di una leggenda risalente al XII secolo trascritta da Villani un secolo dopo l’accaduto, e chissà quante volte trascritta di mano in mano ben prima che potessimo usufruire della stampa.
      Per fare un esempio di un nome che ha visto diversi cambiamenti e ben più noto a tutti parliamo un attimo del grandissimo Michelangelo.
      Anche questo nome per ragioni fonetiche diverse, ha visto diverse evoluzioni. Il XIX secolo lo vede come Michelangiolo ma Giorgio Vasari nelle sue Vite lo chiama addirittura Michelagnolo (e si parla di 500 anni mentre per la Gualgraga ne sono passati più di 800.)
      Concludendo sono una videomaker di primo pelo, i miei montaggio lasciano ancora molto a desiderare, spesso sono esageratamente scattosi e l’audio fa terribili alti e bassi. Ci sto lavorando. Ma che io non sia documentata non è vero. Cordialmente. Ti auguro una buona serata e vado a bermi un Montenegro in terrazza. Eleonora.

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