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Per un punto Martin perse la cappa.

Nel XVI secolo Martino era l’Abate del monastero di Asello in Toscana ed esibiva con orgoglio la “cappa”, il mantello che gli conferiva quella prestigiosa carica.
Volendo abbellire la sua Abbazia, decise di apporre un’insegna di benvenuto sul portone principale. Scelse personalmente con la massima cura una scritta che esaltasse la carità cristiana:
“PORTA PATENS EST. NULLI CLAUDATUR HONESTO” (La porta rimanga aperta. Non venga chiusa per nessun uomo onesto).
Ma l’artigiano che realizzò il lavoro sbagliò la collocazione del punto e la nuova frase stravolse completamente il senso del messaggio originale:
“PORTA PATENS EST NULLI. CLAUDATUR HONESTO” (La porta non resti aperta per nessuno. Resti chiusa per l’uomo onesto)!
Questo errore fu fatale a Martino e mandò su tutte le furie le alte cariche ecclesiastiche tanto che il Vescovo decise di punire il povero Abate sollevandolo dall’incarico e togliendogli l’autorevole “cappa”!
Fu così che “per un punto Martin perse la cappa” e ancora oggi questa espressione viene usata quando si vuol dire che a volte un errore apparentemente di scarsa importanza può portare a delle conseguenze disastrose.

da “ADAGI MA NON TROPPO” di Franco Ciarleglio, Sarnus Editore

[cml_media_alt id='769']Franco Ciarleglio[/cml_media_alt]
Franco Ciarleglio
Per un punto Martin perse la cappa.

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