Se chiedi a giro chi è “il fiorentino”, inteso come popolazione di Firenze avrai risposte varie. C’è chi ci addita come sarcastici, scherzosi, sempre pronti alla burla, chi invece ci definisce burberi, scostanti, addirittura ignoranti. Altri ancora sostengono che il fiorentino non esiste più, è una popolazione in via d’estinzione, forse non a torto; addirittura è difficile individuarne fra i turisti e i nuovi abitanti di Firenze. Tutto è verissimo, come negarlo? Vogliamo forse negare che siamo scostanti al limite dell’ignorante? No dai, impossibile, lo siamo, forse battuti dai livornesi, ma sul filo di lana. Vogliamo negare che ogni risposta a qualsiasi domanda ha sempre un fondo ironico per non dire di presa in giro? Su siamo seri, scherziamo su tutto, ci prendiamo in giro da soli allo specchio la mattina, pur di scherzare.
Il fiorentino è verace, eclettico, sempre in disaccordo con tutto e tutti, per il fiorentino è sempre tutto da rifare perchè niente viene fatto bene. Bartali insegna. Il fiorentino è orgoglioso, campanilista, ripieno di riverenza per Firenze, ma la critica costantemente e ne accetta le critiche se dialoga con un altro fiorentino. Attenzione però, se un non fiorentino proferisce brutta parola verso Firenze è motivo di inasprimento dei rapporti fino ad arrivare a male parole, urla e anche qualche scapaccione.
Insomma sembrerebbe si fosse gentaccia, burberi, sarcastici e niente più, anche permalosi. Se però scaviamo più a fondo troviamo la causa di tutto questo strano comportamento; non nasce a caso.
Il fiorentino è pieno di amore e melanconia. Direi che è malato, ama malinconicamente. Vi sfido, a trovare una canzone fiorentina, un film fiorentino, una descrizione di Firenze dove non compaia amore e melanconia. Pensate ad “Amici Miei“, esiste qualcosa di più malinconico?
Questa malinconia unita all’amore per Firenze ci rende cosi burberi, necessitiamo di una maschera pirandelliana che non lasci scoperto il nervo, trincerarsi verso la spalluccia e la critica per non ammettere quanto Firenze ci perseguiti il cuore. Siamo costantemente delusi dal vedere la città martoriata dal cambiamento senza continuità, da una trasformazione non richiesta e che ne deturpa il volto. Rimpiangiamo i Medici che erano si padroni, ma spinta inesauribile a migliorare la città attraverso artisti e geni architettonici che si fondevano gli uni con gli altri.
Oggi siamo ridotti ad esporre enormi stronzoloni e ci tocca ingoiare il rospo. Ci meravigliamo se qualcuno ogni tanto sbotta e spara la sua e poi malinconicamente scuote il capo piegando la testa e fa spallucce.
Firenze è la città amata dal mondo, nel mio piccolo l’ho girato abitando nei vari luoghi per impararne le lingue e come Italiano ero guardato con sufficienza finché non aggiungevo “di Firenze”, allora si aprivano sorrisi e enunciavano ricordi di questa meravigliosa città e del suo popolo. La città ha una ricchezza artistica immensa lasciata alla città da Anna Maria Luisa De Medici alla sua Firenze impedendo il depauperamento dello stesso da parte degli eredi e ricordata ogni anno il 18 febbraio. Dopo questo preambolo cosa posso dire , ci vorrebbero pagine e pagine per dire poco. Amo la mia città , come tutti i fiorentini, come se fosse nel mio sangue mi scorre dentro dolcemente e a volte mi fa arrabbiare e la sento dentro scorrere impetuosamente nelle mie vene. Sono nato e cresciuto in Via de’ Pepi vicino a Santa Croce e andato a scuola in San Frediano e passavo fra le sue rovine. Ora l’amo con gelosia perché tutta questa gente che viene passa e, forse ricorda qualcosa, me la porta via lasciando il niente intorno a loro. Il turista interessato alle diverse arti quando è preso per mano e indirizzato verso i luoghi di pace, ci sono musei dove non c’è ressa, tornano felici di aver visto la città con l’amore dovuto e questa è la più grande ricompensa.
Che dirti, concordo! Jak
Buongiorno signor Jacopo, non sono Toscana, ma amo da diverso tempo Firenze, come forse solo un Fiorentino può capire.. le sue Meraviglie,i suoi Tesori mi lasciano sempre emozioni incredibili, che nel mio cuore si ripetono ogni volta che ritorno nella città dei Medici, che ammiro tanto anch’io.
Ho sempre il timore che possa succedergli qualcosa di inreparabilr
Ne sono felice Giorgia e auguriamoci che Firenze non subisca l’irreparabile.
Jak