L’Arte dei Rigattieri era una Corporazione molto antica e fiorente. Si occupava del commercio di vestimenti e masserizie usate. I Linaioli in seguito si uniranno nel 1291, pur mantenendo una loro autonomia amministrativa con un Console ed una sede propria.

L’attività di questi ultimi, vendevano e lavoravano il lino. Questa Corporazione accolse i tessitori di lino, che commerciavano in tela, stoffa, filo, stoppa, tovagliati, lenzuola e vari tessuti in lino. Le loro botteghe si trovavano in Mercato Vecchio, presso la chiesa di San Pier Buonconsiglio. In piazza di Sant’Andrea o del Lino avevano la loro sede.

Questi lavoranti producevano tovaglie in “Rinfranto”. Speciale tessuto in canapa fatto a spina o in tessuto di tela grossolano, usato per confezionare i “Torselli” di mercanzia per contenere le stoffe di varie specie per il loro trasporto.

I Linaioli erano rinomati per la produzione di tela di lino per tende, sulle quali venivano ricamate l’arme delle famiglie nobili, salviette, guanti estivi, “Tovaglie a mano”, tovaglie per gli altari delle chiese, confezionate esclusivamente per la Curia papale di Avignone, e una tela chiamata “Tela di Firenze” con la quale vennero rivestite le pareti della camera da letto del Papa Giovanni XXII.

Molte famiglie nobili fiorentine si dettero alla produzione, lavorazione, e vendita del lino. Fra queste ebbero botteghe gli Alessandrini, i Baldesi, i Fiaschi, i Filippi, i Gaburri, e i Grifoni.

Della filatura e tessitura del lino si occupavano le donne, superiori di numero agli uomini. Giotto ha voluto glorificare il lavoro di queste donne, con una formella posta sul campanile che porta il suo nome per esaltarne la maestria.

I panni di lino, venivano smerciati in due fiere; una in via dei Servi e l’altra in piazza della SS. Annunziata, in occasione della Quaresima e dell’Annunciazione. Le stoffe venivano portate dalle tessitrici e sistemate sotto le logge dell’Ospedale degli Innocenti per venderle ad eventuali acquirenti. Un Ufficiale forestiero vigilava sull’applicazione degli Statuti dell’Arte, servendosi per questo dell’opera di informatori che agivano nell’ombra.

Nell’Arte dei Rigattieri erano iscritti i materassai, i pennaiuoli, i tappezzieri, gli arredatori, i cappellai, i berrettai, ed i sarti. I materassai riempivano le materasse con lana di pecora, di capra, e con i cascami dell’industria laniera, e con piume. I pennaiuoli oltre ad essere fornitori dei materassai, lavoravano le piume da ornamento ed in particolare quelle di struzzo. I tappezzieri imbottivano poltrone e tappezzavano stanze con sete e drappi e tendaggi. Gli arredatori si dedicavano all’arredamento delle case con mobili, armadi, cassapanche ecc. I cappellai si trovavano situati nel lungarno Tra’ Cappellai nel Popolo di Santo Stefano a Ponte e in via Tra’ Cappellai.

I sarti in un primo tempo erano iscritti all’Arte della Seta, in seguito nel 1300, riuscirono ad uscire e ad essere ammessi fra i rigattieri. Il lavoro dei sarti non era molto considerato in quanto gli acquirenti delle stoffe, se le facevano tagliare, la cucitura dell’abito veniva fatta nelle case dalle donne. Insieme ai sarti si trovavano i farsettai, produttori di una specie di casacca attillata e senza maniche, queste si univano al farsetto con dei nastri. Con il solito sistema dei nastri si univano le brache al bordo inferiore sempre con nastri. Un’altra categoria affiliata era quella dei “barattieri” o “barulli”, che barattavano o rivendevano oggetti di poco valore. I ferravecchi, venditori di oggetti in metallo usati, non erano iscritti all’Arte dei Rigattieri, e pagavano una tassa sul ricavato della vendita.

I Rigattieri, vendevano abiti usati, capi di vestiario provenienti da bottini di guerra, abiti e bandiere presi al nemico. Abiti di un certo valore presi da eredità di famiglie benestanti, da chiese e conventi, e tutti i vestiari non più usati ma ancora portabili, e che fossero in buono stato. Nelle loro botteghe si potevano trovare velluti, broccati d’oro, tappeti, tende, guarnizioni di argento e d’oro, piumini, materassi, cuscini, coperte di seta, abiti talari e tonache usate, pellicce, coperte da cavallo, ancora in buono stato ed usabili. Commerciavano in vestiti nuovi da uomo e da donna. Confezionavano giubbe con stoffa nuova ed usata. Lo Statuto dell’Arte vietava qualsiasi trattamento per ridare freschezza alle stoffe usate per venderle come nuove.

Anche se riuniti nell’Arte, sia i Linaioli e Rigattieri mantenevano una certa autonomia, avevano ciascuno due Consoli eletti: uno per Mercato Vecchio, uno per Terma, uno per Mercato Nuovo, e uno per San Pier Buonconsiglio. Negli anni 1340 e 1357 con nuovi Statuti fu tentato di unire più strettamente le due categorie, ma non risolsero la questione con conseguenti lotte di carattere amministrativo. La definitiva unione avvenne nell’anno 1449 stipulando un accordo fra le due parti, mettendo fine alla divisione e la definitiva unione fra le due anime.

Il Cancelliere dell’Arte dei Linaioli e Rigattieri Bartolomeo di Ser Gabriello Leoni, in un suo libro parla della residenza della Corporazione, descrivendo la sua bellezza superiore a quelle delle Arti Maggiori molto più ricche. Nei primi anni i Consoli dei Rigattieri si riunivano in piazza delle Cipolle (oggi piazza Strozzi) presso la chiesa di Santa Maria Primerana, mentre i Linaioli nella chiesa di San Pier Buonconsiglio in Mercato Vecchio. I Rigattieri poi passarono alla Chiesa di San Miniato fra le Torri, ed i Linaioli in Santa Maria Sopra Porta. La sede definitiva della Corporazione fu una casa comprata nel 1387, vicino alla chiesa di Sant’Andrea.

La scomparsa definitiva di questa bellissima residenza avvenne con il risanamento del Centro Storico al tempo di Firenze Capitale. Nel Museo degli Uffizi, si conserva un’opera del Beato Angelico: pale d’altare con la Madonna, il Bambino e Angeli musicanti intorno. Come tutte le altre Arti scelsero il loro Patrono; San Marco Evangelista. Nel 1408 la statua del Santo venne scolpita nel marmo di Carrara da Niccolò di Pietro de’ Lamberti e posta in una edicola nella chiesa di Orsanmichele. Il 25 aprile di ogni anno veniva onorato il loro Patrono, facendo una offerta al tabernacolo, con solenni funzioni religiose. Altri riti si svolgevano nella cappella di Sant’Andrea in Santa Maria del Fiore, e nella chiesa di San Marco dove erano e sono conservate le reliquie del Santo.

Nel Corteo della Repubblica Fiorentina, l’Arte dei Linaioli e Rigattieri sfila con le Arti Minori. Il Gonfaloniere, indossa un giubbone di panno rosso con bordatura bianca, maniche bianche soppannate di rosso. Sul petto a sinistra c’è cucito l’ovale con l’insegna dell’Arte: metà rosso e metà bianco. Cinturone con fodero e spada con elsa fatta ad “esse”, bolgetta al fianco destro con rappresentato il simbolo dell’Arte. La bandiera è divisa a metà: rosso e bianco, porta calzamaglia rossa e bianca e scarpe marroni a “piè d’orso”.

Alberto Chiarugi
Arte dei Linaioli e Rigattieri

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