L’Arte del Cambio era una delle sette Arti Maggiori a Firenze. Il lavoro dei Mercanti del Cambio, gli attuali banchieri, si divideva in due attività: il “cambio” e il “presto”.
Il Presto consisteva nel prestito di somme di denaro da restituire in un tempo determinato con aggiunta di interessi preventivamente concordati.
Il Cambio consisteva invece nella trasformazione delle varie monete “straniere” in quella fiorentina, vale a dire il fiorino; durante questa operazione i banchieri battevano le monete sopra un tavolo di marmo per poterne sentire il suono e quindi per valutarne l’autenticità.
L’unica moneta che non veniva mai battuta era proprio il fiorino poiché non ce n’era alcun bisogno: la moneta era talmente solida e affidabile che rappresentava il maggior elemento di scambio in tutta Europa.
Il fiorino aveva riprodotta su un lato l’immagine del giglio fiorentino e sull’altro la figura di San Giovanni, protettore della città: per questo motivo deriva il detto “San Giovanni non vuole inganni”!
(da “Adagi ma non troppo” di Franco Ciarleglio, Sarnus Editore)

Franco Ciarleglio
San Giovanni non vuole inganni.

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