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Negli anni si sono susseguite le trasferte all’estero, il Calcio Storico si è sempre ben comportato, e a molte di queste manifestazioni a partecipato il Gruppo delle Arti. Kiev in Ucraina, Mondiali di Calcio a Città del Messico e in Italia, Reims, Romorantin, Malta, Germania, e in tante parti dell’Europa e del Mondo, sempre portando con onore il nome di Fiorenza. In queste occasioni, non ho partecipato, preferendo mandare al mio posto i vice Capo Gruppo, per dargli la soddisfazione di prendere il mio posto, anche per prepararli in vista del giorno in cui per limiti di età dovrò lasciare.

In città oltre al Torneo di Calcio Storico nel mese di giugno, ci sono ogni anno molte manifestazioni dedicate a personaggi o avvenimenti succedutisi nel corso dei Secoli. In pratica ci sono manifestazioni per tutti i mesi dell’anno.

Si comincia in gennaio con la sfilata della Cavalcata dei Magi, il giorno dell’Epifania, con la partecipazione del Corteo della Repubblica Fiorentina e degli altri gruppi storici della Toscana, e qualche gruppo proveniente da altre regioni, invitato per l’occasione. Questa manifestazione è anche la riedizione della Compagnia della Stella tradizione del XV secolo, ripresa dalla Diocesi fiorentina in occasione dei 700 anni della posa della prima pietra della Cattedrale.

A seguire sempre nel mese di gennaio c’è l’omaggio al ricordo del miracolo di San Zanobi. Il Corteo con il Sindaco ed il Gonfalone, si recano presso la colonna di granito eretta a perenne ricordo del fatto avvenuto in epoca antica. C’è la posa di una corona il saluto dell’autorità e sbandierata da parte dei Bandierai degli Uffizi in onore di quel Vescovo.

Febbraio il giorno 17 con la rievocazione della partita dell’assedio del 1530, organizzata dalle Vecchie Glorie del Calcio Storico disputata sul sabbione di piazza Santa Croce, con prima dell’inizio della sfida, una messa nella chiesa in memoria degli eroi.

Verso la fine del mese, c’è la trasferta a Vernio in provincia di Prato, nella antica contea dei Conti Bardi, per ricordare la carestia abbattutasi su quella terra durante l’assedio di Firenze e Prato del 1529/30. I Conti Bardi per sopperire alla mancanza di viveri, fecero distribuire al popolo molta farina di castagne con cui gli abitanti si sfamarono facendo una polenda nera. Lo storico evento viene ricordato dalla Società della Miseria, che quel giorno viene preparata la polenda nera e distribuita come allora.

Il giorno 18 febbraio viene omaggiata Maria Luisa de’ Medici in ricordo del Patto di Famiglia da lei stipulato, per lasciare a Firenze le collezioni le statue ed i musei della sua casata. Corteo con la partecipazione delle autorità che si recano alle Cappelle Medicee, ed alla tomba dell’ultima dei Medici viene ricordata la sua figura, infine viene deposta ai piedi della statua che la ricorda una corona ed il il saluto dei figuranti del corteo della Repubblica Fiorentina.

Filippo Brunelleschi

In marzo c’è l’omaggio a Filippo Brunelleschi Lapi, alla sua tomba nella cattedrale di Santa Maria del Fiore. Solito corteo e deposizione di una corona alla sua tomba e saluto delle autorità.

In aprile ricordo del Genio di Michellangelo Buonarroti con deposizione di una corona presso la sua abitazione situata in via Ghibellina oggi diventata un museo. Corteo e deposizione di una corona e breve ricordo sulla vita del grande personaggio.

Nel mese di Maggio il giorno 23, si rinnova la fiorita sulla lapide messa a ricordo del martirio di Girolamo Savonarola e dei suoi due confratelli mandati al rogo insieme al frate ferrarese, in piazza della Signoria. La giornata si apre con una messa nella cappella dei Priori in Palazzo Vecchio, dopo discesa nella piazza del Sindaco, il Gonfalone con la Famiglia di Palazzo, il coro di San Marco, ed il Corteo della Repubblica Fiorentina. La cerimonia prosegue con la deposizione dei fiori, i canti gregorianio del coro, un breve accenno sulla vita del frate, ed il saluto del figuranti. Infine i presenti si spostano sul Ponte Vecchio per gettare petali di rose nel fiume, per ricordare lo spargimento delle ceneri dei frati in Arno.

Il mese di giugno è il più ricco di manifestazioni. Inizia il torneo di Calcio Storico sul sabbione di piazza Santa Croce. Le due semifinali si disputano almeno due settimane prima della finale. La mattina del giorno 24 festa del patrono di Firenze San Giovanni, c’è l’omaggio del Comune in Battistero a lui dedicato con l’offerta dei ceri. Vi partecipa anche una rappresentanza dei figuranti del Calcio Storico . Nel pomeriggio finale del Torneo giocata fra le due squadre vincitrici delle semifinali, al termine ai vincitori viene regalato un Palio dipinto da un pittore. A fine giornata di sera lo spettacolo dei fuochi pirotecnici a chiusura de lla festa.

Nel mese di luglio, si rinnova la festa dedicata a Sant’Anna il giorno 26, in ricordo della cacciata del tiranno Gualtieri di Brienne Duca di Atene avvenuta nell’anno 1343. In un affresco oggi conservato nelle sale di Palazzo Vecchio, è rappresetnata una visione di Firenze in quell’epoca. Si nota l’immagine di Sant’Anna sorvolante la città per consegnare l’insegne del Popolo ai fiorentini. Per ricordare quel lontano evento la chiesa di Orsanmichele, viene imbandierata con l’insegne delle Arti Maggiori e Minori, agli altari dove sono rappresentati i loro patroni. La sera si svolge il Corteo per le strade di Firenze. Infine nella chiesa c’è un racconto su quel lontano evento, e il ricordo di Sant’Anna madre della Madonna, e la consegna di ceri per l’altare della santa.

In agosto il Calcio Storico, si sposta nel paese di Gavinana in provincia di Pistoia, per il ricordo della battaglia li disputata, e dove perse la vita il Capitano Francesco Ferrucci. La mattina si svolge il corteo per le strade, con l’omaggio alla capanna dove venne ferito e catturato l’eroico Capitano. Nel pomerigio ulteriore corteo con omaggio al monumento al Ferrucci ed alla chiesa dove fu vigliaccamente ucciso.

A Firenze il giorno 10 agosto tutti gli anni, c’è il ricordo del martirio di San Lorenzo, il corteo con il Gonfalone si recano alla Basilica San Lorenzo per la messa e per donare ceri. Il Santo è il Patrono dell’Arte dei fornai e pastai, la sera i negozianti del rione, offrono ai cittadini pasta a sugo e cocomero fresco.il

A settembre si rievoca l’antica Festa del Vino, l’ultimo sabato del mese dal paese della Rufina, arriva a Firenze il “Carro Matto” con fiaschi di vino novello. L’antica tradizione vuole che il primo vino prodotto giunga in citta nei tipici fiaschi chiamati “Toscanelli”. Una ampolla contenete vino viene riservata al sacerdote della antica chiesa di San Carlo dei Lombardi. Il prete benedice il carro, prima della partenza per piazza della Signoria, dove sulla scalinata di Palazzo Vecchio il Sindaco o un suo rappresentate, riceve un fiasco di vino dalle mani del suo omologo della Rufina. La tradizione vuole che il Sindaco faccia un brindisi in onore delle due città, come in antico veniva fatto dalla Signoria.

Il giorno dopo corteo per le strade del paese della Rufina, con benedizione del “Carro Matto” davanti alla chiesa nella piazza principale. C’è un pranzo conviviale a cui partecipano i figuranti di Firenze e della Rufina.

Foto di Gabriele Martellini

Nel mese di ottobre il giorno otto si ricorda Santa Reparata. Una leggenda narra che il barbaro Radagaiso aveva assediato la città di Firenze. I fiorentini erano alla disperazione, i soldati romani agli ordini del generale Stilicone tardavano l’arrivo, nelle chiese si pregava il cielo di fara arrivare al più presto i liberatori. Quando arrivarono sorpresero i barbari e li trucidarono, per intercessione della Santa martire Reparata. Oltre alla messa all’altare della Santa, nell’antica cattedrale a lei dedicata sotto Santa Maria del Fiore, si svolge la parata delle bandiere del Corteo della Repubblica Fiorentina.

Nel mese di novembre non ci sono manifestazioni. Fino a pochi anni fa, il giorno 30 si ricordava l’abolizione della pena di morte con l’editto a firma di Pietro Leopoldo Granduca di Toscana. La festa si svolgeva in piazza della Signoria, dove si trovava un palco con un capestro. I figuranti del corteo vestivano i panni dei popolani, deiort soldati, del boia e del condannato a morte, e la partecipazione dei fratelli della Misericorda per confortare il morituro. Il corteo si moveva uscendo dal portone della Dogana da Palazzo Vecchio, e si avvicinava al palco per l’impiccagione. Al culmine della tragedia, con il condannato con il cappio al collo, arrivava un messaggero a cavallo, con il dispaccio, dove si fermava l’esecuzione con l’abolizione della pena di morte, tramutandola in detenzione carceraria. Mentre il condannato veniva portato via, si procedeva ad incendiare la forca, dopo qualche minuto i pompieri intervenivano per spengere le fiamme.

Infine nel mese di dicembre, c’è l’accensione dell’albero di Natale in piazza del Duomo, con la partecipazione di una rappresentanza del corteo e dei bandierai degli uffizi. Il giorno ventuno, nella Badia Fiorentina, si ricorda Ugo di Toscana il Gran Barone come lo chiama Dante. Nell’occasione i frati mettono l’armatura sul sepolcro che lo ricorda. Le chiarine suonano durante la messa in suo onore. Prima di Natale, si rievoca la festa degli Omaggi. Il corteo si reca al Vescovado in piazza San Giovanni per salutare il Cardinale e per donargli un cesto alimentare, il famoso “Ceppo” di antica memoria. Prosegue fino al Palazzo Medici Riccardi, sede del Prefetto e del Questore, saluto all’autorità e dono di cesti alimentari. Il corteo infine si reca in Palazzo Vecchio, per salutare il Sindaco e scambiarsi gli auguri di Buone Feste.

Negli anni della mia partecipazione al Corteo della Repubblica Fiorentina, come oggi è chiamato, ho avuto il piacere e l’onore di sfilare e rappresentare la storia di Firenze, e di assistere alle partite del Torneo nelle piazze e nel giardino di Boboli in palazzo Pitti. Quando iniziai a sfilare, il campo di gioco dove venivano disputate due partite (una semifinale e la finale in notturna) era piazza della Signoria, mentre la prima veniva disputata all’anfiteatro nel giardino di Boboli.

Era bella e particolare quella disputata a Pitti. Il Corteo partiva dai Chiostri della Chiesa di Santa Maria Novella. Percorreva via Tornabuoni, traversava l’Arno dal ponte alla Carraia, passava davanti a palazzo Pitti, entrava nel giardino di Boboli, e finalmente giungeva all’Anfiteatro.

La piazza della Signoria dove negli anni trenta del novecento, era stata disputata la prima partita di Calcio in Costume, era uno scenario meraviglioso. Partenza sempre da Santa Maria Novella, via Tornabuoni, i Lungarni, entrata del Corteo da via della Ninna, e libertà luno il piazzale degli Uffizi, in attesa di completare lo schieramento per il saluto al Magnifico Messere. Entravamo un gruppo alla volta, dopo il saluto in marcia sotto la tribuna delle autorità, prendevamo il nostro posto nello schieramento. Dopo il saluto generale, veniva lasciato campo libero ai calcianti per la disputa della partita.

La finale veniva giocata in notturna, sempre in piazza della Signoria la sera del ventisette giugno. Il giorno dopo Santi Pietro e Paolo, patroni di Roma era festa nazionale. Il ventiquattro giugno giorno del Patrono di Firenze San Giovanni battista, non era una festa riconosciuta, così la partita veniva giocata nel tardo pomeriggio.

Il percorso da fare era lo stesso della partita giocata di pomeriggio. Con una variante, invece di entrare nel piazzale degli Uffizi entravamo nel palazzo comunale da un ingresso posto sulla via dei Leoni, e rimanevamo dentro fino all’ingresso in campo. Palazzo Vecchio era illuminato con padelle ad olio accese poste sui merli del camminamento di ronda, e sui merli della torre di Arnolfo. La piazza ed il campo da gioco illuminato a giorno.

Prima dell’inizio della finale, i fanti delle Corporazioni, prendevano delle torce accese e si schieravano sulle scale del palazzo. Nel mezzo passava tutto il Corteo per entrare e fare lo schieramento. Il primo anno ebbi la soddisfazione di passare fra i fanti schierati con le torce accese. Ma non feci i conti con l’emozione. Quando venne il turno del mio gruppo, mi senti svenire, ma mentre stavo per cadere il mio compagno mi prese sottobraccio dandomi la scossa per camminare.

Entrai nel campo con le gambe che tremavano e si piegavano. Lo spettacolo era inimmaginabile! Dopo lo schieramento ed il saluto, all’improvviso, si spensero i fari e la piazza divenne buia. Nel silenzio assoluto uscimmo velocemente, e quando si riaccesero le luci, i calcianti erano pronti a giocare. Una meraviglia per gli occhi degli spettatori.

Tutti questo, è andato avanti per molti anni, fin quando a metà anni settanta con l’avvento della contestazione, degli scalmanati forzarono gli ingressi entrando e provocando danni ai leoncini della Loggia dei Lanzi. Il Comune, per salvaguardare le opere d’arte, decise di far disputare da allora in poi Torneo in piazza Santa Croce, luogo dove durante l’assedio del 1530, venne disputata la storica partita.

Ci sono state anche partite disputate nel giardino di Boboli, al Prato delle Colonne, le notturne erano bellissime, ma tutto questo ebbe termine quando i “Verdi” iniziarono a dire che il prato e gli alberi avrebbero sofferto, per il calpestio dei calcianti e i fumogeni lanciati dai tifosi, e dalle impalcature delle tribune. Per tanto dovemmo lasciare Boboli, e trasferirci in piazza del Carmine poi definitivamente in Santa Croce. Per un certo periodo di tempo, vennero disputate in notturna le finali, fino alla notte in cui venne morso un orecchio da un calciante ad un avversario con conseguente sospensione per sempre delle notturne.

Con il passare degli anni, dal Corteo è partita la richiesta al Comune per poter disputare una partita in piazza Signoria, ma non è stata data alcuna risposta.

Alberto Chiarugi

Ricordi ed impressioni di un figurante del calcio storico, settima puntata.

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