Sto gironzolando per il centro di Firenze alla ricerca dei luoghi dove è stato Dante Alighieri. Dopo aver guardato e letto le lapidi con versi della Divina Commedia, ho deciso di passare dalla torre dei Cerchi, situata tra il “Corso” e via dei Cerchi.

Mentre la torre dei Donati (acerrimi nemici dei Cerchi) è in via del Corso. La chiesa di Santa Margherita dei Cerchi è, dove la tradizione vuole, che il giovane Alighieri abbia incontrato Beatrice Portinari la prima volta e se ne sia perdutamente innamorato. La chiesa è piccola, ci sono le sepolture della famiglia Portinari, alcuni dicono che li si trova sepolta la fiamma di Dante, ma non ci sono prove certe. Gli innamorati lasciano dei bigliettini in un cestino per la bella.

Decido di andare in piazza Santa Croce, per vedere il monumento al Poeta ed entrare in chiesa per una visita al suo sepolcro vuoto. Mentre cammino verso la piazza, sento in lontananza rulli di tamburi e squilli di chiarine. Forse è il Corteo della Repubblica Fiorentina che va a portare un omaggio al suo concittadino più famoso.

Arrivato sull’angolo con via del Proconsolo incrocio il Corteo. Sono meravigliato perché non è quello che mi aspettavo di vedere. Anche i musici indossano altri costumi, forse vengono da una altra città e rappresentano una rievocazione storica. In lontananza scorgo dei cavalieri indossanti vesti del XV secolo. Montano cavalli bardati a festa, scortati da valletti e scudieri. I primi indossano un farsetto con ricamata l’arme del cavaliere e calzamaglia suolata, gli altri portano una casacca con l’arma. Alcuni portano vestiti da parata del loro signore, mentre li scudieri portano parti di armatura, elmi, spade e lance molto lunghe con sulla punta un pomello tondo di legno.

Decido di seguirli per vedere cosa fanno nella piazza. Mi mescolo al popolo festante ed entro nel luogo dove avverrà la rievocazione storica. Nella piazza ci sono delle balle di fieno che delimitano un campo. Di fronte al palazzo degli Antellesi, è stato montato un palco. E’ stata messa molta rena per terra, come quando viene giocato il Calcio Storico, ma non questa volta!

Ci sono barroccini con vendita di cibo da mangiare durante lo spettacolo: Farinata d’avena, Polenta, pezzi di Pollo arrosto, Pesciolini d’Arno fritti, Maiale, Fegatelli succosi e invitanti. Il loro profumo sapido sale nel cielo terso. Altri vendono vino speziato, e Brulè.

I cavalieri sono entrati in campo, sono davanti al palco delle autorità, ognuno ha accanto a se i Valletti che portano i pezzi delle corazze, la gualdrappa per il cavallo e gli Scudieri con lancia e scudo con lo stemma della famiglia.

Accanto a me c’è un artigiano, porta un bianco grembiule bianco, una cuffia in testa, ai piedi con calze al ginocchio un paio di zoccoli. Dalla sua persona si emana l’odore del cuoio. Mi presento, mi chiamo Alberto, e chiedo se può spiegarmi cosa sta succedendo. Il tizio si volta mi guarda stupefatto e mi dice: Come non sa che si svolge una Giostra in onore di Simonetta Vespucci, la più bella donna di Firenze, la Venere vivente “La Sans Par” (senza paragoni) forse non è fiorentino?

A: Gentile signore, sono fiorentino da due generazioni, ma non sapevo di questa Giostra. Desidero sapere il suo nome e il suo mestiere, mi diletto a scrivere articoli riguardanti la vita, gli usi, le leggende, i fatti d’arme della mia città;

N: Mi chiamo Neri di Pagolo detto “I’ ciaccia”, ho il vizio di mettere le mani da per tutto (qualche volta ho rischiato grosso per aver abbracciato e baciato una donna). Sono calzolaio, molto bravo a fare calzature di ogni tipo: da uomo, donna, bambino, stivali per soldati. Fra i miei clienti ci sono Lorenzo de’ Medici, e suo fratello Giuliano, Madonna Clarice Orsini, Madonna Lucrezia Tornabuoni, e altri facoltosi clienti.

A: Deve essere molto bravo, se fa le scarpe al Signore di Firenze. Ma mi spieghi come mai viene disputata questa Giostra!

N: Ormai è cosa nota dell’innamoramento di Giuliano per la bella Simonetta Vespucci. Ma per rispetto a suo marito Marco Vespucci, amico dei Medici si tratta di un amore platonico

A: Ma la giostra che c’entra?

N: Siamo in tempo di Carnasciale nell’anno 1475, e Giuliano con i suoi amici più fedeli, ha deciso di disputare una Giostra gentile. Ier sera con i cavalieri che si batteranno nella “lizza” hanno fatto una “armeggeria” a cavallo per tutta la città fino alla casa della Vespucci. La bella alla fine degli scontri premierà il vincitore. Tutti sperano e si augurano sia Giuliano.

A: Chi sono le persone sedute sul palco, accanto a Simonetta?

N: Si tratta di Lorenzo de’ Medici il Signore di Firenze, sua moglie Clarice Orsini, Lucrezia Tornabuoni, Agnolo Poliziano, Luigi Pulci, il conte Pico della Mirandola, il filosofo Marsilio Ficino, e il pittore Sandro Filipepi detto “Botticelli” e il Gonfaloniere di Giustizia e Marco Vespucci.

I cavalieri si presentano alle autorità e al Maestro di Campo Messer Pagolo Tornaquinci, e si portano ai margini opposti del campo di battaglia. L’Araldo chiama i primi due contendenti: Medici contro Cavalcanti. I due cavalieri prendono le lance dagli scudieri e attendono il via del Maestro di Campo. Poi al grido di “Marzocco!” si lanciano l’uno contro l’altro. Giuliano riesce a colpire la “targa” rompendo la lancia e disarcionando il Cavalcanti.

Un urlo di giubilo si leva dalla folla. Il mio compagno con un largo sorriso mi dice che Giuliano vincerà il “Palio”. Gli scontri si susseguono entrano nella “lizza” i rappresentanti della migliore nobiltà cittadina: il Sassolini, il Giraldi, il Ridolfi, il Lionelli, e l’Acciaioli. Alla fine della eliminazione si trovano davanti per lo scontro finale Giuliano de’ Medici e Niccolao Acciaioli.

Neri salta come un grillo, dicendomi: Vincerà il bel Julio, l’Acciaioli verrà sconfitto!
Partono i due finalisti, il colpo della lancia di Giuliano che si rompe contro la “targa” del suo avversario che rotola in terra. Il pubblico osanna il vincitore, mentre gli Scudieri e i Valletti, gli corrono incontro per festeggiarlo e portarlo a ritirare il Palio.

A: Neri, mi sa dire cosa rappresenta il Palio?

N: Il Botticelli l’ha dipinto con amore, perché anche lui spasima per “La Bella”. Sul vessillo Simonetta è rappresentata come la dea Atena, i suoi piedi poggiano su un ramo di ulivo ardente, con un cartiglio dove è scritto “La Sans Par”, inoltre c’è Cupido incatenato con l’arco spezzato.

A: Bellissimo! Un’altra opera d’arte di un grande pittore!

N: Ecco è davanti al suo amore segreto, si toglie l’elmo e la saluta piegando il capo. Simonetta gli consegna il premio, e dopo averla ringraziata parte al galoppo per tutto il campo, facendolo vedere al popolo festante.

Il Magnifico saluta il fratello, seguito da tutti i presenti sul palco. La giostra ha avuto l’esito sperato, Giuliano ha vinto davanti alla “Sans Par”, si volta verso il Vespucci e gli dice due parole all’orecchio, si abbracciano e Marco con Simonetta lasciano il palco per tornare a casa.

A: Dopo la Giostra cosa accade?

N: Il vincitore e li altri cavalieri, galoppano per tutta la città. Stasera dopo cena in piazza dei Priori, il gran ballo chiuderà la giornata. Ci sarà la premiazione della coppia migliore del ballo, alla quale verrà consegnata una corona d’oro per la dama e al cavaliere un drappo di seta.

A: Ma il popolo dopo il ballo potrà divertirsi?

N: Certamente! Potranno ballare con le loro mogli fino a tardi, e dopo vin brulè, confetti, e pinocchiate per tutti.

Mi sono girato verso la statua di Dante. Chiedo al mio Cicerone se la vede, ma non sentendo risposta mi giro e vedo dietro di me dei giapponesi che sorridendo mi chiedono: Chi essere quel signore accigliato con un aquila accanto? Ci fa una foto con lui?

Alberto Chiarugi
Interviste impossibili: Neri di Pagolo detto “I’ ciaccia”, artigiano fiorentino

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