I monti di pietà erano circa 87 tra il 1462 e il 1515 ed erano presenti in tutte le città d’Italia: furono introdotti quando ci si accorse che il problema della povertà aveva ormai assunto dimensioni abnormi. Al tempo molte persone, chi per un motivo chi per un altro, erano costretti a rivolgersi ai banchi di prestito, una soluzione molto comune visto la scarsissima liquidità monetaria.

La colpa fu addossata agli ebrei usurai che risiedevano nella zona di Oltrarno, appena fuori dalle mura dove vi era la via Cassia, l’attuale Via dei Ramaglianti anche conosciuta come Via dei Giudei. Erano costretti a vivere in ghetti per volontà della Chiesa la quale decideva le attività che potevano esercitare, l’usura e i tassi che erano intorno al 32% di interesse imposti dalle stesse autorità ecclesiastiche.

Il pegno era lo strumento di garanzia di credito sul bene altrui la cui valutazione e giudizio era fatto ovviamente dal prestatore, ma mentre gli usurai banchieri cristiani (a Firenze famiglia Bardi, Alberti esempio) venivano processati in tolleranti tribunali ecclesiastici, quelli ebrei invece erano sottoposti ai più severi giudizi dei tribunali laici.

La Chiesa fra il Duecento e il Quattrocento fissò una netta distinzione fra usura e credito e identificò come usura solo il prestito a interesse su pegno gestito pubblicamente; da qui deriva la dura condanna verso il prestito oneroso definito come uno strumento che generava diseguaglianza tra le classi sociali povere e quelle più abbienti. Il denaro viene considerato fine a sè stesso, rendendo l’uomo schiavo delle sue ricchezze: i monti di pietà erano, invece, la concreta manifestazione della solidarietà umana. Infatti nel 1215, in occasione del quarto Concilio Lateranense, l’usura viene descritta come un comportamento tipicamente ebraico e specificamente mirato ad indebolire economicamente la società cristiana e le chiese.

Con il Concilio di Vienne svoltosi tra il 1311 e il 1313 il reato di usura era stato equiparato a quello di eresia e gli ebrei, non essendo vincolati dal precetto evangelico, erano visti come oppressori degli umili e dei poveri. Le prime prediche per cercare di aiutare il popolo vennero fatte ai primi del ‘400 dai francescani, i quali rimanevano fedeli al concetto di povertà, di fraternità universale, al dovere di soccorso al prossimo professandosi contro l’usura e mettendo in evidenza che le uniche fonti di ricchezza percorribili sono il lavoro e l’operosità dell’uomo. La visione cattolica, seguendo il Vangelo di Luca (6, 34s.), invita i fedeli ad aprirsi non solo ai membri dei proprio popolo, ma a chiunque sia bisognevole di aiuto a qualunque uomo.

L’obiettivo del Monte dei pegni concretamente è quello di vietare agli ebrei qualunque concessione  di prestito a interesse; ciò  avvenne intorno al 1480 grazie all’opera di Bernardino da Feltre, che introdusse delle innovazioni che avrebbero facilitato l’autosostentamento economico di queste agenzie sul territorio .Un primo punto era una retribuzione da pagare sulle somme prestate intorno al 6%, anche se agostiniani e domenicani erano contrari al fatto che si chiedesse un interesse alla povera gente: le loro proteste vennero definitivamente messe a tacere dal concilio Lateranense V (1515) sotto il papa Leone X. Altro strumento furomo le elemosine raccolte in chiesa dopo le prediche, che erano da destinare al Monte dei Pegni affinché queste potessero aumentare il patrimonio iniziale che ruotava intorno alle donazioni fatte per opere di bene. Le istituzioni delegate avevano la facoltà di mandare un loro membro all’interno del Consiglio del Monte di pietà locale.

Questa struttura era diametralmente opposta, e aveva dinamiche e tassi inferiori, rispetto a quella ebraica. A Firenze solo nel 1494 dopo la cacciata dei Medici (che comunque avevano appoggiato gli ebrei avendo permesso loro, durante l’epoca di Cosimo il vecchio , di aprire dei banchi nella zona di piazza Santa Trinita  e in via dei Neri), si creò così un clima favorevole alla costituzione del Monte, grazie soprattutto alle iniziative di Bernardino da Feltre e del domenicano Girolamo Savonarola.

Il 28 dicembre 1495 il Consiglio Maggiore della città approvò la costituzione del Monte di Pietà e decise il licenziamento dei prestatori ebrei, iniziando la propria attività il 2 agosto 1496 e più precisamente nella zona di piazza San Martino, anche se poi fu spostato nella zona d’Oltrarno, dove oggi vi è via del Presto di San Martino, non a caso dietro piazza Santo Spirito dove predicavano gli agostiniani.

Gabriele Biondi
I Monti di pietà o dei pegni

2 pensieri su “I Monti di pietà o dei pegni

  • 21 Maggio 2020 alle 17:17
    Permalink

    J’aimerais tant avoir une traduction en français, cela semble si intéressant !

    Rispondi
    • 21 Maggio 2020 alle 18:12
      Permalink

      Salut
      Je suis désolé, mais nous ne pouvons pas vous plaire. Peut utiliser Google Translator.

      Rispondi

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